Caratteri generali del taoismo
Il Taoismo e' un termine che designa sia un sistema filosofico sia una religione organizzata, derivati entrambi dal l'insegnamento di uno dei grandi filosofi cinesi dell'antichità, Lao Tzu, che la tradizione vuole contemporaneo di Confucio (secc. VI-V a.C.). Il Tao Teh- ching (Libro della via e della virtù), in cui sono raccolti pensieri e massime di Lao -Tzu, costituisce la base del taoismo assieme agli scritti di due tra i suoi maggiori discepoli, Chuang-tzu e Lieh-tzu. Il punto di partenza dei pensatori taoisti non è filosofico ma religioso-magico è si fonda su discipline
(alimentari, respiratorie, igieniche) molto più antiche, già praticate dagli sciamani allo Jacopo di ritardare indefinitamente l'invecchiamento dell'individuo ( assicurando una immortalità spirituale e materiale allo stesso tempo) e di temprare il corpo fino a renderlo capace di affrontare, nell'universo, "viaggi" in stato di estasi. Su questa base di tradizioni magico- sciamaniche si sarebbe sviluppata la filosofia taoista, che oppone al rigore morale, ai riti, all'organizzazione socio-politica confuciani, un ideale di vita autonoma, naturale, libera e gioiosa. Tutte le miserie di questo mondo derivano da intralci, da aggiunte superflue e deformazioni, imposte alla natura dalla cultura, che indeboliscono il "principio vitale".
E' quindi indispensabile, allo scopo di condurre una miglior vita, ritrovare la perfetta semplicità dell'essere allo stato primordiale conformandosi ai ritmi della vita universale.
Bisogna essere come il Grande Tutto, il quale è silenzio, quiete e perfetta indifferenza. Partendo dall'esempio della natura che è caratterizzata,almeno in apparenza, dal non-agire (wu wei), i filosofi taoisti si dedicarono alla riflessione sul principio cosmico, che da' origine alla sostanza e alla forma dell'essere nel suo mutare. Tale principio si identifica con il tao e in esso agisce una virtù o forza vitale, il teh, che si esplica pienamente in chi si identifica il più possibile con il tao adottando un comportamento inattivo, passivo, senza sforzo e senza scopo. Questa virtù derivante dal non agire e' dunque puramente vitalistica e amorale, tuttavia anche i taoisti, a partire da Lao-tzu, non sfuggono alla preoccupazione, comune a tutto il pensiero cinese, di dare regole di vita valevoli per l'umana convivenza sociale: se un governante vuole attenersi al tao, deve ridurre al minimo l'ingerenza della politica nella vita dei suoi sudditi, secondo la massima del Tao Teh-ching "se io pratico il non agire, il popolo si trasforma da solo".
Il taoismo, le cui idee erano troppo utopistiche perché un governo potesse adottarle, fu riconosciuto come i dottrina ufficiale soltanto per un breve periodo, nel sec. VIII, mentre per duemila anni lo stato cinese ebbe invece un'impronta confuciana. Il taoismo esercito' nondimeno una profonda influenza su tutto il pensiero cinese contribuendo alla concezione del potere (fondato in parte sul possesso di particolari requisiti magico- religiosi) e delle teorie di governo. Notevole e' stato poi l'apporto del pensiero taoista all'arte, alla letteratura e soprattutto alla poesia. Molti studiosi riconoscono infine al taoismo il merito di avere fatto progredire la chimica e la medicina attraverso l'alchimia e la ricerca di erbe medicamentose che dovevano assicurare l'immortalità. Ma a tali pratiche, i taoisti si dedicarono solo quando, nel sec. II a.C., con Chang Tao-ling (famoso taumaturgo che divenne il primo maestro celeste) il taoismo si strutturo' come religione.
Fu proprio la fama di guaritore di Chang Tao-ling a favorire il diffondersi di un credo religioso eclettico, ispirato ai principi filosofici taoisti, ma influenzato sia da elementi buddihisti sia da più antiche pratiche e credenze della religione popolare.
Nel pantheon taoista, sotto alla divinità suprema Yuhuang (l'imperatore di Giada), che è una rozza antropomorfizzazione del tao originario, trovano posto tutte le divinità tradizionali della vita quotidiana mutate dal substrato preesistente della religione popolare, oltre a numerosi uomini deificati, considerati santi (sheng) e patroni dei vari ceti sociali e delle categorie produttive.
A partire dal sec. VII il taoismo ebbe una grande fioritura e a Lao-tzu furono dedicati templi commemorativi. Sul modello buddhista vennero fondati monasteri e furono introdotte norme monastiche anche per i laici. Nella Cina settentrionale ebbe diffusione soprattutto la setta del "Tao della verità completa", più interessata alla ricerca della perfezione individuale, mentre al sud ebbe maggiore sviluppo la setta del "Tao dell'unità ortodossa", dedita prevalentemente alle ricerche alchimistiche e a pratiche quali l'esorcismo, la fabbricazione di amuleti, la necromanzia e l'astrologia.
La degenerazione superstiziosa ha segnato il limite dal taoismo come religione e al tempo stesso ha costituito la condizione del suo successo presso le masse popolari. Esso, d'altra parte, ha sempre mantenuto nei secoli, una profonda carica eversiva rispetto alla ortodossia confuciana dominante, e spesso e' stato ispiratore di rivolte contadine antidinastiche. Anche presso la classe colta il taoismo come sistema filosofico non è mai venuto meno, e ha rappresentato un filone perenne del pensiero cinese come ideologia permissiva della vita privata, contrapponendosi e integrando l'ideologia della vita pubblica, imperniata invece sui rigidi canoni confuciani.