Metaetica, etica, morale
Ethos, etica, metaetica, moralità, eticità
Ethos (in greco, se scritta con la eta significa costume, carattere, oppure dimora - su questa accezione fa il suo gioco di parole Heidegger - ma se scritta con la epsilon significa abitudine). Viene oggi usato talvolta per designare i codici di norme e le tavole dei valori interiorizzati, condivisi dai gruppi, irriflessi, acquisiti con i processi di socializzazione. Nella stessa accezione, nella letteratura di lingua inglese si usa per lo più moralità = moralità.
Ethikè è la scienza dei costumi (Heidegger, partendo dal senso originario di "dimora" della parola ethos, tenta di dimostrare che l'etica come scienza dei costumi nascerebbe come risultato di una decadenza che ha fatto perdere il senso originario dell'ethos, non diversamente da come la logica sarebbe nata in risposta a una decadenza che ha fatto perdere il senso originario del logos).
Philosofia moralis: traduzione latina, da mores (costumi). In Kant: filosofia morale o etica pura (o metafisica dei costumi o morale in senso proprio) contrapposta a filosofia morale empirica; Moralitat (relativa all'intenzione) contrapposta a Legalitat (relativa agli atti esteriori);
Hegel: Moralitat= moralità (universale e astratta) contrapposta a Sittlichkeit=eticità (particolare e concreta)
Moore: etica vs casistica
filosofi analitici successivi: metaetica vs etica
metaetica è il discorso sulla natura e la giustificazione delle morali condotto da un punto di vista moralmente neutrale.
Quattro divisioni correnti:
A) Ethos - Etica
codici irriflessi - discorso critico sui codici (includente metaetica ed etica normativa, etica filosofica e dottrine morali)
B) Etica (filosofica) - (dottrina) morale:
teoria sull'ethos e le dottrine morali (Aristotele, Kant, Moore)
- codice riflesso e critico con contenuti di valore non necessariamente giustificati in base alla sola ragione (Buddha, Isaia)
C) Metaetica - etica normativa (etica applicata)
D) Moralità - Eticità
Inoltre: una distinzione diversa è usata da Erich Weil e Paul Ricoeur: ethique - morale (morale "aperta" - morale codificata). Un'altra distinzione è usata da Bernard Williams: etica (discorso antico sulla perfezione umana e le virtù; moralità: discorso e istituzione moderna vertente sulle obbligazioni, e quindi su norme e dovere).
Distinzione fra metaetica e etica normativa (ed etica applicata):
La metaetica è una sottodisciplina dell'etica, se quest'ultima è intesa nel senso più ampio come l'intera disciplina filosofica ha per oggetto le morali, cioè i diversi codici di norme condivisi da diversi individui o comunità. La metaetica si distingue secondo questo uso dall'etica normativa, cioè dalla discussione filosofica sulla bontà di determinate norme, giudizi, criteri di valutazione e dall'etica applicata, cioè dall'applicazione dell'etica normativa a casi della vita reale (come la bioetica e l'etica degli affari).
La distinzione fra metaetica e etica normativa è lungi dall'essere ovvia in quanto il confine fra i due campi può spostarsi secondo che si facciano proprie assunzioni teoriche diverse: per un non - cognitivista si contrappongono semplicemente metaetica e morale, per un utilitarista esiste un'etica normativa su basi puramente filosofiche ecc... Secondo la definizione oggi prevalente, la metaetica è la discussione sulla natura, la giustificazione, la razionalità, le condizioni di verità, lo statuto di codici, criteri, giudizi morali in generale, a prescindere dal loro contenuto specifico. Invece, fra gli anni trenta e sessanta, ai tempi cioè in cui predominavano l'intuizionismo, l'emotivismo, e poi il prescrittivismo, la metaetica era intesa come l'analisi del linguaggio morale e la sua distinzione dall'etica normativa era basata sul fatto che la seconda formula tesi etiche con contenuto morale positivo; la metaetica era quindi assolutamente neutrale dal punto di vista morale, mentre l'etica normativa non era parte della filosofia, in quanto la filosofia era intesa come analisi del linguaggio o lo studio di questioni puramente "analitiche" (e non sintetiche).
Etica: risposta a domande puramente valutative in campo morale:
1) questa azione è giusta o sbagliata?
2) azioni di questa categoria sono giuste o sbagliate?
3) quali sono gli atteggiamenti o disposizioni buone (virtù)?
4) esiste qualche principio di una certa generalità da cui si può ricavare la risposta alle domande precedenti?
