Il XIX secolo e il positivismo linguistico
Il XIX secolo è caratterizzato innanzitutto dallo sviluppo, poi dalla elaborazione scientifica, quasi egemonica, della grammatica comparata che raggiunge il suo apogeo verso il 1880 con i neogrammatici. Questa egemonia, che non riesce mai ad eliminare completamente altri tipi di produzione più o meno imparentati con la grammatica generale, si afferma nel tessuto delle università di lingua tedesca, che rappresentano il primo sistema universitario moderno. Il problema fondamentale diviene la parentela genetica delle lingue; abbiamo visto che il punto nodale riguarda essenzialmente le lingue indoeuropee, ma è da tener presente che si tratta di un'impresa sistematica che coinvolge, a poco a poco, tutte le famiglie linguistiche del mondo. Ciò che ci interessa è innanzitutto la questione metodologica che diviene centrale nella seconda metà del secolo. Per il resto, si può osservare tra i linguisti «professionalizzati» un rifiuto abbastanza sistematico della speculazione filosofica.
Il XIX secolo è caratterizzato, inoltre, dalla matematizzazione della logica; quest'ultima conosce un decisivo sviluppo con Boole, nonostante i numerosi tentativi, più o meno falliti, fatti nella prima metà del secolo (e nel secolo precedente).
Dal punto di vista della filosofia del linguaggio il panorama del secolo è abbastanza caratteristico: a differenza del secolo precedente, e contrariamente alle attese della scuola degli ideologi ( Destutt de Tracy), in pratica nessuno dei «grandi» filosofi del tempo ha apportato contributi decisivi, o ha fatto del linguaggio un punto fondamentale della sua riflessione. La Scienza della logica (1812-16) di Hegel, che è una vasta ontologia, non fa parola del linguaggio, contrariamente a quanto avviene in tutta la tradizione aristotelica. Questo perchè segue un approccio inaugurato dall'idea kantiana di logica trascendentale, presentata nella Critica della ragion pura (1781), il cui obiettivo è spiegare in che modo può essere pensato un oggetto. L'unica eccezione (e non di scarso rilievo) è C. S. Peirce, ma la pubblicazione dei suoi numerosi lavori inediti e il riconoscimento della loro importanza si collocano piuttosto nel XX secolo. Ciò dipende senza dubbio da due cause principali. Innanzitutto, la nostra tradizione filosofica ha privilegiato gli idealisti, che dominano largamente alla metà del secolo e per i quali il linguaggio non è che un inessenziale rivestimento del pensiero. Inoltre, con lo sviluppo delle università assistiamo a una specializzazione disciplinare: anche la filosofia si specializza e il filosofo abbandona la linguistica ai linguisti, così come ha abbandonato la matematica ai matematici e la fisica ai fisici. Da Bernhardν a Marty, sono molti i filosofi professionisti, soprattutto in Germania, che apportano contributi spesso interessanti. Vengono però emarginati, da una parte, all'interno degli studi linguistici, perchè si interessano della grammatica generale, mentre la tendenza metodologica inclina alle minuziose analisi storiche; dall'altra, tra i filosofi, orientati verso i grandi sistemi metafisici. Diversa, dal punto di vista istituzionale, la situazione della logica, che resta, assieme alla morale, dominio della filosofia professionale e della filosofia delle scuole.Numerosissimi sono i manuali, spesso privi di qualsiasi interesse, dal momento che si accontentano di ricalcare la tradizione. Sono i matematici a introdurre innovazioni. La filosofia, in particolare in Inghilterra, sta sicuramente all'origine di una nuova tendenza che riprende l'idea della logica come analisi del pensiero (Stuart Mill), allontanandosi però così dalla matematizzazione per accostarsi allo psicologismo.
Il panorama cambia nell'ultimo terzo del secolo con il diffondersi della questione semiotica che si traduce, in particolare, nella fioritura di progetti di lingue ausiliarie internazionali. Si può dire che è all'interno delle scienze del linguaggio e delle pratiche linguistiche che si prepara la svolta linguistica del XX secolo.
1800, j. M. Degιrando (1772-1842), Des signes et de l'art de penser considιrιs dans leur rapports mutuels.
1800, viene pubblicato un breve pamphlet (Metakritik uber den Purismus der Vernunf) scritto da J. G. Hamann (1730-1788) nel 1784, dove l'autore, in polemica con Kant, avanza l'idea che la critica della ragione debba partire dal linguaggio.
1801, A. F. Bernhardi (1770-1820), discepolo di Fichte, nella sua Sprachlehre espone una tesi per la derivazione a priori della grammatica generale (parti del discorso e struttura della frase) a partire dalle categorie kantiane.
1801 e 1807, j. M. G. Itard (1774-1838) pubblica due suoi rapporti su Victor, il ragazzo selvaggio trovato nell'Aveyron (1799), della cui educazione egli stesso si era occupato.
1802, D. Thiιbault (1733-1807), Grammaire philosophique.
1803-15, Destutt de Tracy (1754-1836), Elιments d'idιologie, 4 voli. 1805, A. F. Bernhardi, Anfangsgriinde der Sprachwissenschaft.
1805-32, F. Schleiermacher (1768-1834) tiene i corsi che saranno pubblicati con il titolo Hermeneutik.
