Il Saggiatore
Il Saggiatore è, con il Dialogo sopra i due massimi sistemi, l'opera piú celebre di Galileo (Pisa 1564-Arcetri 1642). Essa nacque come replica alla Libra astronomica ac philosophica di Lothario Sarsi (pseudonimo del gesuita Orazio Grassi) e fu dedicata a Urbano VIII, appena assunto al soglio pontificio. Con il Saggiatore Galileo riappare in prima persona sulla scena culturale, dopo il monito del 1616 che gli vietava di professare o divulgare la teoria copernicana.
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Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo
Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (1632) è un trattato scientifico in forma dialogo di Galileo Galilei (1564-1642) a sostegno della teoria eliocentrica copernicana rispetto al modello geocentrico tolemaico appoggiato all’auctoritas di Aristotele e della filosofia scolastica. L’opera di Galileo verrà messa all’Indice nel 1633 e l’autore costretto ad abiurare le proprie tesi.
Temi e contenuti
Il Dialogo si innesta nel più ampio processo di smantellamento della cosmologia aristotelico-tolemaica che anticipa la rivoluzione scientifica a cavallo tra Seicento e Settecento, culminando poi nella filosofia dell’Illuminismo. Il dialogo si pone del resto al culmine del percorso di ricerca galileiano, che va dal Sidereus Nuncius (1610) al Saggiatore (1623), passando per le Lettere Copernicane. In accordo con i principi del metodo sperimentale e fondando le proprie argomentazioni sulle osservazioni concrete condotte con l’uso del cannocchiale, Galilei focalizza l’attenzione sulla questione delle maree, sostenendo la tesi - al giorno d’oggi, rivelatasi errata - che esse sarebbero il risultato della rotazione della Terra (e quindi, come prova decisiva a sostegno del sistema eliocentrico).
Tuttavia, per ottenere l’imprimatur ecclesiastico e per scansare le polemiche in ambito aristotelico e religioso (in particolar modo, tra i Gesuiti) sorte nel 1624 con Il Saggiatore, Galilei opta per modificare il titolo originario Dialogo sopra il flusso e il reflusso delle maree e appunto per la struttura dialogica, in cui, in modo apparentemente neutrale, i diversi personaggi presentano le due tesi e le prove a supporto. Da questo “dialogo”, protrattosi nell finzione dell’opera per quattro giorni, emerge la bontà delle tesi galileiane. L’ambientazione è quella del palazzo di Giovanni Francesco Sagredo (1571-1620).
I personaggi del Dialogo sono:
- Giovanni Sagredo, nobiluomo veneziano amico personale di Galileo e gran appassionato di scienze, che è ipoteticamente è super partes, incarnando l’uomo di cultura che è naturalmente predisposto al dialogo culturale e all’apertura mentale. In questo senso, ben presto Sagredo propende per le assennate dimostrazioni a favore del copernicanesimo piuttosto che per le infondate tesi aristoteliche a base del geocentrismo.
- Filippo Salviati (1571-1620), astronomo e nobile fiorentino, è aperto sostenitore della teoria eliocentrica; egli contesta il principio d’autorità cui si appella Simplicio ed illustra a Sagredo, in modo chiaro e comprensibile, i fondamenti scientifici del modello copernicano. Spesso Salviati si appella allo stesso Galileo, celato dietro il nome di “Accademico Linceo”, per comprovare le proprie affermazioni.
- Simplicio, sostenitore dell’aristotelismo (il suo nome sarebbe quello di Simplicio di Cilicia, un commentatore di Aristotele del VI secolo d.C.) e delle teorie geocentriche. Simplicio - nel cui nome è presente una sfumatura ironica, tanto che alcuni critici ne hanno paragonato la caratterizzazione a quella di Calandrino nel Decameron - è l’emblema dello scienziato-filosofo rinascimentale, ancora legato al principio d’autorità e al rispetto deferente della filosofia scolastica, acnhe quando questa sia in evidente conflitto con i dati empirici. Nei confronti di Simplicio e del suo dogmatismo fine a se stesso il narratore del Dialogo oscilla tra l’ironia (come quando Simplicio viene bloccato dalla bassa marea) e una certa evoluzione, che lo porta talvolta a ragionare in maniera meno rigida ed ortodossa.
