Il risentimento in filosofia
Con il termine risentimento si indica l'odio imponente contro ciò che non si può essere o non si può avere.
La nozione è stata per la prima volta introdotta da Nietzsche nella Genealogia della morale (1887): "La rivolta degli schiavi nella morale contemporanea, dice Nietzsche, comincia quando il risentimento stesso diviene creatore e genera valori; il risentimento di quegli esseri ai quali la vera reazione, quella dell'azione , è negata e che perciò non trovano compenso che in una vendetta immaginaria" (Genealogie der Moral, I, 10).
La morale cristiana è, secondo Nietzsche, frutto del risentimento in questo senso: è una manifestazione dell'odio contro i valori propri della casta superiore aristocratica, inaccessibili agli individui inferiori.
Un'altra manifestazione del risentimento è, secondo Nietzsche, la rabbia segreta dei filosofi contro la vita per cui la filosofia è stat finora "la scuola della calunnia": la calunnia s'intende del mondo reale o sensibile al quale i filosofi hanno cercato di sostituire il mondo ideale della metafisica e della morale (Wille pur Macht, ediz. 1901, 259, 287).
A sua volta Scheler ha insistito sull'azione del risentimento nel campo morale, pur negando che esso possa applicarsi alla concezione cristiana cui Nietzsche si riferiva.
Non l'amore cristiano, ma l'umanitarismo e l'altruismo moderni sono, secondo Scheler, un prodotto del risentimento.
Il concetto di uguaglianza fra gli uomini, l'affermazione del soggettivismo dei valori e la subordinazione di tutti i valori a quelli di utilità sono, secondo Scheler, altri tre prodotti del risentimento nella vita moderna.
Bibliografia:
Dizionario di filosofia Abbagnano
Storia della filosofia di Abbagnano
La nozione è stata per la prima volta introdotta da Nietzsche nella Genealogia della morale (1887): "La rivolta degli schiavi nella morale contemporanea, dice Nietzsche, comincia quando il risentimento stesso diviene creatore e genera valori; il risentimento di quegli esseri ai quali la vera reazione, quella dell'azione , è negata e che perciò non trovano compenso che in una vendetta immaginaria" (Genealogie der Moral, I, 10).
La morale cristiana è, secondo Nietzsche, frutto del risentimento in questo senso: è una manifestazione dell'odio contro i valori propri della casta superiore aristocratica, inaccessibili agli individui inferiori.
Un'altra manifestazione del risentimento è, secondo Nietzsche, la rabbia segreta dei filosofi contro la vita per cui la filosofia è stat finora "la scuola della calunnia": la calunnia s'intende del mondo reale o sensibile al quale i filosofi hanno cercato di sostituire il mondo ideale della metafisica e della morale (Wille pur Macht, ediz. 1901, 259, 287).
A sua volta Scheler ha insistito sull'azione del risentimento nel campo morale, pur negando che esso possa applicarsi alla concezione cristiana cui Nietzsche si riferiva.
Non l'amore cristiano, ma l'umanitarismo e l'altruismo moderni sono, secondo Scheler, un prodotto del risentimento.
Il concetto di uguaglianza fra gli uomini, l'affermazione del soggettivismo dei valori e la subordinazione di tutti i valori a quelli di utilità sono, secondo Scheler, altri tre prodotti del risentimento nella vita moderna.
Bibliografia:
Dizionario di filosofia Abbagnano
Storia della filosofia di Abbagnano