1806, K. L. Reinhold, Versuch einer Kritik der Logik aus dem Gesichtspunkte der Sprache.
1807-8, j. G. Fichte, nelle sue Reden an die deutsche Nation, fa della lingua l'elemento decisivo dell'identità di una nazione.
1808, nella prefazione al II volume del Mithridates, Vater utilizza il termine Linguistik per indicare la scienza che stabilisce la parentela genetica delle lingue sulla base del metodo comparativo.
1808, F. Schlegel (1772-1829), in un'opera che divenne ben presto famosa, malgrado fosse molto confusa (uber die Sprache und Weisheit der Indier. Ein Beitrag zur Begrϊndung des Altertumskunde), fa del sanscrito l'oggetto distudio privilegiato. Egli auspica una grammatica comparata, da cui si possano ricavare nuove informazioni sulla genealogia del linguaggio paragonabili alle scoperte condotte dall'anatomia comparata nell'ambito della storia naturale.
1813, F. Schleiermacher, Ϊber die verschiedenen Methoden des Ϊbersetzens.
1816, F. Bopp (1791-1867), Ϊber das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, perszschen und germanischen Sprache.
1818, A. Schlegel (1767-1845), fratello del sanscritista, propone una tipologia delle lingue (Observations sur la langue et la littιrature provenzale). Tre sono le classi principali: lingue senza alcuna struttura grammaticale (che verranno dette isolanti), lingue che usano affissi (agglutinanti) e lingue a inflessione (flessive).
1819, J. Grimm (1785-1863), Deutsche Grammatik, grammatica storica e comparata dei dialetti tedeschi. La seconda edizione (1822) contiene (per influenza di Rask) la formulazione di quella che verrΰ successivamente chiamata legge di Grimm, e che il suo ideatore aveva indicato come mutazione fonetica (Lautverschiebung). Questa legge sarà oggetto di discussioni per tutto il XIX secolo e darà luogo a importanti scoperte volte a ridurre le eccezioni (legge di Grassman, 1863; legge di Verner, 1876).
1820, a seguito di un lascito dell'ideologo Volney, 1'Institut de France crea il Prix Volney, destinato ai tentativi di escogitare modi di trascrizione delle lingue orientali in caratteri latini. Dapprincipio l'iniziativa attira pochi lavori di buon livello. Il premio, tuttora esistente, nel 1845 si trasformerà ufficialmente in un concorso per lavori di linguistica e di filologia comparata.
1822, Champollion (1790-1832) decifra i geroglifici egiziani.
1825-26, W. von Humboldt (1767-1835), Lettre ΰ M. Abel Rιmusat sur la nature des formes grammaticales et sur le gιnie de la langue chinoise en particulier. Il nucleo essenziale era già contenuto nella sua memoria dell'Accademia di Berlino Uber das Entstehen der grammataschen Formen und ihren Einfluss aud die Ideenentwicklung, 1822.
1833-52, F. Bopp, Vergleichende Grammatik des Sanskrit, Zend, Griechischen, Lateinischen, Litthauischen, Gothischen und Deutschen, II edizione in 3 voll., 1857-61.
1836, W. von Humboldt, Ϊber die Verschiedenheit des menschliches Sprachbaues, tentativo di conciliare la diversità delle lingue, la loro storicità e il loro ruolo nel pensiero umano con un idealismo di derivazione kantiana.
1836-44, F. Diez (1794-1876), Vergleichende Grammatik der romanischen Sprachen, che rende in breve tempo desueta la Grammaire comparιe des langues romanes (1821) di F. M. Raynouard (1761-1836).
1837, B. Bolzano (1730-1848), nella sua Wissenschaftslehre, sostiene che l'oggetto della logica è costituito da proposizioni e concetti in quanto tali.
1843, J. Stuart Mill (1806-1873), Systesn of Logic.
1847, De Morgan, Forma) Logic.
1847, G. Boole (1815-1864), De Matematica) Analysis of Logic, Being an Essay towards a Calculus of Deductive Reasoning.
1848, E. Renan (1823-1892), De l'origine du langage; una seconda edizione riveduta e ampliata verrà pubblicata nel 1858.
1850, A. Schleicher (1821-1868), Die Sprachen Europas.
1850, F. W. J. von Schelling (1775-1854), in una conferenza sull'origine delle lingue (Vorbemerkungen zu der Frage iiber den Ursprung der Sprache) sostiene l'idea che non si tratta di una questione empirica (cfr. Fìchte, 1795).
1852, J. Grimm, Uber den Urspung der Sprache.
1854, G. Boole, An Investigation of the Laws of Thought on Which Are Founded the Mathematical Theories of Logic and Probabilities. A prescindere dall'applicazione dell'algebra al ragionamento, gli apporti di Boole possono essere riassunti in tre grandi innovazioni tecniche: riduzione dei concetti alla loro estensione (cioè a classi), definizione della negazione come complementazione (la negazione della classe degli uomini, in altre parole l'estensione del concetto non-uomo, è complementare all'estensione del concetto di uomo, cioè tutti gli esseri dell'universo che non sono uomini), utilizzazione della classe vuota.
