La psicologia scientifica e psicologia ingenua
Come si è detto, la psicologia cognitiva ambisce a essere una scienza. Abbiamo anche notato come in un contesto post-positivistico questo sia possibile, a patto di rispettare alcuni vincoli che la rendono falsificabile. E' per questa ragione che, per esempio, lo psicologo cognitivista realizza esperimenti le cui variabili (tempo di esposizione, uniformità delle presentazioni, ecc...) sono tenute sotto rigoroso controllo. Questa necessità, che peraltro è una delle eredità del comportamentismo, porta a effettuare esperimenti in laboratorio. Tali esperimenti sono talvolta artificiosi - per esempio, si mostrano immagini subliminali - il che ha causato la reazione ecologista di cui parleremo nel capitolo seguente.
In quanto psicologia scientifica, la psicologia cognitiva si oppone non più ovviamente al comportamentismo, ma alla psicologia ingenua (o psicologia del senso comune). Chi di noi non ha mai pensato o sentito dire frasi come "non dormo perché sono ansioso", "questo tempo mi deprime", ecc..? Questo lo facciamo tutti, e non solo gli psicologi di professione, perché tutti noi siamo psicologi ingenui, convinti cioè che le persone possiedano stati mentali e che questi stati mentali siano la causa e/o conseguenza del comportamento. Questa tendenza non è culturale, ma innata alla specie umana e probabilmente solo ad essa e si sviluppa in tappe ben precise fino a raggiungere una tappa importante a quattro anni. Gli psicologi dello sviluppo hanno inventato parecchi test per cogliere questo importante passaggio. Uno dei più noti è quello degli Smarties. Si mostri un tubetto di Smarties a un bambino, chiedendogli cosa contenga. Ottenuta l'ovvia risposta "Smarties" si apra il tubetto, mostrando che dentro c'è una matita. Se a questo punto chiedo al bambino cosa contiene dirà pennarello. Suo fratello maggiore dirà Smarties. Solo quest'ultimo ha capito che le credenze derivano da ciò che si vede, non si trasmettono per magia e che la risposta dipende da ciò che si crede. Solo lui, quindi, è uno psicologo ingenuo, nella misura in cui la legge che stabilisce un legame tra ciò che si vede e ciò che si sa è costituita dalla psicologia ingenua stessa. Solo negli ultimi anni è emerso chiaramente quanto la psicologia ingenua sia fondamentale per il mantenimento di corretti rapporti sociali. Provate a immaginare quanto svantaggiati saremmo, in una società complessa come quella umana, se non potessimo spiegare i comportamenti in termini psicologici, se dovessimo cioè supporre che Marco mi ha dato un pugno perché la sua mano è venuta contro la mia e non, invece, perché è arrabbiato con me.
La psicologia ingenua, al contrario di quella scientifica, non tiene sotto controllo le variabili nei suoi "esperimenti ingenui", e in particolare non cerca di falsificare le proprie ipotesi. Se qualcuno mi dice una cosa probabilmente vera, cioè che l'attività sportiva è fondamentale per ridurre l'ansia, in quanto psicologo ingenuo sono portata a verificare quanti sportivi sono ansiosi. Supponiamo di rilevare un 79% di sportivi non ansiosi. Questo però non mi porta affatto a concludere che l'attività sportiva sia fondamentale per ridurre l'ansia, a meno che non abbia dimostrato che la popolazione dei pigri conta una percentuale (più) alta di ansiosi. Un controllo rigoroso potrebbe infatti portare a mostrare che l'85% dei pigri è non ansioso. In tal caso avrei trovato un controesempi o: non è l'attività sportiva ad essere fondamentale per ridurre l'ansia, perché ci sono molti pigri che non ne soffrono affatto. Anzi, nel nostro esempio i pigri sono mediamente meno soggetti all'ansia.
Questo è uno dei molti motivi che inducono a credere che la psicologia scientifica abbia aggiunto qualcosa alla conoscenza rispetto alla psicologia ingenua: solo un approccio scientifico, infatti, omduce alla ricerca del controesempi o che è fondamentale per testare veramente un'ipotesi. Ci sono molte altre influenze positive da parte della psicologia scientifica nei confronti della psicologia ingenua altri, e vorrei finire questo capitolo elencandone qualcuno:
1. La psicologia scientifica ci ha insegnato che la mente umana è più ricca alla nascita di quanto si pensi ingenuamente. Si pensi al caso del linguaggio, già citato.
2. La psicologia ingenua fa affidamento a ciò che tutti noi crediamo di credere o crediamo di desiderare. Al contrario, la psicologia scientifica ci insegna a non fidarci dell'introspezione (questa diffidenza, peraltro, è una delle migliori eredità del comportamentismo). Nel corso degli anni, sono stati svelati numerosi casi di autoinganno. Per mostrarlo, farò riferimento a un problema neuropsicologico noto come "eminegligenza spaziale unilaterale" provocato da una lesione all'emisfero destro. Questi pazienti non vedono la parte destra di ciò che è presentato al loro campo visivo. SI presenti a una di queste persone due immagini di una casa assolutamente identiche salvo per il fatto che la seconda immagine presenta, sulla destra, un fuoco; essa sosterrà che sono assolutamente identiche. Se le si chiede però di scegliere dove vorrebbe vivere, essa indicherà la seconda: anche se non lo sa, ha visto il fuoco! Quindi, in questo caso, l'introspezione della persona ha fallito.
