Platone e la musica
Dalle opere di Platone risulta chiara la sua idea di un legame stretto tra filosofia e musica. Nel “Fedro”, ad esempio, il musicista e il filosofo sono accostati in virtù della somiglianza delle loro anime. Nel “Fedone”, Platone parla della filosofia come di “musica suprema”. Nella “Repubblica”, infine, si allude ai continui sforzi compiuti dall’uomo per salvaguardare “l’armonia interiore”.In queste espressioni di Platone, traspare la sua volontà di accostare queste due discipline a priori. Ma, come chi legge questo blog sa, non è un’idea solo di Platone. Molti altri filosofi hanno accostato musica e filosofia, alcuni, come Osho, arrivando persino a dire che la musica può esprimere l’inesprimibile, molto meglio delle parole e quindi della dialettica. Nella “Repubblica”, Platone dice che l’uomo incolto è colui che non è stato iniziato né alla musica né alla filosofia, e che perciò disprezza sia i discorsi sia l’arte dei suoni. Inoltre, parlando della storia greca, il filosofo sostiene che l’antica saggezza dei greci si è sempre interessata alla musica, forse perché essi credevano che gli Dei stessi fossero abili musicisti. Comunque un significato più concreto dato alla pratica musicale accomuna molte proprietà, come l’arte, l’intelligenza, la tecnica, il mestiere. In poche parole per Platone la musica non è solo estetica, ma è anche istruttiva e formativa.
Cfr. "La musica nell'opera di Platone"
Cfr. "La musica nell'opera di Platone"
Teoria musicale nella Repubblica di Platone.pdf |