1855, l'egittologo R. Lepsius (1810-1884) pubblica a Berlino un alfabeto universale ragionato (Die allgemeine linguistische Alphabet), destinato a trascrivere sulla base dei caratteri latini estesi attraverso diverse procedure sia i differenti sistemi di scrittura conosciuti, sia le lingue non scritte. L'opera, i cui principi verrann1o adottati da numerose società missionarie, sarà ripubblicata in inglese in edizione accresciuta (1863).
1856, K. W. L. Heyse (1797-1855), nel suo System der Sprachwissenschaft, cerca seguendo Hegel di «superare» la storia empirica delle lingue.
1859, A. Pictet (1799-1875), nel suo Essai de palιontologie linguistique, formula l'idea di una razza ariana (quella che parlerebbe il protoindoeuropeo), «privilegiata tra tutte le altre per bellezza di stirpe e per doni d'intelligenza».
1859, attorno a P. Broca (1824-1880) si costituisce la Societι d'Anthropologie, che raccoglie i darwiniani francesi; nel 1861 Broca vi espone una memoria intitolata Remarques sur le siθge de la facultι du langage articulι, suivie d'une observation d'aphemie, che sarà pubblicata nel «Bulletin de la Societι». Nel 1865 egli pubblicherà sullo stesso «Bulletνn» il suo famoso articolo Dusiège de la facultι du langage articulι dans l'hιmasphère gauche du cerveau. E' l'inizio dello studio delle localizzazioni cerebrali, che porterà, in particolare, ai lavori di Wernicke (1848-1905). Ma è anche l'inizio di vivaci polemiche: i) tra i medici e i filosofi spiritualisti che rifiutano il collegamento tra pensiero e cervello (V. Egger, La parole intιrieure, 1881; H. Bergson [1859-1941], Matiθre et mιmoire, 1896); ii) tra i localizzazionisti, sostenitori di una rigida localizzazione, e i globalistì, il cui principale rappresentante è il neurologo inglese H. Jackson (1835-1911).
1861, A. Schleicher, Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen. Kurzer Abriss einer Laut- und Formenlehre der indogermanschen Ursprache. Con Schleicher la grammatica comparata è talmente certa dei suoi risultati che l'erudito arriverà a pubblicare una favola in protoindoeuropeo su una rivista specializzata (Ein Fabel in indogermanischer Ursprache, in « Beitrage zur vergleichende Sprachforschung», 5, 1868, pp. 206-208). Egli considera questa disciplina come una scienza naturale in grado di confermare la teoria darwiniana dell'evoluzione della specie (Die Darwinasche Theorie und die Sprachwissenschaft, 1863), attraverso l'albero stesso della genealogia delle lingue.
1862, H. Chavιe (1815-1877) (Les races et les langues) pretende di aver dimostrato «scientificamente attraverso dati di storia naturale del linguaggio, la diversità naturale della costituzione mentale e, di conseguenza, dell'organizzazione cerebrale»; P. Broca argomenta diffusamente la mancanza di qualsiasi legame tra i caratteri razziali e le strutture linguistiche (La linguistique et l'anthropologie, in «Bulletin de la Sociιtι d'Anthropologie», III, 1862).
1863, A. F. Pott (1802-1887), nell'articolo Uberdie Geschichte und Kritik der sogennanten allgemeine Grammatik, si ispira ai grammatici aprioristi di ascendenza kantiana e mantiene un atteggiamento molto moderato su autori come Beauzιe.
1866, fondazione della Sociιtι de linguistique de Paris, che nell'articolo 2 del suo statuto (eliminato nel 1876) vieta qualsiasi comunicazione sul tema della lingua universale e dell'origine delle lingue (una prima Società di linguistica era già stata fondata, senza successo, nel 1837).
1869, W. S. Jevons (1835-1882) costruisce la prima macchina logica.
1872, J. Schmidt (183-1901), nel suo saggio sulle relazioni di parentela delle lingue indogermaniche (Die Verwandschaftverhaltnisse der indogermanischen Sprachen) rifiuta il modello ad albero della storia delle lingue alla Schleicher e propone al suo posto un modello diffusionista (teoria delle onde).
1874, F. von Brentano (1838-1917), nella sua opera Psychologie vom empirischen Standpunkt, presenta una teoria gerarchizzata degli oggetti del pensiero che ne fa delle entità assolute immanenti all'intuizione con la quale vengono colte.
1874, G. Ascoli (1829-1907) pubblica un articolo (Schizzi franco-provenzali) nel III volume dell'«Archivio glottologico», in cui definisce alcuni confini dialettali; nella recensione al volume («Romania», 1875), P. Meyer (18401917) avvia una polemica in cui sostiene che i differenti tratti dialettali hanno confini diversi, e che i dialetti sono specie artificiali create dalla prospettiva del linguista.
