Filosofia del linguaggio nell'età moderna
Con l’età moderna la riflessione sul linguaggio va intrecciandosi ai nuovi problemi logici ed epistemologici. Fra i temi principali emergono quelli della convenzionalità del linguaggio come sistema di segni, della ricerca di una lingua universale, dell’origine storica del linguaggio.
Il convenzionalismo linguistico
Fautori della tesi della convenzionalità del linguaggio furono i filosofi inglesi Francesco Bacone e Thomas Hobbes, eredi della tradizione nominalistica medievale; ma una riflessione approfondita è svolta soprattutto dal filosofo empirista inglese John Locke nel terzo libro del suo Saggio sull’intelletto umano: ponendo le basi della moderna semiotica, egli afferma che le parole sono segni arbitrari e convenzionali delle idee, che a loro volta sono segni delle cose.
La lingua universale
Riallacciandosi agli studi grammaticali medievali per armonizzarli con il razionalismo di Cartesio, i filosofi della “scuola di Port-Royal”, come Antoine Arnauld e Pierre Nicole (1625-1695), elaborarono la concezione di una “grammatica generale e ragionata”, cioè di un sistema linguistico universale che sarebbe alla base di tutte le lingue particolari e che corrisponderebbe alle leggi del pensiero. Nel Settecento Gottfried Leibniz avanzò il progetto di una characteristica universalis, cioè di un linguaggio simbolico universale, nel quale i rapporti fra i simboli impiegati esprimessero direttamente le relazioni logiche fra i concetti.
Così come alla “grammatica” di Port-Royal si rifarà nel Novecento la ricerca linguistica di Noam Chomsky, al progetto di Leibniz si riallaccerà la logica simbolica contemporanea, nata nell’Ottocento per merito del matematico irlandese George Boole.
Il problema dell'origine storica del linguaggio
Nel Settecento una riflessione originale sul linguaggio è svolta dal filosofo napoletano Giambattista Vico: reagendo alle concezioni della genesi convenzionale del linguaggio, egli sottolinea come alle sue origini sia da porre la “sapienza poetica”, quale modo di espressione di sentimenti e affetti dell’umanità “fanciulla”, in cui prevaleva la fantasia sulla ragione. Le teorie di Vico, se rimasero alquanto isolate nel suo tempo, dominato dalle concezioni del razionalismo e dell’empirismo, saranno riprese nella cultura contemporanea da Benedetto Croce, che teorizzerà la riduzione della linguistica all’estetica. Indipendentemente da Vico, una ricerca dell’origine del linguaggio a partire dal “linguaggio d’azione”, originato dall’istinto e non dalla riflessione, fu svolta nell’età dell’Illuminismo dal filosofo francese Etienne de Condillac.
Con il Rinascimento comincia un processo che distingue definitivamente la tradizione occidentale dalle altre tradizioni di riflessione linguistica. Si tratta della grammatizzazione dei vernacoli europei e di altre lingue del mondo sulla base di concetti e tecniche elaborati per il greco e adattati poi per prima cosa al latino. Questo processo, che si avvia con episodi sporadici sin dal VII secolo, conosce una crescita esponenziale a partire dal primo terzo del XVI secolo. Gli umanisti vogliono rompere con il latino medievale e insieme ripristinare quello dei classici, e contribuiscono così fortemente a farne una lingua morta. Si sviluppa la stampa e il pubblico dei lettori cresce in modo significativo. La diffusione delle conoscenze empiriche provocata dalla grammatizzazione pone il problema della conoscenza generale delle lingue, al quale tentano di rispondere i progetti di lingue universali, la grammatica generale, alcuni studi comparativi per famiglie (lingue germaniche, semitiche, ugro-finniche) e alcune ampie compilazioni. Nell'età dell'Illuminismo, i «grammatici filosofi», che vogliono differenziarsi dai semplici «grammatisti», si pongono l'obiettivo di costruire una scienza delle lingue. Si tratta di un progetto che sembra non avere alcun corrispettivo di pari ampiezza al di fuori della tradizione europea. Essi affrontano il problema dell'origine del linguaggio su nuove basi, senza alcuna ipoteca religiosa. La digitalizzazione cartesiana della mente trasforma profondamente la logica, che a poco a poco viene ad essere considerata come un calcolo sulle idee. L'impatto con la molteplicità delle lingue, infine, fa nascere una riflessione semantica completamente nuova, che per la prima volta si trova ad affrontare la questione della relatività linguistica.
La prima grammatica manoscritta del nahuatl risale al 1547 e la prima grammatica a stampa è del 1594. Alla fine del XVI secolo, soltanto il patrimonio spagnolo in materia riguarda 331ingue, alla fine del XVII secolo, 86 e alla fine del XVIII, 158. Un fenomeno del tutto inedito nella storia dell'umanità.
1492, A. de Nebrija (1444-1522) pubblica la prima grammatica del castigliano.