Metaetica: risposta a domande non valutative ma non di tipo empirico (queste sono oggetto della sociologia e della psicologia) in campo morale: ci si chiede che cosa accade quando si fa un'asserzione del primo ordine? In particolare:
a) significato dei termini etici (semantica)
b) se vi sia una struttura particolare dell'argomentazione morale, dipendente magari da aspetti del significato dei termini morali (sintassi logica degli enunciati etici)
c) se ci sono anche domande ontologiche (distinte da quelle linguistiche o concettuali) sulla natura e lo statuto del bene o del giusto: per esempio "questa asserzione esprime una scoperta o una decisione?"
d) quale uso hanno gli enunciati secondo chi li emette e a chi sono destinati ? (pragmatica del discorso { Apel e Habermas pensano di giustificare la validità assoluta di certe norme a partire da considerazioni di questa categoria}.
e)l'ontologia morale, cioè il discorso sulla oggettività o soggettività dei valori e la natura di questi valori; c) la giustificazione dei giudizi morali: se i giudizi morali siano proposizioni che possono sì rientrare in sistemi più o meno coerenti ma non possono avere valori di verità e in questo caso come si possa giustificare l'adozione di queste norme.
Il termine metaetica è stato usato dai filosofi analitici per lo più per domande del gruppo (a) e (b); può essere utile usarlo per tutte le domande di secondo ordine.
L'etica normativa:
Dopo il 1958, anno di pubblicazione di "Il punto di vista morale" di Kurt Baier, si è chiusa una fase di discussione intensa di questioni di metaetica. La distinzione è divenuta molto meno netta a partire dagli anni della svolta post - analitica.
Fra i filosofi rimasti fedeli alla loro formazione analitica il campo di interesse prevalente è divenuto quello dell'etica normativa con un crescente spostamento in direzione di questioni di etica applicata (bioetica ed etica degli affari).
I dubbi sono cominciati con la famosa critica, svolta da W.V.O Quine della distinzione fra analitico e sintetico in "Due dogmi dell'empirismo" (1951) secondo la quale non esiste una linea di demarcazione netta fra i due ambiti ma invece ogni proposizione, anche la più generale, non è altro che un'ipotesi sempre rivedibile.
Una conseguenza importante in etica è il venir meno della certezza della neutralità morale
della metaetica e del suo carattere di analisi soltanto linguistica. Per Stevenson e Hare l'oggetto della metaetica era il linguaggio morale; Bernard Williams propone di allargarlo a esperienza, emozioni, azioni.
Rawls abbandona la metaetica: vede l'etica non più come un esame della morale ma come una sua "costruzione". E' l'attività di costruire un sistema di giudizi coerente a partire da "intuizioni", cioè giudizi già condivisi ma non sistematici, mediante il procedimento dell'equilibrio riflessivo.
L'etica applicata:
E' così chiamata l'etica normativa quando si rivolge allo studio degli aspetti etici di politiche o pratiche collettive o di linee di condotta individuali. Ha conosciuto un'enorme espansione nel mondo anglosassone a partire dagli anni Settanta; può anche essere considerata una rinascita della tradizione della casistica.
L'affermarsi di questo campo di studi, con riviste e centri di ricerca specializzati è stato un risvolto del fenomeno iniziato negli Stati Uniti della trasformazione del filosofo morale in consulente, dapprima di enti pubblici e poi, con il movimento della "filosofia pratica" dapprima in Olanda e poi in altri paesi europei, come professionista che pratica sedute di counseling, ai privati.
Il primo campo in cui si è affermata l'etica applicata è stato la bioetica, nata come disciplina autonoma dopo che si è affermata la tendenza a dotare ospedali e istituti di ricerca biomedica di "comitati etici" variamente composti (ma in cui si è sempre dato un posto a un professore di filosofia morale). L'istituzioni di questi comitati, che di "etico" hanno solo il nome per via di una particolare sfumatura di significato (quella per cui "etico" sarebbe ciò che non è regolamentato dal diritto), rispondeva al bisogno di offrire uno sbocco a un contenzioso, destinato ad all'allargarsi all'infinito, nei rapporti fra medici e pazienti e fra ricercatori e utenti dei risultati della ricerca biomedica. Questi comitati hanno in realtà la funzione di "giudici di pace" che devo sollevare l'apparato giudiziario da un sovraccarico di domanda.
Secondo campo per importanza viene considerato quella dell'etica sociale; cioè lo studio del giudizio morale in campi come i diritti civili, la liceità della guerra, le responsabilità collettive in maniera ambientale, l'impatto di nuove tecnologie sugli individui (vedi il problema della tutela della privacy in rapporto alle tecnologie informatiche) riguardante o il campo più ristretto dell'etica economica o etica degli affari (business ethics).