1876, definito talvolta Annus Mirabilis o anno del turning point. Effettivamente è un anno che vede numerose e importanti scoperte, provenienti quasi tutte dallo stesso gruppo di giovani ricercatori. E. Sievers (1850-1932), nei suoi Grundzug der Lautphysiologie, stabilisce che le nasali e le liquide (m, n, l, r) possono avere un valore sillabico; il giovane K. Brugmann (1849-1919) dimostra che l'indoeuropeo contiene una r sillabica (una sonante). J. Winteler (1846-1929) pubblica il primo studio organico sulla fonetica di un dialetto (Die kerentier Mundarten des Kantons Clarens). A. Leskien (1840-1916), nel saggio sulla declinazione in slavo lituano e in germanico, proclama che le leggi fonetiche non hanno eccezioni. Brugmann, coeditore con il suo maestro G. Curtius (1820-1885) di una rivista specializzata, vi introduce, in assenza di quest'ultimo, il resoconto di alcuni sviluppi sulla regolarità delle leggi fonetiche, che contrappone all'analogia, facendone i due principi essenziali dei meccanismi linguistici.Curtius protesta: è la rottura, e l'inizio della famosa discussione sulle leggi fonetiche che scuoterà per anni il mondo intellettuale. Questo conflitto contrappose inizialmente al loro antico maestro alcuni giovani turchi, che facevano parte di un gruppo dell'Università di Lipsia, all'epoca centro vitale del comparatismo, in cui si veniva ad imparare da tutta l'Europa. Nel 1878-79 H. Ostoff (1847-1909) e Brugmann pubblicano i due volumi delle loro Morphologhische undersuchungen, vasta sintesi nella cui prefazione si riafferma il principio secondo cui le leggi fonetiche agiscono «ciecamente e senza eccezioni (ausnahmlos)». L'Einleitung in das Sprachstudium di B. Delbruck (1842-1922) e i Prinzipien der Sprachgeschichte di H. Paul (1846-1921) costituiranno l'esposizione delle riflessioni epistemologiche di questi Junggrammatiker (neogrammatici). W. Meyer Lubke (1861-1936) applicherò i princνpν dei neogrammatici alle lingue romanze (Grammatik der romanischen Sprach. en, 1890-1902).
1879, F. de Saussure (1857-1913), allievo a Lipsia dei neogrammatici, espone nel suo famoso Mιmoire la teoria dei coefficienti sonantici.
1879, Schleyer inventa il volapϊk che conoscerà parecchi derivati.
1879, G. Frege (1848-1925), Begriffsschrift. Eine der arithmetiscen nachgebildete Formelsprache des reinen Denkens.
1881, J. Venn (1834-1923), Symbolic Logic.
1887, F. Nietzsche (1844-1900), formatosi sulla filologia classica, utilizza le sue conoscenze (storia delle parole che indicano il buono e il cattivo nelle lingue indoeuropee) nella Genealogia della morale; il linguista francese M. Brιal (1832-1915) criticherà violentemente le etimologie del filosofo nella IX serie dei Mιmoires della Società di linguistica di Parigi.
1884, A. F. Pott, Einleitung in die Allgemeine Spachwissenschaft, una bibliografia commentata.
1885, P. Wegener (1848-1916), nelle Untersuchungen ωber die Grundfragen des Sprachlebens, si occupa dell'interazione linguistica,
1886 l'Acadιmie des sciences morales et politiques mette a concorso due questioni: la prima riguarda l'esposizione e la valutazione dei differenti sistemi che hanno l'obiettivo di trattare filosoficamente le origini e le leggi del linguaggio; la seconda è volta a raccogliere i «principi e i fatti che potrebbero servire alla formazione di una filosofia del linguaggio». Il premio andrò al professore di sanscrito e grammatica comparata P. Regnaud (1838-1910), Origine et philosophie du langage ou principes de lijtgtristique indo-europιenne, 1888. L'iniziativa dell'Accademia viene criticata dai linguisti, in particolare da V.Henry.
1886 fondazione dell'Associazione fonetica internazionale che metterà a punto progressivamente l'Alfabeto fonetico internazionale (IPA), utilizzato dai linguisti nelle trascrizioni delle lingue del mondo.
1887, Zamenhof inventa l'esperanto che conoscerà numerosi derivati tra cui l'ido (L. Couturat, 1907) e l'esperantido (R. de Saussure, fratello del linguista, 1919).
1889, G. Peano (1858-1932), Arithmetices principia,nova methodo exposita,interamente redatto in simboli logici.
1890-1905, Schrσder, Vorlesungen uber die Algebra der Logik.
1891, G. Frege, articolo Funktion und Begrνff.
1892, G. Frege, articoli Uber Sinn und Bedeutung e Uber Begriff und Gegenstand.
1895, G. Peano pubblica il Formulario matematico composto in collaborazione con numerosi matematici italiani. L'opera ha l'esplicito obiettivo di riprendere il progetto leibniziano di definizione di un metodo generale in base al quale tutte le veritΰ della ragione verrebbero ricondotte a una sorta di calcolo. La sua assiomatizzazione dell'aritmetica farà epoca. Peano riflette alungo sull'ideografia e sulle lingue internazionali; il suo latinus sine flexione porterà alla nascita dell'interlingua (1903), che verrà utilizzata per redigere le parti non simboliche del Formulario, a partire dalla quinta edizione (1908).
1895, R. Meringer (1859-1931) e K. Meyer (1862-1936), Versprechen und Verlesen. Eine psychologische-linguistische Studie. Questo primo studio sugli errori linguistici ne dò una spiegazione meccanicista che verrà contestata da Freud.