1524, Linacre (1460-1524), De emendata structura latini sermonis.
1529, Trissino (1478-1550) pubblica una traduzione italiana del De vul
gari eloquentia di Dante (il testo latino sarà pubblicato soltanto nel 1577). 1534, Ickelsamer (ca 1500-ca 1541), prima grammatica del tedesco. 1536, F. de Oliveira (1507-1581), Grammatica da Linguagem Portuguesa
(prima grammatica del portoghese).
1539, ordinanza di Villers-Cotterets che fa del francese la lingua ufficiale del regno.
1540, G. C. Scaligero (1484-1558), De causis linguae latinae (studio delle cause della lingua latina, cioè utilizzazione del modello della fisica aristotelica per costruire una grammatica teorica).
1550, L. Meigret (1510-ca 1558), Le Trettι de Grammιre francoeze.
1555, Petrus Ramus (1515-1572), Dialectica.
1555, C. Gessner (1516-1565), in una famosa compilazione (Mithridates. De differentiis linguarum) sostiene l'idea che lo studio delle lingue è un'attività «liberale»; considera la diversità delle lingue esaminando le «parentele» e le «differenze».
Gentilis de Cingulo (1551-1611), Quaestiones super Priscianum Minorem. 1562, Ramus, Gramere.
1588, T. Bright (1551-1615), Characterie, presentazione di una forma di comunicazione internazionale.
1596, W. Bullokar (1530-1609), Pamphlets for Grammar (prima grammatica di inglese).
1587, F. Sanctius (1523-1601), Minerva sive de causis latinae linguae. 1596, L. Zizanius, prima grammatica dello slavo.
1605, F. Bacone (1561-1626), nel suo saggio Advancement of Learning, propone l'idea di una lingua universale il cui modello sarebbe la lingua cinese. A lui si deve anche l'idea di una grammatica filosofica, cioè «scientifica».
1619, Ratke (1571-1635), Grammatica Universalis/Allgemeine Sprachlehre.
1619, Helwνg (1581-1617), Libri didattici, grammaticae universalis [...].
1637, Lettera di R. Descartes (1596-1650) a Mersenne (1588-1648) sulla lingua universale.
1635, fondazione dell'Accademia francese.
1637, R. Descartes, Discours de la mèthode.
1638, j. jungius (1587-1657), Logica hamburgensis.
1638, Ohienart (1592-1667) nota l'assenza dell'accusativo in basco e la presenza di quello che chiama casus agentivus (prima descrizione della costruzione ergativa).
1638, Campanella (1568-1639), Philosophiae rationalis partes quinque (una grammatica universale).
1650, C. Lancelot (1615-1695), Nouvelle Mιthode latine.
1654, Caramuel y Lobkowitz, Grammatica Audax.
1655, T. Hobbes (1588-1679) nel De Corpore (prima parte: Logica) difende tesi nominaliste ed equipara il ragionamento a un calcolo sulle parole.
1657-58, B. Pascal (1623-1662) redige due opuscoli (De l'esprit gιomιtrique, De Part de persuader) che verranno utilizzati nella Logica di Port-Royal; in particolare, egli considera la definizione come una sintesi del discorso.
1660-62, lavori linguistici e logici degli autori di Port Royal: Grammaire gènèrale ou raisonnè (1660) del filosofo A. Arnauld (1612-1694) e del grammatico C. Lancelot (1615-1695); La logique ou Part de penser (1662) di Arnauld e P. Nicole (1625-1695). Si tratta, da un lato, di fare un'introduzione metodologica alle grammatiche delle lingue particolari (Lancelot ne redige per il latino e per differenti lingue romanze), cosi come col Discours de la mèthode Descartes aveva introdotto tre trattati scientifici che lo accompagnavano; dall'altro di fondare la logica sull'analisi delle idee. Se lo stile della grammatica ragionata si va progressivamente affermando, bisogna attendere i grammatici dell'Encyclopιdie perchè il progetto di una grammatica generale, il cui oggetto è costituito dall'insieme delle lingue, divenga un programma di ricerca operativo.
1661, G. Dalgarno (1626-1687), Ars signorum.
1666, G. W. Leibniz (1646-1716), De arte combinatoria.
1668, G. de Cordemoy (1626-1684), Discours physique de la parole. 1668, J. Wilkins (1614-1672), Essay towards a Real Character.
1674, G. W. Leibniz, nella prefazione all'edizione da lui curata del saggio di Mario Nizolio, Anti-barbarus seu de veris principia's et vera ratione philosophandi contro pseudo-philosophos (Parma, 1533), critica il nominalismo di Hobbes.
1675, B. Lamy (1640-1715), L'art de parler (dal 1688 l'opera, rimaneggiata, prenderà il titolo di La rethorique, ou Part de parler).
