La rivoluzione scientifica
L'espressione rivoluzione scientifica viene generalmente impiegata per caratterizzare la svolta che, a cavallo tra il Cinquecento e il Seicento, modifica radicalmente la concezione e i metodi del sapere.
Le grandi scoperte scientifiche (come e più delle contemporanee scoperte geografiche) disegnano i confini di un mondo nuovo rispetto a quello medioevale e rinascimentale. Le teorie di Copernico, Keplero e Galileo che mettono in crisi la fisica aristotelica e avviano l'elaborazione del nuovo sistema della natura che sarà poi edificato nella grande sintesi di Newton, sono solo alcuni esempi delle innovazioni culturali apportate dalla nuova scienza. A esse possiamo aggiungere la scoperta della circolazione del sangue operata da Harvey (1578-1657) che prefigura una nuova immagine dell'uomo più vicina al meccanicismo (l'uomo simile a una macchina) che al finalismo aristotelico, gli studi sul magnetismo di Gilbert (1540-1603), le ricerche di ottica, di chimica, di biologia, che avviano una nuova era per queste discipline.
Lo sviluppo di una scienza fondata sull'uso sistematico della matematica-tale da consentire il passaggio da una fisica qualitativa, come era quella aristotelico-scolastica, a una quantitativa, basata su misura ed esperimento (Galileo)-pone al suo centro il problema della determinazione del corretto metodo per il raggiungimento della verità.
I caratteri propri della metodologia scientifica, basati sul ricorso all'esperimento, ovvero a qualcosa che può essere riprodotto e valutato in modo collettivo e pubblico, aperto alla critica e alla discussione, danno vita a una nuova comunità di dotti, retta non più dal principio di autorità e dalla gerarchia, ma dalla libera discussione e dalla circolazione delle idee.
Le grandi istituzioni scientifiche che sorgono in questo periodo (come la Royal Society in Inghilterra) rappresentano un chiaro segnale di questo mutato clima intellettuale, mentre le questioni metodologiche e metafisiche proposte dai pensatori dello spessore di Bacone e Cartesio mostrano l'esigenza avvertita dalla filosofia di offrire una nuova interpretazione del problema della conoscenza e della realtà alla luce della nuova tradizione culturale.