1896, V. Henry (1850-1907), Les antinomies linguistiques, primo trattato (neokantiano) interamente dedicato alla filosofia della linguistica.
1897, M. Brιal, che è stato allievo di Bopp, propone una nuova disciplina (Essai de sιmantique) per evitare il meccanicismo delle leggi fonetiche e dare spazio allo studio del cambiamento dei significati, accanto a quello delle evoluzioni fonetiche.
Il XIX secolo è caratterizzato, inoltre, dalla matematizzazione della logica; quest'ultima conosce un decisivo sviluppo con Boole, nonostante i numerosi tentativi, più o meno falliti, fatti nella prima metà del secolo (e nel secolo precedente).
Dal punto di vista della filosofia del linguaggio il panorama del secolo è abbastanza caratteristico: a differenza del secolo precedente, e contrariamente alle attese della scuola degli ideologi ( Destutt de Tracy), in pratica nessuno dei «grandi» filosofi del tempo ha apportato contributi decisivi, o ha fatto del linguaggio un punto fondamentale della sua riflessione. La Scienza della logica (1812-16) di Hegel, che è una vasta ontologia, non fa parola del linguaggio, contrariamente a quanto avviene in tutta la tradizione aristotelica. Questo perchè segue un approccio inaugurato dall'idea kantiana di logica trascendentale, presentata nella Critica della ragion pura (1781), il cui obiettivo è spiegare in che modo può essere pensato un oggetto. L'unica eccezione (e non di scarso rilievo) è C. S. Peirce, ma la pubblicazione dei suoi numerosi lavori inediti e il riconoscimento della loro importanza si collocano piuttosto nel XX secolo. Ciò dipende senza dubbio da due cause principali. Innanzitutto, la nostra tradizione filosofica ha privilegiato gli idealisti, che dominano largamente alla metà del secolo e per i quali il linguaggio non è che un inessenziale rivestimento del pensiero. Inoltre, con lo sviluppo delle università assistiamo a una specializzazione disciplinare: anche la filosofia si specializza e il filosofo abbandona la linguistica ai linguisti, così come ha abbandonato la matematica ai matematici e la fisica ai fisici. Da Bernhardν a Marty, sono molti i filosofi professionisti, soprattutto in Germania, che apportano contributi spesso interessanti. Vengono però emarginati, da una parte, all'interno degli studi linguistici, perchè si interessano della grammatica generale, mentre la tendenza metodologica inclina alle minuziose analisi storiche; dall'altra, tra i filosofi, orientati verso i grandi sistemi metafisici. Diversa, dal punto di vista istituzionale, la situazione della logica, che resta, assieme alla morale, dominio della filosofia professionale e della filosofia delle scuole.Numerosissimi sono i manuali, spesso privi di qualsiasi interesse, dal momento che si accontentano di ricalcare la tradizione. Sono i matematici a introdurre innovazioni. La filosofia, in particolare in Inghilterra, sta sicuramente all'origine di una nuova tendenza che riprende l'idea della logica come analisi del pensiero (Stuart Mill), allontanandosi però così dalla matematizzazione per accostarsi allo psicologismo.
Il panorama cambia nell'ultimo terzo del secolo con il diffondersi della questione semiotica che si traduce, in particolare, nella fioritura di progetti di lingue ausiliarie internazionali. Si può dire che è all'interno delle scienze del linguaggio e delle pratiche linguistiche che si prepara la svolta linguistica del XX secolo.
1800, j. M. Degιrando (1772-1842), Des signes et de l'art de penser considιrιs dans leur rapports mutuels.
1800, viene pubblicato un breve pamphlet (Metakritik uber den Purismus der Vernunf) scritto da J. G. Hamann (1730-1788) nel 1784, dove l'autore, in polemica con Kant, avanza l'idea che la critica della ragione debba partire dal linguaggio.
1801, A. F. Bernhardi (1770-1820), discepolo di Fichte, nella sua Sprachlehre espone una tesi per la derivazione a priori della grammatica generale (parti del discorso e struttura della frase) a partire dalle categorie kantiane.
1801 e 1807, j. M. G. Itard (1774-1838) pubblica due suoi rapporti su Victor, il ragazzo selvaggio trovato nell'Aveyron (1799), della cui educazione egli stesso si era occupato.
1802, D. Thiιbault (1733-1807), Grammaire philosophique.
1803-15, Destutt de Tracy (1754-1836), Elιments d'idιologie, 4 voli. 1805, A. F. Bernhardi, Anfangsgriinde der Sprachwissenschaft.
1805-32, F. Schleiermacher (1768-1834) tiene i corsi che saranno pubblicati con il titolo Hermeneutik.
1806, K. L. Reinhold, Versuch einer Kritik der Logik aus dem Gesichtspunkte der Sprache.
1807-8, j. G. Fichte, nelle sue Reden an die deutsche Nation, fa della lingua l'elemento decisivo dell'identità di una nazione.
1808, nella prefazione al II volume del Mithridates, Vater utilizza il termine Linguistik per indicare la scienza che stabilisce la parentela genetica delle lingue sulla base del metodo comparativo.