1678, R. Simon (1638-1712), Histoire critique de l'Ancien Testament (propone uno studio filologico del testo biblico e della sua composizione).
1684, G. W. Leibniz, Meditationes de cognitione, veritate et ideis, articolo apparso negli Acta Eruditorum di Lipsia.
1686, F. Lodwick (1619-1694), Essay towards an Universal Alphabet.
1689, G. Hickes (1642-1715), nelle sue Institutiones grammaticae anglosaxonicae et moesogothicae, intende fornire un'introduzione allo studio delle lingue germaniche, come quella di Port-Royal per lo studio delle lingue romanze. Redige, infatti, una grammatica storico-comparata di ciò che chiama «mesogotico» (la lingua della Bibbia di Ulphila) e dell'anglosassone; è la prima volta che ci si interessa della grammatica di una lingua morta, mai grammatizzata finchè fu in uso.
1690, J. Locke (1624-1704), Essay Concerning Human Understanding. 1694, pubblicazione del Dictionnaire de l'Acadιmie franpise.
1700 J. C. Amman (1669-1724), nella sua Dissertatio de loquela [...], fa il punto sul suo metodo per insegnare ai sordomuti il linguaggio orale.
1702, H. Ludolf (1624-1704), Dissertatio de harmonia linguae aethiopicae cum ceteris orientalibus (comparazione di gran parte delle lingue semitiche).
1704, G. W. Leibniz, Nouveaux Essais sur l'entendement bumain (pubblicato nel 1765). La maggior parte dei lavori di Leibniz sulla logica e/o sulla caratteristica universale rimasero inediti vivente l'autore.
1718, G. Girard (1677-1748), La justesse de la langue franpise ou les differentes significations des mots qui passent pour synonimes.
1725, G. B. Vico (1668-1744), in La scienza nuova, sviluppa l'idea che la scienza dell'uomo (essenzialmente la filologia) è la scienza del futuro.
1728, C. Wolff (1679-1754), Philosophia rationalis sive logica. 1730, C. Dumarsais (1676-1756), Traitè des tropes.
1738-41, Warburton (1699-1779) pubblica i tre volumi della Divine Legation of Moses, di cui una parte verrà tradotta in francese con il titolo Essai sur les Hiιroglyphes (1764); è la prima presentazione genetica della storia delle diverse scritture.
1739, Padre H. Bougeant (1690-1749), Amusement philosophique sur le langage des bιtes.
1741, A. Ferrein (1693-1738) legge una memoria alla Acadιmie royale des sciences (De la Formation de la voix de l'homme), in cui dimostra il ruolo delle membrane della glottide, che chiama corde vocali.
1743, pubblicazione di una lettera di P. Pons (1638-1732) sulla Grammaire des Brahmanes.
1746, Condillac (1715-1780), nell'Essai sur l'origine des connaissances humaines, presenta un modello per l'origine delle lingue. E' l'inizio di un dibattito che culminerà nel 1769 con il concorso bandito dall'Accademia di Berlino.
1747, Padre Girard, in Les vrais principes de la langue francaise, propone una tipologia delle lingue: lingue analogiche, che seguono l'ordine naturale della gradazione del pensiero (francese, italiano, spagnolo); lingue traspositive, che seguono soltanto l'ordine dell'immaginazione, il che è reso possibile dalla presenza di una flessione dei casi (latino, russo, slavo); lingue miste, come il greco o il tedesco, che partecipano delle altre due classi.
1748, Maupertuis (1698-1759), Rιflexions philosophiques sur l'origine des langues et la signification des mots.
1751, J. Harris (1709-1780), Hermes, or a Philosophical Inquiry Concerning Universal Grammar, trattato sulla grammatica universale.
1759, j. D. Michaelis (1717-1791) ottiene il premio dell'Accademia di Berlino per la sua dissertazione in risposta alla domanda su «L'influenza delle opinioni sul linguaggio e del linguaggio sulle opinioni», pubblicato in tedesco nel 1760, verrà tradotto in francese, con numerose aggiunte, nel 1762.
1751-75, pubblicazione dell'Encyclopèdie. La parte relativa alla grammatica è diretta da Dumarsais, quindi da N. Beauzιe (1717-1789).
1763?, j. J. Rousseau (1712-1778), Essai sur l'origine des langues où il est parlè de la mèlodie et de l'imitation musicale.
1764, J. Lambert (1728-1771), Neues Organon.
1765, Ch. de Brosses (1709-1777), Traitè de la formation mècanique des langues, ou principes physiques de l'ètymologie.
1767, N. Beauzιe, Grammaire gènèrale.
1769 L'Accademia di Berlino bandisce un concorso per una risposta alla questione dell'origine del linguaggio. Il premio sarà vinto da Herder con 1'Abhandlung ùber den Ursprung der Sprache.
1771, Padre J. A. T. Dinouart (1716-1786), L'art de se taire.