Ethos (in greco, se scritta con la eta significa costume, carattere, oppure dimora - su questa accezione fa il suo gioco di parole Heidegger - ma se scritta con la epsilon significa abitudine). Viene oggi usato talvolta per designare i codici di norme e le tavole dei valori interiorizzati, condivisi dai gruppi, irriflessi, acquisiti con i processi di socializzazione. Nella stessa accezione, nella letteratura di lingua inglese si usa per lo più moralità = moralità.
Ethikè è la scienza dei costumi (Heidegger, partendo dal senso originario di "dimora" della parola ethos, tenta di dimostrare che l'etica come scienza dei costumi nascerebbe come risultato di una decadenza che ha fatto perdere il senso originario dell'ethos, non diversamente da come la logica sarebbe nata in risposta a una decadenza che ha fatto perdere il senso originario del logos).
Philosofia moralis: traduzione latina, da mores (costumi). In Kant: filosofia morale o etica pura (o metafisica dei costumi o morale in senso proprio) contrapposta a filosofia morale empirica; Moralitat (relativa all'intenzione) contrapposta a Legalitat (relativa agli atti esteriori);
Hegel: Moralitat= moralità (universale e astratta) contrapposta a Sittlichkeit=eticità (particolare e concreta)
Moore: etica vs casistica
filosofi analitici successivi: metaetica vs etica
metaetica è il discorso sulla natura e la giustificazione delle morali condotto da un punto di vista moralmente neutrale.
Quattro divisioni correnti:
A) Ethos - Etica
codici irriflessi - discorso critico sui codici (includente metaetica ed etica normativa, etica filosofica e dottrine morali)
B) Etica (filosofica) - (dottrina) morale:
teoria sull'ethos e le dottrine morali (Aristotele, Kant, Moore)
- codice riflesso e critico con contenuti di valore non necessariamente giustificati in base alla sola ragione (Buddha, Isaia)
C) Metaetica - etica normativa (etica applicata)
D) Moralità - Eticità
Inoltre: una distinzione diversa è usata da Erich Weil e Paul Ricoeur: ethique - morale (morale "aperta" - morale codificata). Un'altra distinzione è usata da Bernard Williams: etica (discorso antico sulla perfezione umana e le virtù; moralità: discorso e istituzione moderna vertente sulle obbligazioni, e quindi su norme e dovere).
Distinzione fra metaetica e etica normativa (ed etica applicata):
La metaetica è una sottodisciplina dell'etica, se quest'ultima è intesa nel senso più ampio come l'intera disciplina filosofica ha per oggetto le morali, cioè i diversi codici di norme condivisi da diversi individui o comunità. La metaetica si distingue secondo questo uso dall'etica normativa, cioè dalla discussione filosofica sulla bontà di determinate norme, giudizi, criteri di valutazione e dall'etica applicata, cioè dall'applicazione dell'etica normativa a casi della vita reale (come la bioetica e l'etica degli affari).
La distinzione fra metaetica e etica normativa è lungi dall'essere ovvia in quanto il confine fra i due campi può spostarsi secondo che si facciano proprie assunzioni teoriche diverse: per un non - cognitivista si contrappongono semplicemente metaetica e morale, per un utilitarista esiste un'etica normativa su basi puramente filosofiche ecc... Secondo la definizione oggi prevalente, la metaetica è la discussione sulla natura, la giustificazione, la razionalità, le condizioni di verità, lo statuto di codici, criteri, giudizi morali in generale, a prescindere dal loro contenuto specifico. Invece, fra gli anni trenta e sessanta, ai tempi cioè in cui predominavano l'intuizionismo, l'emotivismo, e poi il prescrittivismo, la metaetica era intesa come l'analisi del linguaggio morale e la sua distinzione dall'etica normativa era basata sul fatto che la seconda formula tesi etiche con contenuto morale positivo; la metaetica era quindi assolutamente neutrale dal punto di vista morale, mentre l'etica normativa non era parte della filosofia, in quanto la filosofia era intesa come analisi del linguaggio o lo studio di questioni puramente "analitiche" (e non sintetiche).
Etica: risposta a domande puramente valutative in campo morale:
1) questa azione è giusta o sbagliata?
2) azioni di questa categoria sono giuste o sbagliate?
3) quali sono gli atteggiamenti o disposizioni buone (virtù)?
4) esiste qualche principio di una certa generalità da cui si può ricavare la risposta alle domande precedenti?