1808, F. Schlegel (1772-1829), in un'opera che divenne ben presto famosa, malgrado fosse molto confusa (uber die Sprache und Weisheit der Indier. Ein Beitrag zur Begrϊndung des Altertumskunde), fa del sanscrito l'oggetto distudio privilegiato. Egli auspica una grammatica comparata, da cui si possano ricavare nuove informazioni sulla genealogia del linguaggio paragonabili alle scoperte condotte dall'anatomia comparata nell'ambito della storia naturale.
1813, F. Schleiermacher, Ϊber die verschiedenen Methoden des Ϊbersetzens.
1816, F. Bopp (1791-1867), Ϊber das Conjugationssystem der Sanskritsprache in Vergleichung mit jenem der griechischen, lateinischen, perszschen und germanischen Sprache.
1818, A. Schlegel (1767-1845), fratello del sanscritista, propone una tipologia delle lingue (Observations sur la langue et la littιrature provenzale). Tre sono le classi principali: lingue senza alcuna struttura grammaticale (che verranno dette isolanti), lingue che usano affissi (agglutinanti) e lingue a inflessione (flessive).
1819, J. Grimm (1785-1863), Deutsche Grammatik, grammatica storica e comparata dei dialetti tedeschi. La seconda edizione (1822) contiene (per influenza di Rask) la formulazione di quella che verrΰ successivamente chiamata legge di Grimm, e che il suo ideatore aveva indicato come mutazione fonetica (Lautverschiebung). Questa legge sarà oggetto di discussioni per tutto il XIX secolo e darà luogo a importanti scoperte volte a ridurre le eccezioni (legge di Grassman, 1863; legge di Verner, 1876).
1820, a seguito di un lascito dell'ideologo Volney, 1'Institut de France crea il Prix Volney, destinato ai tentativi di escogitare modi di trascrizione delle lingue orientali in caratteri latini. Dapprincipio l'iniziativa attira pochi lavori di buon livello. Il premio, tuttora esistente, nel 1845 si trasformerà ufficialmente in un concorso per lavori di linguistica e di filologia comparata.
1822, Champollion (1790-1832) decifra i geroglifici egiziani.
1825-26, W. von Humboldt (1767-1835), Lettre ΰ M. Abel Rιmusat sur la nature des formes grammaticales et sur le gιnie de la langue chinoise en particulier. Il nucleo essenziale era già contenuto nella sua memoria dell'Accademia di Berlino Uber das Entstehen der grammataschen Formen und ihren Einfluss aud die Ideenentwicklung, 1822.
1833-52, F. Bopp, Vergleichende Grammatik des Sanskrit, Zend, Griechischen, Lateinischen, Litthauischen, Gothischen und Deutschen, II edizione in 3 voll., 1857-61.
1836, W. von Humboldt, Ϊber die Verschiedenheit des menschliches Sprachbaues, tentativo di conciliare la diversità delle lingue, la loro storicità e il loro ruolo nel pensiero umano con un idealismo di derivazione kantiana.
1836-44, F. Diez (1794-1876), Vergleichende Grammatik der romanischen Sprachen, che rende in breve tempo desueta la Grammaire comparιe des langues romanes (1821) di F. M. Raynouard (1761-1836).
1837, B. Bolzano (1730-1848), nella sua Wissenschaftslehre, sostiene che l'oggetto della logica è costituito da proposizioni e concetti in quanto tali.
1843, J. Stuart Mill (1806-1873), Systesn of Logic.
1847, De Morgan, Forma) Logic.
1847, G. Boole (1815-1864), De Matematica) Analysis of Logic, Being an Essay towards a Calculus of Deductive Reasoning.
1848, E. Renan (1823-1892), De l'origine du langage; una seconda edizione riveduta e ampliata verrà pubblicata nel 1858.
1850, A. Schleicher (1821-1868), Die Sprachen Europas.
1850, F. W. J. von Schelling (1775-1854), in una conferenza sull'origine delle lingue (Vorbemerkungen zu der Frage iiber den Ursprung der Sprache) sostiene l'idea che non si tratta di una questione empirica (cfr. Fìchte, 1795).
1852, J. Grimm, Uber den Urspung der Sprache.
1854, G. Boole, An Investigation of the Laws of Thought on Which Are Founded the Mathematical Theories of Logic and Probabilities. A prescindere dall'applicazione dell'algebra al ragionamento, gli apporti di Boole possono essere riassunti in tre grandi innovazioni tecniche: riduzione dei concetti alla loro estensione (cioè a classi), definizione della negazione come complementazione (la negazione della classe degli uomini, in altre parole l'estensione del concetto non-uomo, è complementare all'estensione del concetto di uomo, cioè tutti gli esseri dell'universo che non sono uomini), utilizzazione della classe vuota.
1855, l'egittologo R. Lepsius (1810-1884) pubblica a Berlino un alfabeto universale ragionato (Die allgemeine linguistische Alphabet), destinato a trascrivere sulla base dei caratteri latini estesi attraverso diverse procedure sia i differenti sistemi di scrittura conosciuti, sia le lingue non scritte. L'opera, i cui principi verrann1o adottati da numerose società missionarie, sarà ripubblicata in inglese in edizione accresciuta (1863).