1772, j. G. Herder (1744-1803), pubblicazione dell'Abhandlung ùber den Ursprung der Sprache.
1774, A. Court de Gιbelin (1725-1784), Grammaire universelle et comparative.
1775, Condillac, Grammaire.
1772-1826, nell'ultimo quarto del XVIII secolo vengono pubblicate numerose opere il cui fine è una conoscenza dell'uomo che passi attraverso la conoscenza delle lingue del mondo. Sono basate su solide compilazioni in cui il numero delle lingue prese in considerazione aumenta costantemente. Questa tendenza proseguirà fino al XIX secolo: J. Burnet (Lord Monboddo, 1714-1799), Of the Oragin and Progress of Language (Edinburgh, 6 voll., 1772-92); A. Court de Gιbelin, Monde primitif analysè et comparè avec le mond moderne (Paris, opera interrotta al IX volume, 1773-82); padre Lorenzo Hervàs y Panduro (1735-1809), Catalogo de las lenguas de las nariones conocidas, y, numeracion, division _y classes de estas segun la diversidad de sus idiomas y dialectos (Madrid, 6 voll., 1800-5); J. C. Adelung (1738-1806) e J. S. Vater (1771-1826), Mithridates oder allgemeine Sprachenkunde mit dem Vater unser als Sprachprobe in bey nahe fiinfhundert Sprachen und Mundarten (Berlin, 180617); A. Balbi (1782-1848), Atlas ethnographique du globe ou classification des peuple anciens et modernes d'après leurs langues (Paris, 2 voll., 1826).
1780, Condillac, Logique.
1781, C. G. Katzenstein (1723-1795), Tentamen coronatum de voce, progetto di un organo in grado di riprodurre le cinque vocali. Vince il premio dell'Accademia di San Pietroburgo.
1782-86, N. Beauzèe e Marmontel (1723-1799), Encyclopèdie mèthodique, Grammaire et littèrature. Si tratta della riedizione di articoli dell'Encyclopèdie, spesso rimaneggiati e ampliati, assieme a nuove voci, relative in particolare alla storia delle lingue. Quello dei grammatici filosofi è un importante e innovativo lavoro d'insieme. Con il suo successo editoriale, contribuì alla trasformazione dei riferimenti culturali: la maggior parte dei testi citati (relativi all'antichità e al periodo che comincia con il Rinascimento) non lo sarà più in seguito perchè le loro acquisizioni sono ormai integrate nella conoscenza comune.
1784, Ch. M. L'Epèe, La veritable manière d'instruire les sourds-muets, confirmè par une longue expèrience (si abbandona la prospettiva oralista di Amman, a vantaggio di una lingua dei segni).
Il 15 gennaio 1784 viene fondata, a Calcutta, la Società asiatica del Bengala che, a partire dal 1788, pubblica in volumi le Asiatick Researches or Transactions. Il primo numero contiene un discorso di W. Jones, tenuto nel 1786. Il funzionario britannico sottolinea che le affinità tra il greco, il latino e il sanscrito sono tali che queste lingue devono avere una radice comune forse non più esistente, e lo stesso vale per il gotico e il celtico.
1786, J. Horne Tooke (1736-1812) nel suo EPEA PTEROENTA, or the Diversions of Purley, tenta di ricondurre le relazioni grammaticali a relazioni etimologiche tra parole.
1787, S. F. M. Morus, Discrimines sensus ac significationis in interpretando.
1789, R. A. Sicard, Mιmoire sur Part d'instruire le sourd-muets de naissance (seguiranno numerose pubblicazioni, tra cui la Thèorie des signes pour l'instruction des sourd-muets de naissance, 1808).
1790, Paolino a S. Bartholomaco (1748-1806), Sidharubam, seu grammatica samscradamica.
1791, W. von Kempelen (1734-1804), Mechanismus der menschliche Sprache nebst Beschreibung einer sprechenden Machine.
1795, F. A. Wolf, Prolegomena ad Homerum, studio filologico delle opere del poeta greco, che mette in discussione l'unità della loro composizione. Wolf, professore a Halle, è il fondatore della scuola filologica tedesca.
1795, J. G. Fichte (1762-1814), in un saggio (Von der Sprachfàighkeit und dem Ursprung der Sprache) spiega la necessità di «dedurre» l'invenzione del linguaggio e di sostituire la descrizione empirica con una storia a priori del linguaggio.
1797, j. de Maimieux (1753-1820), Pasigraphie.
1798, Condillac, pubblicazione postuma della Langue des calculs (incompiuto), nel vol. XXIII delle sue (Euvres complètes).
1799, j. G. Herder, Metakritik zur Kritik der reinen Vernunft.
1799, R. A. Sicard, Elèments de grammaire gènèrale.
