Distinzione osservabile/inosservabile
Un’altra tesi a favore del realismo è quella per cui è difficile tracciare una distinzione tra ciò che è osservabile e ciò che non è osservabile. Così la tesi antirealista cade in un certo senso, perché la tesi antirealista afferma che le entità inosservabili sono delle utili finzioni e quindi bisognerebbe porsi con un atteggiamento agnostico rispetto a quelle tesi che considerano entità inosservabili.
E’ mai possibile una distinzione tra ciò che è osservabile e ciò che non lo è?
E’ un problema per l’antirealista e a questo si aggiunge il problema che concerne la relazione tra osservazione e rilevazione. Vi sono delle entità che nonostante non si possano osservare si possano rilevare, vedi gli elettroni.
In una difesa del realismo scientifico degli anni 60 del filosofo Maxwell
Come possiamo decidere cosa è osservazione e cosa no?
Guardiamo ad occhio nudo, col binocolo, col cannocchiale, col microscopio…
Ma se qualcosa può essere osservato solo attraverso ausili tecnologici conta come osservabile o come non osservabile? Questo problema ha posto Maxwell all’antirealista, infatti non c’è un modo puntuale di rispondere a queste domande, e quindi afferma maxwell, il tentativo dell’antirealista di di classificare le entità come osservabili e inosservabili è condannato al fallimento.
L'argomento di Maxwell è rafforzato dal fatto che gli stessi scienziati parlano di osservazione di particelle con l’aiuto di apparati sofisticati.
Gli argomenti di Maxwell sono forti ma non sono decisivi, perché Van Fraassen, un autorevole antirealista, afferma che osservabile è un concetto vago, cioè a dire una nozione che ha casi di confine, cioè casi di cui non si può dire in modo chiaro se rientrano nel concetto o sono fuori dal concetto. ad es. il calvo: essendo la perdita dei capelli graduale, non sappiamo se una persona può definirsi in modo univoco calva oppure irsuta. Si tratta di concetti vaghi, di cui è pieno il mondo.
Sebbene non sia facile dare una definizione marcata, chiara, di un calvo che sia assolutamente o relativamente tale, si tratta comunque di una distinzione genuina tra chi ha i capelli e chi non li ha più o non li ha mai avuti.
Quindi il fatto che i concetti possano esser vaghi, non deve indurci al non operare delle distinzioni, per esempio tra calvo e irsuto, come tra osservabile e inosservabile.
Vi sono casi chiari di entità che possono essere osservate come le piante, e casi chiari che non possono essere osservati come gli elettroni.
L’argomento di Van Fraassen è abbastanza solido rispetto a quello di Maxwell su cui ha successo.
Da notare che , mentre Fraassen è riuscito a mostrare una distinzione tra osservabile e non osservabile, pur non provandone la realtà, gli antirealisti devono ancora fornire un argomento per pensare che la conoscenza della realtà inosservabile sia impossibile.
Bibliografia: Il primo libro di filosofia della scienza di Okasha (Einaudi)
E’ mai possibile una distinzione tra ciò che è osservabile e ciò che non lo è?
E’ un problema per l’antirealista e a questo si aggiunge il problema che concerne la relazione tra osservazione e rilevazione. Vi sono delle entità che nonostante non si possano osservare si possano rilevare, vedi gli elettroni.
In una difesa del realismo scientifico degli anni 60 del filosofo Maxwell
Come possiamo decidere cosa è osservazione e cosa no?
Guardiamo ad occhio nudo, col binocolo, col cannocchiale, col microscopio…
Ma se qualcosa può essere osservato solo attraverso ausili tecnologici conta come osservabile o come non osservabile? Questo problema ha posto Maxwell all’antirealista, infatti non c’è un modo puntuale di rispondere a queste domande, e quindi afferma maxwell, il tentativo dell’antirealista di di classificare le entità come osservabili e inosservabili è condannato al fallimento.
L'argomento di Maxwell è rafforzato dal fatto che gli stessi scienziati parlano di osservazione di particelle con l’aiuto di apparati sofisticati.
Gli argomenti di Maxwell sono forti ma non sono decisivi, perché Van Fraassen, un autorevole antirealista, afferma che osservabile è un concetto vago, cioè a dire una nozione che ha casi di confine, cioè casi di cui non si può dire in modo chiaro se rientrano nel concetto o sono fuori dal concetto. ad es. il calvo: essendo la perdita dei capelli graduale, non sappiamo se una persona può definirsi in modo univoco calva oppure irsuta. Si tratta di concetti vaghi, di cui è pieno il mondo.
Sebbene non sia facile dare una definizione marcata, chiara, di un calvo che sia assolutamente o relativamente tale, si tratta comunque di una distinzione genuina tra chi ha i capelli e chi non li ha più o non li ha mai avuti.
Quindi il fatto che i concetti possano esser vaghi, non deve indurci al non operare delle distinzioni, per esempio tra calvo e irsuto, come tra osservabile e inosservabile.
Vi sono casi chiari di entità che possono essere osservate come le piante, e casi chiari che non possono essere osservati come gli elettroni.
L’argomento di Van Fraassen è abbastanza solido rispetto a quello di Maxwell su cui ha successo.
Da notare che , mentre Fraassen è riuscito a mostrare una distinzione tra osservabile e non osservabile, pur non provandone la realtà, gli antirealisti devono ancora fornire un argomento per pensare che la conoscenza della realtà inosservabile sia impossibile.
Bibliografia: Il primo libro di filosofia della scienza di Okasha (Einaudi)