1856, K. W. L. Heyse (1797-1855), nel suo System der Sprachwissenschaft, cerca seguendo Hegel di «superare» la storia empirica delle lingue.
1859, A. Pictet (1799-1875), nel suo Essai de palιontologie linguistique, formula l'idea di una razza ariana (quella che parlerebbe il protoindoeuropeo), «privilegiata tra tutte le altre per bellezza di stirpe e per doni d'intelligenza».
1859, attorno a P. Broca (1824-1880) si costituisce la Societι d'Anthropologie, che raccoglie i darwiniani francesi; nel 1861 Broca vi espone una memoria intitolata Remarques sur le siθge de la facultι du langage articulι, suivie d'une observation d'aphemie, che sarà pubblicata nel «Bulletin de la Societι». Nel 1865 egli pubblicherà sullo stesso «Bulletνn» il suo famoso articolo Dusiège de la facultι du langage articulι dans l'hιmasphère gauche du cerveau. E' l'inizio dello studio delle localizzazioni cerebrali, che porterà, in particolare, ai lavori di Wernicke (1848-1905). Ma è anche l'inizio di vivaci polemiche: i) tra i medici e i filosofi spiritualisti che rifiutano il collegamento tra pensiero e cervello (V. Egger, La parole intιrieure, 1881; H. Bergson [1859-1941], Matiθre et mιmoire, 1896); ii) tra i localizzazionisti, sostenitori di una rigida localizzazione, e i globalistì, il cui principale rappresentante è il neurologo inglese H. Jackson (1835-1911).
1861, A. Schleicher, Compendium der vergleichenden Grammatik der indogermanischen Sprachen. Kurzer Abriss einer Laut- und Formenlehre der indogermanschen Ursprache. Con Schleicher la grammatica comparata è talmente certa dei suoi risultati che l'erudito arriverà a pubblicare una favola in protoindoeuropeo su una rivista specializzata (Ein Fabel in indogermanischer Ursprache, in « Beitrage zur vergleichende Sprachforschung», 5, 1868, pp. 206-208). Egli considera questa disciplina come una scienza naturale in grado di confermare la teoria darwiniana dell'evoluzione della specie (Die Darwinasche Theorie und die Sprachwissenschaft, 1863), attraverso l'albero stesso della genealogia delle lingue.
1862, H. Chavιe (1815-1877) (Les races et les langues) pretende di aver dimostrato «scientificamente attraverso dati di storia naturale del linguaggio, la diversità naturale della costituzione mentale e, di conseguenza, dell'organizzazione cerebrale»; P. Broca argomenta diffusamente la mancanza di qualsiasi legame tra i caratteri razziali e le strutture linguistiche (La linguistique et l'anthropologie, in «Bulletin de la Sociιtι d'Anthropologie», III, 1862).
1863, A. F. Pott (1802-1887), nell'articolo Uberdie Geschichte und Kritik der sogennanten allgemeine Grammatik, si ispira ai grammatici aprioristi di ascendenza kantiana e mantiene un atteggiamento molto moderato su autori come Beauzιe.
1866, fondazione della Sociιtι de linguistique de Paris, che nell'articolo 2 del suo statuto (eliminato nel 1876) vieta qualsiasi comunicazione sul tema della lingua universale e dell'origine delle lingue (una prima Società di linguistica era già stata fondata, senza successo, nel 1837).
1869, W. S. Jevons (1835-1882) costruisce la prima macchina logica.
1872, J. Schmidt (183-1901), nel suo saggio sulle relazioni di parentela delle lingue indogermaniche (Die Verwandschaftverhaltnisse der indogermanischen Sprachen) rifiuta il modello ad albero della storia delle lingue alla Schleicher e propone al suo posto un modello diffusionista (teoria delle onde).
1874, F. von Brentano (1838-1917), nella sua opera Psychologie vom empirischen Standpunkt, presenta una teoria gerarchizzata degli oggetti del pensiero che ne fa delle entità assolute immanenti all'intuizione con la quale vengono colte.
1874, G. Ascoli (1829-1907) pubblica un articolo (Schizzi franco-provenzali) nel III volume dell'«Archivio glottologico», in cui definisce alcuni confini dialettali; nella recensione al volume («Romania», 1875), P. Meyer (18401917) avvia una polemica in cui sostiene che i differenti tratti dialettali hanno confini diversi, e che i dialetti sono specie artificiali create dalla prospettiva del linguista.