1799, S. Gyarmathi (1751-1830), nel suo Affinitas linguae hungaricae cum linguis fennicae originis grammaticae demonstrata, dimostra l'appartenenza alla stessa famiglia dell'ugro e del finnico; estende la comparazione ad altre lingue ugro-finniche.
Il convenzionalismo linguistico
Fautori della tesi della convenzionalità del linguaggio furono i filosofi inglesi Francesco Bacone e Thomas Hobbes, eredi della tradizione nominalistica medievale; ma una riflessione approfondita è svolta soprattutto dal filosofo empirista inglese John Locke nel terzo libro del suo Saggio sull’intelletto umano: ponendo le basi della moderna semiotica, egli afferma che le parole sono segni arbitrari e convenzionali delle idee, che a loro volta sono segni delle cose.
La lingua universale
Riallacciandosi agli studi grammaticali medievali per armonizzarli con il razionalismo di Cartesio, i filosofi della “scuola di Port-Royal”, come Antoine Arnauld e Pierre Nicole (1625-1695), elaborarono la concezione di una “grammatica generale e ragionata”, cioè di un sistema linguistico universale che sarebbe alla base di tutte le lingue particolari e che corrisponderebbe alle leggi del pensiero. Nel Settecento Gottfried Leibniz avanzò il progetto di una characteristica universalis, cioè di un linguaggio simbolico universale, nel quale i rapporti fra i simboli impiegati esprimessero direttamente le relazioni logiche fra i concetti.
Così come alla “grammatica” di Port-Royal si rifarà nel Novecento la ricerca linguistica di Noam Chomsky, al progetto di Leibniz si riallaccerà la logica simbolica contemporanea, nata nell’Ottocento per merito del matematico irlandese George Boole.
Il problema dell'origine storica del linguaggio
Nel Settecento una riflessione originale sul linguaggio è svolta dal filosofo napoletano Giambattista Vico: reagendo alle concezioni della genesi convenzionale del linguaggio, egli sottolinea come alle sue origini sia da porre la “sapienza poetica”, quale modo di espressione di sentimenti e affetti dell’umanità “fanciulla”, in cui prevaleva la fantasia sulla ragione. Le teorie di Vico, se rimasero alquanto isolate nel suo tempo, dominato dalle concezioni del razionalismo e dell’empirismo, saranno riprese nella cultura contemporanea da Benedetto Croce, che teorizzerà la riduzione della linguistica all’estetica. Indipendentemente da Vico, una ricerca dell’origine del linguaggio a partire dal “linguaggio d’azione”, originato dall’istinto e non dalla riflessione, fu svolta nell’età dell’Illuminismo dal filosofo francese Etienne de Condillac.
Con il Rinascimento comincia un processo che distingue definitivamente la tradizione occidentale dalle altre tradizioni di riflessione linguistica. Si tratta della grammatizzazione dei vernacoli europei e di altre lingue del mondo sulla base di concetti e tecniche elaborati per il greco e adattati poi per prima cosa al latino. Questo processo, che si avvia con episodi sporadici sin dal VII secolo, conosce una crescita esponenziale a partire dal primo terzo del XVI secolo. Gli umanisti vogliono rompere con il latino medievale e insieme ripristinare quello dei classici, e contribuiscono così fortemente a farne una lingua morta. Si sviluppa la stampa e il pubblico dei lettori cresce in modo significativo. La diffusione delle conoscenze empiriche provocata dalla grammatizzazione pone il problema della conoscenza generale delle lingue, al quale tentano di rispondere i progetti di lingue universali, la grammatica generale, alcuni studi comparativi per famiglie (lingue germaniche, semitiche, ugro-finniche) e alcune ampie compilazioni. Nell'età dell'Illuminismo, i «grammatici filosofi», che vogliono differenziarsi dai semplici «grammatisti», si pongono l'obiettivo di costruire una scienza delle lingue. Si tratta di un progetto che sembra non avere alcun corrispettivo di pari ampiezza al di fuori della tradizione europea. Essi affrontano il problema dell'origine del linguaggio su nuove basi, senza alcuna ipoteca religiosa. La digitalizzazione cartesiana della mente trasforma profondamente la logica, che a poco a poco viene ad essere considerata come un calcolo sulle idee. L'impatto con la molteplicità delle lingue, infine, fa nascere una riflessione semantica completamente nuova, che per la prima volta si trova ad affrontare la questione della relatività linguistica.
La prima grammatica manoscritta del nahuatl risale al 1547 e la prima grammatica a stampa è del 1594. Alla fine del XVI secolo, soltanto il patrimonio spagnolo in materia riguarda 331ingue, alla fine del XVII secolo, 86 e alla fine del XVIII, 158. Un fenomeno del tutto inedito nella storia dell'umanità.
1492, A. de Nebrija (1444-1522) pubblica la prima grammatica del castigliano.
1524, Linacre (1460-1524), De emendata structura latini sermonis.
