Aristotele, il primo biologo della storia
Storia degli animali è il più esteso trattato di zoologia scritto dal filosofo Aristotele. In realtà il modo in cui viene solitamente tradotto il titolo non é corretto: il termine greco istoria significa infatti "ricerca", "indagine" ed è proprio questo che contiene lo studio di Aristotele: la prima ricerca sull'anatomia, la riproduzione e il comportamento delle varie specie animali, ricostruiti a partire da letture di autori precedenti, dall'osservazione personale e da notizie raccolte da pescatori, cacciatori e contadini.
Il sorprendente metodo di riproduzione dei polpi
Aristotele notò per primo una curiosità riguardo i polpi. Dopo aver notato che nella copula essi "si uniscono attraverso la bocca, intrecciando i tentacoli", il filosofo aggiunse che "c'è anche chi afferma che il maschio possieda una specie di membro virile in uno dei suoi tentacoli e che questo membro sarebbe come un tendine che aderisce al tentacolo". Questo membro esiste veramente, si chiama hectocotylus ed è un tentacolo che i cefalopodi usano per trasferire alla femmina la spermatofora, una specie di capsula che contiene gli spermatozoi.
I cetacei: mammiferi che vivono sott'acqua
Aristotele non solo inserì per primo i cetacei tra i mammiferi, ma distinse anche pesci ossei e pesci cartilaginei, a secondo della loro struttura scheletrica. All'inizio del suo trattato, Aristotele segnale che "alcuni animali sono vivipari, altri ovipari e altri larvipari", terminologia tuttora utilizzata in ambito zoologico. Tra i primi egli inserisce i cetacei, come il delfino e i cosiddetti selaci", nome con cui designa i pesci a scheletro cartilagineo (per esempio, lo squalo e la razza).
Aristotele osservò anche che "gli animali che hanno latte ce l'hanno nelle mammelle. E hanno le mammelle tutti i vivipari, internamente o esternamente".
Lo studio del sistema venoso degli animali
Aristotele segnalava che la principale difficoltà nell'osservare i vasi sanguigni era dovuta al fatto che questi si schiacciano una volta svuotati del sangue, come nel caso di un animale sgozzato con un coltello. Egli notò inoltre che nei corpi umani ridotti a un'estrema magrezza è possibile determinare più facilmente dall'esterno l'origine e il percorso delle vene.
Per questo Aristotele faceva dimagrire gli animali e studiava dall'esterno, prima di ucciderli e analizzarne l'apparato circolatorio dall'interno.
Una nuova distinzione: vertebrati e invertebrati
Aristotele introdusse la distinzione tra animali con sangue (énaima) e animali senza sangue (ànaima), tentando di individuare un sistema di classificazione applicabile a tutte le specie viventi: "Gli animali si dividono in sanguini, per esempio l'uomo, il cavallo e tutti gli animali che sono apodi (senza piedi), bipedi o quadrupedi, e in non sanguigni, come, per esempio, l'ape, la vespa e, tra gli animali marini, la seppia, l'aragosta, ovvero tutti gli animali che hanno più di quattro piedi".
L'uovo di gallina o come si forma un essere vivente
Dobbiamo ad Aristotele il primo studio di embriologia, con la descrizione sistematica dello sviluppo dell'embrione del pollo all'interno dell'uovo.
"Dopo tre giorni e tre notti - osserva Aristotele - si nota la prima traccia dell'embrione: nella sostanza bianca appare il cuore come macchia rossa. Questa macchia palpita e si muove come se fosse dotata di vita".
Api: organizzazione sociale di un insetto
Anche se nel trattato Sulla Generazione degli animali aveva avanzato l'ipotesi che il miele fosse "una sostanza che cade dal cielo, soprattutto al sorgere delle stelle", lo studio di Aristotele sulle api rimane eccellente.
Il filosofo a proposito del loro ciclo vitale scrive: "Nel periodo in cui la larva ha depositato l'uovo nel favo, davanti dall'uovo c'è sempre del miele. Nel periodo in cui la larva è rinchiusa nella cera, le spuntano zampe e ali. E al momento in cui raggiunge il pieno sviluppo, rompe la membrana ed esce volando".
Tra le molte altre cose segnala che questo insetto è dotato di "istinto sociale", in quanto agisce "perseguendo un fine comune, come l'uomo oppure la formica".
Bibliografia:
Storica National Geographic Speciale n.5