Metaetica: risposta a domande non valutative ma non di tipo empirico (queste sono oggetto della sociologia e della psicologia) in campo morale: ci si chiede che cosa accade quando si fa un'asserzione del primo ordine? In particolare:
a) significato dei termini etici (semantica)
b) se vi sia una struttura particolare dell'argomentazione morale, dipendente magari da aspetti del significato dei termini morali (sintassi logica degli enunciati etici)
c) se ci sono anche domande ontologiche (distinte da quelle linguistiche o concettuali) sulla natura e lo statuto del bene o del giusto: per esempio "questa asserzione esprime una scoperta o una decisione?"
d) quale uso hanno gli enunciati secondo chi li emette e a chi sono destinati ? (pragmatica del discorso { Apel e Habermas pensano di giustificare la validità assoluta di certe norme a partire da considerazioni di questa categoria}.
e)l'ontologia morale, cioè il discorso sulla oggettività o soggettività dei valori e la natura di questi valori; c) la giustificazione dei giudizi morali: se i giudizi morali siano proposizioni che possono sì rientrare in sistemi più o meno coerenti ma non possono avere valori di verità e in questo caso come si possa giustificare l'adozione di queste norme.
Il termine metaetica è stato usato dai filosofi analitici per lo più per domande del gruppo (a) e (b); può essere utile usarlo per tutte le domande di secondo ordine.
L'etica normativa:
Dopo il 1958, anno di pubblicazione di "Il punto di vista morale" di Kurt Baier, si è chiusa una fase di discussione intensa di questioni di metaetica. La distinzione è divenuta molto meno netta a partire dagli anni della svolta post - analitica.
Fra i filosofi rimasti fedeli alla loro formazione analitica il campo di interesse prevalente è divenuto quello dell'etica normativa con un crescente spostamento in direzione di questioni di etica applicata (bioetica ed etica degli affari).
I dubbi sono cominciati con la famosa critica, svolta da W.V.O Quine della distinzione fra analitico e sintetico in "Due dogmi dell'empirismo" (1951) secondo la quale non esiste una linea di demarcazione netta fra i due ambiti ma invece ogni proposizione, anche la più generale, non è altro che un'ipotesi sempre rivedibile.
Una conseguenza importante in etica è il venir meno della certezza della neutralità morale
della metaetica e del suo carattere di analisi soltanto linguistica. Per Stevenson e Hare l'oggetto della metaetica era il linguaggio morale; Bernard Williams propone di allargarlo a esperienza, emozioni, azioni.
Rawls abbandona la metaetica: vede l'etica non più come un esame della morale ma come una sua "costruzione". E' l'attività di costruire un sistema di giudizi coerente a partire da "intuizioni", cioè giudizi già condivisi ma non sistematici, mediante il procedimento dell'equilibrio riflessivo.
L'etica applicata:
E' così chiamata l'etica normativa quando si rivolge allo studio degli aspetti etici di politiche o pratiche collettive o di linee di condotta individuali. Ha conosciuto un'enorme espansione nel mondo anglosassone a partire dagli anni Settanta; può anche essere considerata una rinascita della tradizione della casistica.
L'affermarsi di questo campo di studi, con riviste e centri di ricerca specializzati è stato un risvolto del fenomeno iniziato negli Stati Uniti della trasformazione del filosofo morale in consulente, dapprima di enti pubblici e poi, con il movimento della "filosofia pratica" dapprima in Olanda e poi in altri paesi europei, come professionista che pratica sedute di counseling, ai privati.
Il primo campo in cui si è affermata l'etica applicata è stato la bioetica, nata come disciplina autonoma dopo che si è affermata la tendenza a dotare ospedali e istituti di ricerca biomedica di "comitati etici" variamente composti (ma in cui si è sempre dato un posto a un professore di filosofia morale). L'istituzioni di questi comitati, che di "etico" hanno solo il nome per via di una particolare sfumatura di significato (quella per cui "etico" sarebbe ciò che non è regolamentato dal diritto), rispondeva al bisogno di offrire uno sbocco a un contenzioso, destinato ad all'allargarsi all'infinito, nei rapporti fra medici e pazienti e fra ricercatori e utenti dei risultati della ricerca biomedica. Questi comitati hanno in realtà la funzione di "giudici di pace" che devo sollevare l'apparato giudiziario da un sovraccarico di domanda.
Secondo campo per importanza viene considerato quella dell'etica sociale; cioè lo studio del giudizio morale in campi come i diritti civili, la liceità della guerra, le responsabilità collettive in maniera ambientale, l'impatto di nuove tecnologie sugli individui (vedi il problema della tutela della privacy in rapporto alle tecnologie informatiche) riguardante o il campo più ristretto dell'etica economica o etica degli affari (business ethics).