1529, Trissino (1478-1550) pubblica una traduzione italiana del De vul
gari eloquentia di Dante (il testo latino sarà pubblicato soltanto nel 1577). 1534, Ickelsamer (ca 1500-ca 1541), prima grammatica del tedesco. 1536, F. de Oliveira (1507-1581), Grammatica da Linguagem Portuguesa
(prima grammatica del portoghese).
1539, ordinanza di Villers-Cotterets che fa del francese la lingua ufficiale del regno.
1540, G. C. Scaligero (1484-1558), De causis linguae latinae (studio delle cause della lingua latina, cioè utilizzazione del modello della fisica aristotelica per costruire una grammatica teorica).
1550, L. Meigret (1510-ca 1558), Le Trettι de Grammιre francoeze.
1555, Petrus Ramus (1515-1572), Dialectica.
1555, C. Gessner (1516-1565), in una famosa compilazione (Mithridates. De differentiis linguarum) sostiene l'idea che lo studio delle lingue è un'attività «liberale»; considera la diversità delle lingue esaminando le «parentele» e le «differenze».
Gentilis de Cingulo (1551-1611), Quaestiones super Priscianum Minorem. 1562, Ramus, Gramere.
1588, T. Bright (1551-1615), Characterie, presentazione di una forma di comunicazione internazionale.
1596, W. Bullokar (1530-1609), Pamphlets for Grammar (prima grammatica di inglese).
1587, F. Sanctius (1523-1601), Minerva sive de causis latinae linguae. 1596, L. Zizanius, prima grammatica dello slavo.
1605, F. Bacone (1561-1626), nel suo saggio Advancement of Learning, propone l'idea di una lingua universale il cui modello sarebbe la lingua cinese. A lui si deve anche l'idea di una grammatica filosofica, cioè «scientifica».
1619, Ratke (1571-1635), Grammatica Universalis/Allgemeine Sprachlehre.
1619, Helwνg (1581-1617), Libri didattici, grammaticae universalis [...].
1637, Lettera di R. Descartes (1596-1650) a Mersenne (1588-1648) sulla lingua universale.
1635, fondazione dell'Accademia francese.
1637, R. Descartes, Discours de la mèthode.
1638, j. jungius (1587-1657), Logica hamburgensis.
1638, Ohienart (1592-1667) nota l'assenza dell'accusativo in basco e la presenza di quello che chiama casus agentivus (prima descrizione della costruzione ergativa).
1638, Campanella (1568-1639), Philosophiae rationalis partes quinque (una grammatica universale).
1650, C. Lancelot (1615-1695), Nouvelle Mιthode latine.
1654, Caramuel y Lobkowitz, Grammatica Audax.
1655, T. Hobbes (1588-1679) nel De Corpore (prima parte: Logica) difende tesi nominaliste ed equipara il ragionamento a un calcolo sulle parole.
1657-58, B. Pascal (1623-1662) redige due opuscoli (De l'esprit gιomιtrique, De Part de persuader) che verranno utilizzati nella Logica di Port-Royal; in particolare, egli considera la definizione come una sintesi del discorso.
1660-62, lavori linguistici e logici degli autori di Port Royal: Grammaire gènèrale ou raisonnè (1660) del filosofo A. Arnauld (1612-1694) e del grammatico C. Lancelot (1615-1695); La logique ou Part de penser (1662) di Arnauld e P. Nicole (1625-1695). Si tratta, da un lato, di fare un'introduzione metodologica alle grammatiche delle lingue particolari (Lancelot ne redige per il latino e per differenti lingue romanze), cosi come col Discours de la mèthode Descartes aveva introdotto tre trattati scientifici che lo accompagnavano; dall'altro di fondare la logica sull'analisi delle idee. Se lo stile della grammatica ragionata si va progressivamente affermando, bisogna attendere i grammatici dell'Encyclopιdie perchè il progetto di una grammatica generale, il cui oggetto è costituito dall'insieme delle lingue, divenga un programma di ricerca operativo.
1661, G. Dalgarno (1626-1687), Ars signorum.
1666, G. W. Leibniz (1646-1716), De arte combinatoria.
1668, G. de Cordemoy (1626-1684), Discours physique de la parole. 1668, J. Wilkins (1614-1672), Essay towards a Real Character.
1674, G. W. Leibniz, nella prefazione all'edizione da lui curata del saggio di Mario Nizolio, Anti-barbarus seu de veris principia's et vera ratione philosophandi contro pseudo-philosophos (Parma, 1533), critica il nominalismo di Hobbes.
1675, B. Lamy (1640-1715), L'art de parler (dal 1688 l'opera, rimaneggiata, prenderà il titolo di La rethorique, ou Part de parler).
1678, R. Simon (1638-1712), Histoire critique de l'Ancien Testament (propone uno studio filologico del testo biblico e della sua composizione).