1876, definito talvolta Annus Mirabilis o anno del turning point. Effettivamente è un anno che vede numerose e importanti scoperte, provenienti quasi tutte dallo stesso gruppo di giovani ricercatori. E. Sievers (1850-1932), nei suoi Grundzug der Lautphysiologie, stabilisce che le nasali e le liquide (m, n, l, r) possono avere un valore sillabico; il giovane K. Brugmann (1849-1919) dimostra che l'indoeuropeo contiene una r sillabica (una sonante). J. Winteler (1846-1929) pubblica il primo studio organico sulla fonetica di un dialetto (Die kerentier Mundarten des Kantons Clarens). A. Leskien (1840-1916), nel saggio sulla declinazione in slavo lituano e in germanico, proclama che le leggi fonetiche non hanno eccezioni. Brugmann, coeditore con il suo maestro G. Curtius (1820-1885) di una rivista specializzata, vi introduce, in assenza di quest'ultimo, il resoconto di alcuni sviluppi sulla regolarità delle leggi fonetiche, che contrappone all'analogia, facendone i due principi essenziali dei meccanismi linguistici.Curtius protesta: è la rottura, e l'inizio della famosa discussione sulle leggi fonetiche che scuoterà per anni il mondo intellettuale. Questo conflitto contrappose inizialmente al loro antico maestro alcuni giovani turchi, che facevano parte di un gruppo dell'Università di Lipsia, all'epoca centro vitale del comparatismo, in cui si veniva ad imparare da tutta l'Europa. Nel 1878-79 H. Ostoff (1847-1909) e Brugmann pubblicano i due volumi delle loro Morphologhische undersuchungen, vasta sintesi nella cui prefazione si riafferma il principio secondo cui le leggi fonetiche agiscono «ciecamente e senza eccezioni (ausnahmlos)». L'Einleitung in das Sprachstudium di B. Delbruck (1842-1922) e i Prinzipien der Sprachgeschichte di H. Paul (1846-1921) costituiranno l'esposizione delle riflessioni epistemologiche di questi Junggrammatiker (neogrammatici). W. Meyer Lubke (1861-1936) applicherò i princνpν dei neogrammatici alle lingue romanze (Grammatik der romanischen Sprach. en, 1890-1902).
1879, F. de Saussure (1857-1913), allievo a Lipsia dei neogrammatici, espone nel suo famoso Mιmoire la teoria dei coefficienti sonantici.
1879, Schleyer inventa il volapϊk che conoscerà parecchi derivati.
1879, G. Frege (1848-1925), Begriffsschrift. Eine der arithmetiscen nachgebildete Formelsprache des reinen Denkens.
1881, J. Venn (1834-1923), Symbolic Logic.
1887, F. Nietzsche (1844-1900), formatosi sulla filologia classica, utilizza le sue conoscenze (storia delle parole che indicano il buono e il cattivo nelle lingue indoeuropee) nella Genealogia della morale; il linguista francese M. Brιal (1832-1915) criticherà violentemente le etimologie del filosofo nella IX serie dei Mιmoires della Società di linguistica di Parigi.
1884, A. F. Pott, Einleitung in die Allgemeine Spachwissenschaft, una bibliografia commentata.
1885, P. Wegener (1848-1916), nelle Untersuchungen ωber die Grundfragen des Sprachlebens, si occupa dell'interazione linguistica,
1886 l'Acadιmie des sciences morales et politiques mette a concorso due questioni: la prima riguarda l'esposizione e la valutazione dei differenti sistemi che hanno l'obiettivo di trattare filosoficamente le origini e le leggi del linguaggio; la seconda è volta a raccogliere i «principi e i fatti che potrebbero servire alla formazione di una filosofia del linguaggio». Il premio andrò al professore di sanscrito e grammatica comparata P. Regnaud (1838-1910), Origine et philosophie du langage ou principes de lijtgtristique indo-europιenne, 1888. L'iniziativa dell'Accademia viene criticata dai linguisti, in particolare da V.Henry.
1886 fondazione dell'Associazione fonetica internazionale che metterà a punto progressivamente l'Alfabeto fonetico internazionale (IPA), utilizzato dai linguisti nelle trascrizioni delle lingue del mondo.
1887, Zamenhof inventa l'esperanto che conoscerà numerosi derivati tra cui l'ido (L. Couturat, 1907) e l'esperantido (R. de Saussure, fratello del linguista, 1919).
1889, G. Peano (1858-1932), Arithmetices principia,nova methodo exposita,interamente redatto in simboli logici.
1890-1905, Schrσder, Vorlesungen uber die Algebra der Logik.
1891, G. Frege, articolo Funktion und Begrνff.
1892, G. Frege, articoli Uber Sinn und Bedeutung e Uber Begriff und Gegenstand.
1895, G. Peano pubblica il Formulario matematico composto in collaborazione con numerosi matematici italiani. L'opera ha l'esplicito obiettivo di riprendere il progetto leibniziano di definizione di un metodo generale in base al quale tutte le veritΰ della ragione verrebbero ricondotte a una sorta di calcolo. La sua assiomatizzazione dell'aritmetica farà epoca. Peano riflette alungo sull'ideografia e sulle lingue internazionali; il suo latinus sine flexione porterà alla nascita dell'interlingua (1903), che verrà utilizzata per redigere le parti non simboliche del Formulario, a partire dalla quinta edizione (1908).
1895, R. Meringer (1859-1931) e K. Meyer (1862-1936), Versprechen und Verlesen. Eine psychologische-linguistische Studie. Questo primo studio sugli errori linguistici ne dò una spiegazione meccanicista che verrà contestata da Freud.
1896, V. Henry (1850-1907), Les antinomies linguistiques, primo trattato (neokantiano) interamente dedicato alla filosofia della linguistica.
1897, M. Brιal, che è stato allievo di Bopp, propone una nuova disciplina (Essai de sιmantique) per evitare il meccanicismo delle leggi fonetiche e dare spazio allo studio del cambiamento dei significati, accanto a quello delle evoluzioni fonetiche.