Riassunto
La prima giornata si apre con la negazione, per voce di Salviati, della distinzione tra mondo celeste e mondo terrestre, cioè uno dei capisaldi della fisica aristotelica, e con la contestazione della perfezione del mondo, collegata al numero tre (secondo una tesi diffusa anche tra i pitagorici). Fondandosi sulle osservazioni col cannocchiale, che hanno mostrato l’irregolarità della superficie della Luna, e sulla scoperta di nuove stelle nella volta celeste, Salviati confuta anche la teoria sulla perfezione e l’incorruttibilità dei pianeti. Simplicio ribadisce il principio d’autorità e la validità dell’ipse dixit.
Nella seconda giornata, dopo le critiche rivolte a Simplicio, vengono confutate le teorie a favore della staticità della terra e viene riproposta la questione della caduta dei gravi. In entrambi i casi, Salviati fa riferimento al al principio della relatività galileiana, ovvero quel principio secondo cui, in un sistema chiuso (come quello dell’uomo sulla terra) non è possibile capire, osservando le esperienze meccaniche che vi avvengono all’interno, se i suoi enti siano in quiete o in moto.
Nella terza giornata, dopo che Simplicio è stato attardato da una bassa marea in laguna, Salviati dimostra la rotazione terrestre e sostiene che solo grazie alla teoria copernicana è possibile dare la spiegazione di quei fenomeni fino ad allora rimasti insoluti o, in alcuni casi, risolti con inutili complicanze. Si discute poi, sempre sulla falsariga delle argomentazioni galileiane in altre opere, sulla natura delle macchie solari e sull’apparizione di nuove stelle nel firmamento.
La quarta giornata tratta il problema delle maree, collegato secondo Galileo ai moti di rotazione e rivoluzione del globo terrestre e da lui posto (seppur erroneamente) alla base del sistema di prove a favore dell’eliocentrismo copernicano.
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Due Lezioni all'Accademia fiorentina
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Operazioni del compasso militare
Primo scritto firmato da Galileo, presentato come un gioco didattico destinato all'istruzione del principe Cosimo de' Medici, le Operazioni del compasso descrivono in realtà il funzionamento di uno strumento particolarmente evoluto e preciso che permetteva di rispondere, con l'applicazione di leggi matematiche, alle domande via via nuove poste dal progredire della tecnologia nel campo militare e delle discipline pratiche in generale. Misurazioni e calcoli risultavano facilitati e la vita dei tecnici semplificata a tal punto che Galileo dovette assumere un artigiano per costruire più esemplari del compasso e far fronte così alle richieste che gli provenivano dai suoi allievi, molti dei quali rampolli della nobiltà veneta. Vista la singolarità dello strumento e la varietà delle sue possibilità applicative, non mancarono tentativi di plagio che sfociarono anche in una causa legale.
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Dimostrazioni matematiche
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La bilancetta
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Sidereus Nuncius
Piccolo trattato messaggero di grandi e sconvolgenti verità, secondo la definizione dello stesso Galileo, il Sidereus nuncius è un testo epocale non solo per la storia della scienza ma anche per l'immaginario dell'uomo barocco. Le scoperte di cui si fece araldo, oltre che contribuire ad abbattere il paradigma aristotelico e tolemaico fondato sulla rigida distinzione tra il cielo e la terra, destarono sentimenti contrastanti di entusiasmo e di smarrita inquietudine su letterati, artisti, filosofi e, fatto insolito nella cultura italiana, sulla gente comune. Il cannocchiale, per la prima volta descrittovi diffusamente, uscì con quest'opera rivoluzionaria dai recinti specialistici dell'ottica per rivestirsi di valori simbolici che si riverberarono, come si dimostra nell'introduzione, sull'estetica, sull'etica e sulla critica letteraria, alimentando perfino una prosa fantascientifica conseguente alla scoperta di nuovi mondi. Galileo, nanimemente vittorioso nel confronto con Cristoforo Colombo, ottenne con il Sidereus una fama ecumenica, dalla Russia alla Cina, fino al Giappone, divenendo subito presso i poeti, da Marino a Milton, lo scienziato più rappresentativo della modernità.
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Capitolo contro il portare la toga
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