1684, G. W. Leibniz, Meditationes de cognitione, veritate et ideis, articolo apparso negli Acta Eruditorum di Lipsia.
1686, F. Lodwick (1619-1694), Essay towards an Universal Alphabet.
1689, G. Hickes (1642-1715), nelle sue Institutiones grammaticae anglosaxonicae et moesogothicae, intende fornire un'introduzione allo studio delle lingue germaniche, come quella di Port-Royal per lo studio delle lingue romanze. Redige, infatti, una grammatica storico-comparata di ciò che chiama «mesogotico» (la lingua della Bibbia di Ulphila) e dell'anglosassone; è la prima volta che ci si interessa della grammatica di una lingua morta, mai grammatizzata finchè fu in uso.
1690, J. Locke (1624-1704), Essay Concerning Human Understanding. 1694, pubblicazione del Dictionnaire de l'Acadιmie franpise.
1700 J. C. Amman (1669-1724), nella sua Dissertatio de loquela [...], fa il punto sul suo metodo per insegnare ai sordomuti il linguaggio orale.
1702, H. Ludolf (1624-1704), Dissertatio de harmonia linguae aethiopicae cum ceteris orientalibus (comparazione di gran parte delle lingue semitiche).
1704, G. W. Leibniz, Nouveaux Essais sur l'entendement bumain (pubblicato nel 1765). La maggior parte dei lavori di Leibniz sulla logica e/o sulla caratteristica universale rimasero inediti vivente l'autore.
1718, G. Girard (1677-1748), La justesse de la langue franpise ou les differentes significations des mots qui passent pour synonimes.
1725, G. B. Vico (1668-1744), in La scienza nuova, sviluppa l'idea che la scienza dell'uomo (essenzialmente la filologia) è la scienza del futuro.
1728, C. Wolff (1679-1754), Philosophia rationalis sive logica. 1730, C. Dumarsais (1676-1756), Traitè des tropes.
1738-41, Warburton (1699-1779) pubblica i tre volumi della Divine Legation of Moses, di cui una parte verrà tradotta in francese con il titolo Essai sur les Hiιroglyphes (1764); è la prima presentazione genetica della storia delle diverse scritture.
1739, Padre H. Bougeant (1690-1749), Amusement philosophique sur le langage des bιtes.
1741, A. Ferrein (1693-1738) legge una memoria alla Acadιmie royale des sciences (De la Formation de la voix de l'homme), in cui dimostra il ruolo delle membrane della glottide, che chiama corde vocali.
1743, pubblicazione di una lettera di P. Pons (1638-1732) sulla Grammaire des Brahmanes.
1746, Condillac (1715-1780), nell'Essai sur l'origine des connaissances humaines, presenta un modello per l'origine delle lingue. E' l'inizio di un dibattito che culminerà nel 1769 con il concorso bandito dall'Accademia di Berlino.
1747, Padre Girard, in Les vrais principes de la langue francaise, propone una tipologia delle lingue: lingue analogiche, che seguono l'ordine naturale della gradazione del pensiero (francese, italiano, spagnolo); lingue traspositive, che seguono soltanto l'ordine dell'immaginazione, il che è reso possibile dalla presenza di una flessione dei casi (latino, russo, slavo); lingue miste, come il greco o il tedesco, che partecipano delle altre due classi.
1748, Maupertuis (1698-1759), Rιflexions philosophiques sur l'origine des langues et la signification des mots.
1751, J. Harris (1709-1780), Hermes, or a Philosophical Inquiry Concerning Universal Grammar, trattato sulla grammatica universale.
1759, j. D. Michaelis (1717-1791) ottiene il premio dell'Accademia di Berlino per la sua dissertazione in risposta alla domanda su «L'influenza delle opinioni sul linguaggio e del linguaggio sulle opinioni», pubblicato in tedesco nel 1760, verrà tradotto in francese, con numerose aggiunte, nel 1762.
1751-75, pubblicazione dell'Encyclopèdie. La parte relativa alla grammatica è diretta da Dumarsais, quindi da N. Beauzιe (1717-1789).
1763?, j. J. Rousseau (1712-1778), Essai sur l'origine des langues où il est parlè de la mèlodie et de l'imitation musicale.
1764, J. Lambert (1728-1771), Neues Organon.
1765, Ch. de Brosses (1709-1777), Traitè de la formation mècanique des langues, ou principes physiques de l'ètymologie.
1767, N. Beauzιe, Grammaire gènèrale.
1769 L'Accademia di Berlino bandisce un concorso per una risposta alla questione dell'origine del linguaggio. Il premio sarà vinto da Herder con 1'Abhandlung ùber den Ursprung der Sprache.
1771, Padre J. A. T. Dinouart (1716-1786), L'art de se taire.
1772, j. G. Herder (1744-1803), pubblicazione dell'Abhandlung ùber den Ursprung der Sprache.
1774, A. Court de Gιbelin (1725-1784), Grammaire universelle et comparative.