Questo succede anche in persone assolutamente "normali", come dimostrano gli esperimenti di priming, nei quali cioè si mostrano stimoli per un tempo insufficiente a raggiungere la soglia di coscienza. Per esempio, si mostri la parola cioccolato. Nonostante lo neghino, le persone dimostrano di aver visto lo stimolo, perché quando dovranno riconoscere le parole "cacao" e "sapone" saranno molto più veloci nel primo dei due casi.
In quanto psicologia scientifica, la psicologia cognitiva si oppone non più ovviamente al comportamentismo, ma alla psicologia ingenua (o psicologia del senso comune). Chi di noi non ha mai pensato o sentito dire frasi come "non dormo perché sono ansioso", "questo tempo mi deprime", ecc..? Questo lo facciamo tutti, e non solo gli psicologi di professione, perché tutti noi siamo psicologi ingenui, convinti cioè che le persone possiedano stati mentali e che questi stati mentali siano la causa e/o conseguenza del comportamento. Questa tendenza non è culturale, ma innata alla specie umana e probabilmente solo ad essa e si sviluppa in tappe ben precise fino a raggiungere una tappa importante a quattro anni. Gli psicologi dello sviluppo hanno inventato parecchi test per cogliere questo importante passaggio. Uno dei più noti è quello degli Smarties. Si mostri un tubetto di Smarties a un bambino, chiedendogli cosa contenga. Ottenuta l'ovvia risposta "Smarties" si apra il tubetto, mostrando che dentro c'è una matita. Se a questo punto chiedo al bambino cosa contiene dirà pennarello. Suo fratello maggiore dirà Smarties. Solo quest'ultimo ha capito che le credenze derivano da ciò che si vede, non si trasmettono per magia e che la risposta dipende da ciò che si crede. Solo lui, quindi, è uno psicologo ingenuo, nella misura in cui la legge che stabilisce un legame tra ciò che si vede e ciò che si sa è costituita dalla psicologia ingenua stessa. Solo negli ultimi anni è emerso chiaramente quanto la psicologia ingenua sia fondamentale per il mantenimento di corretti rapporti sociali. Provate a immaginare quanto svantaggiati saremmo, in una società complessa come quella umana, se non potessimo spiegare i comportamenti in termini psicologici, se dovessimo cioè supporre che Marco mi ha dato un pugno perché la sua mano è venuta contro la mia e non, invece, perché è arrabbiato con me.
La psicologia ingenua, al contrario di quella scientifica, non tiene sotto controllo le variabili nei suoi "esperimenti ingenui", e in particolare non cerca di falsificare le proprie ipotesi. Se qualcuno mi dice una cosa probabilmente vera, cioè che l'attività sportiva è fondamentale per ridurre l'ansia, in quanto psicologo ingenuo sono portata a verificare quanti sportivi sono ansiosi. Supponiamo di rilevare un 79% di sportivi non ansiosi. Questo però non mi porta affatto a concludere che l'attività sportiva sia fondamentale per ridurre l'ansia, a meno che non abbia dimostrato che la popolazione dei pigri conta una percentuale (più) alta di ansiosi. Un controllo rigoroso potrebbe infatti portare a mostrare che l'85% dei pigri è non ansioso. In tal caso avrei trovato un controesempi o: non è l'attività sportiva ad essere fondamentale per ridurre l'ansia, perché ci sono molti pigri che non ne soffrono affatto. Anzi, nel nostro esempio i pigri sono mediamente meno soggetti all'ansia.
Questo è uno dei molti motivi che inducono a credere che la psicologia scientifica abbia aggiunto qualcosa alla conoscenza rispetto alla psicologia ingenua: solo un approccio scientifico, infatti, omduce alla ricerca del controesempi o che è fondamentale per testare veramente un'ipotesi. Ci sono molte altre influenze positive da parte della psicologia scientifica nei confronti della psicologia ingenua altri, e vorrei finire questo capitolo elencandone qualcuno:
1. La psicologia scientifica ci ha insegnato che la mente umana è più ricca alla nascita di quanto si pensi ingenuamente. Si pensi al caso del linguaggio, già citato.
2. La psicologia ingenua fa affidamento a ciò che tutti noi crediamo di credere o crediamo di desiderare. Al contrario, la psicologia scientifica ci insegna a non fidarci dell'introspezione (questa diffidenza, peraltro, è una delle migliori eredità del comportamentismo). Nel corso degli anni, sono stati svelati numerosi casi di autoinganno. Per mostrarlo, farò riferimento a un problema neuropsicologico noto come "eminegligenza spaziale unilaterale" provocato da una lesione all'emisfero destro. Questi pazienti non vedono la parte destra di ciò che è presentato al loro campo visivo. SI presenti a una di queste persone due immagini di una casa assolutamente identiche salvo per il fatto che la seconda immagine presenta, sulla destra, un fuoco; essa sosterrà che sono assolutamente identiche. Se le si chiede però di scegliere dove vorrebbe vivere, essa indicherà la seconda: anche se non lo sa, ha visto il fuoco! Quindi, in questo caso, l'introspezione della persona ha fallito.
Questo succede anche in persone assolutamente "normali", come dimostrano gli esperimenti di priming, nei quali cioè si mostrano stimoli per un tempo insufficiente a raggiungere la soglia di coscienza. Per esempio, si mostri la parola cioccolato. Nonostante lo neghino, le persone dimostrano di aver visto lo stimolo, perché quando dovranno riconoscere le parole "cacao" e "sapone" saranno molto più veloci nel primo dei due casi.