1775, Condillac, Grammaire.
1772-1826, nell'ultimo quarto del XVIII secolo vengono pubblicate numerose opere il cui fine è una conoscenza dell'uomo che passi attraverso la conoscenza delle lingue del mondo. Sono basate su solide compilazioni in cui il numero delle lingue prese in considerazione aumenta costantemente. Questa tendenza proseguirà fino al XIX secolo: J. Burnet (Lord Monboddo, 1714-1799), Of the Oragin and Progress of Language (Edinburgh, 6 voll., 1772-92); A. Court de Gιbelin, Monde primitif analysè et comparè avec le mond moderne (Paris, opera interrotta al IX volume, 1773-82); padre Lorenzo Hervàs y Panduro (1735-1809), Catalogo de las lenguas de las nariones conocidas, y, numeracion, division _y classes de estas segun la diversidad de sus idiomas y dialectos (Madrid, 6 voll., 1800-5); J. C. Adelung (1738-1806) e J. S. Vater (1771-1826), Mithridates oder allgemeine Sprachenkunde mit dem Vater unser als Sprachprobe in bey nahe fiinfhundert Sprachen und Mundarten (Berlin, 180617); A. Balbi (1782-1848), Atlas ethnographique du globe ou classification des peuple anciens et modernes d'après leurs langues (Paris, 2 voll., 1826).
1780, Condillac, Logique.
1781, C. G. Katzenstein (1723-1795), Tentamen coronatum de voce, progetto di un organo in grado di riprodurre le cinque vocali. Vince il premio dell'Accademia di San Pietroburgo.
1782-86, N. Beauzèe e Marmontel (1723-1799), Encyclopèdie mèthodique, Grammaire et littèrature. Si tratta della riedizione di articoli dell'Encyclopèdie, spesso rimaneggiati e ampliati, assieme a nuove voci, relative in particolare alla storia delle lingue. Quello dei grammatici filosofi è un importante e innovativo lavoro d'insieme. Con il suo successo editoriale, contribuì alla trasformazione dei riferimenti culturali: la maggior parte dei testi citati (relativi all'antichità e al periodo che comincia con il Rinascimento) non lo sarà più in seguito perchè le loro acquisizioni sono ormai integrate nella conoscenza comune.
1784, Ch. M. L'Epèe, La veritable manière d'instruire les sourds-muets, confirmè par une longue expèrience (si abbandona la prospettiva oralista di Amman, a vantaggio di una lingua dei segni).
Il 15 gennaio 1784 viene fondata, a Calcutta, la Società asiatica del Bengala che, a partire dal 1788, pubblica in volumi le Asiatick Researches or Transactions. Il primo numero contiene un discorso di W. Jones, tenuto nel 1786. Il funzionario britannico sottolinea che le affinità tra il greco, il latino e il sanscrito sono tali che queste lingue devono avere una radice comune forse non più esistente, e lo stesso vale per il gotico e il celtico.
1786, J. Horne Tooke (1736-1812) nel suo EPEA PTEROENTA, or the Diversions of Purley, tenta di ricondurre le relazioni grammaticali a relazioni etimologiche tra parole.
1787, S. F. M. Morus, Discrimines sensus ac significationis in interpretando.
1789, R. A. Sicard, Mιmoire sur Part d'instruire le sourd-muets de naissance (seguiranno numerose pubblicazioni, tra cui la Thèorie des signes pour l'instruction des sourd-muets de naissance, 1808).
1790, Paolino a S. Bartholomaco (1748-1806), Sidharubam, seu grammatica samscradamica.
1791, W. von Kempelen (1734-1804), Mechanismus der menschliche Sprache nebst Beschreibung einer sprechenden Machine.
1795, F. A. Wolf, Prolegomena ad Homerum, studio filologico delle opere del poeta greco, che mette in discussione l'unità della loro composizione. Wolf, professore a Halle, è il fondatore della scuola filologica tedesca.
1795, J. G. Fichte (1762-1814), in un saggio (Von der Sprachfàighkeit und dem Ursprung der Sprache) spiega la necessità di «dedurre» l'invenzione del linguaggio e di sostituire la descrizione empirica con una storia a priori del linguaggio.
1797, j. de Maimieux (1753-1820), Pasigraphie.
1798, Condillac, pubblicazione postuma della Langue des calculs (incompiuto), nel vol. XXIII delle sue (Euvres complètes).
1799, j. G. Herder, Metakritik zur Kritik der reinen Vernunft.
1799, R. A. Sicard, Elèments de grammaire gènèrale.
1799, S. Gyarmathi (1751-1830), nel suo Affinitas linguae hungaricae cum linguis fennicae originis grammaticae demonstrata, dimostra l'appartenenza alla stessa famiglia dell'ugro e del finnico; estende la comparazione ad altre lingue ugro-finniche.