La gnoseologia
Il termine gnoseologia designa la teoria filosofica della conoscenza ( in greco: Gnosis ).
L'insieme di problemi che si fanno solitamente rientrare nell'ambito della gnoseologia è assai eterogeneo. Inoltre, questi problemi sono variamente intrecciati tra loro ( e con altre questioni filosofiche) nell'opera di ciascun filosofo. Solo per comodità di esposizione si possono individuare due domande intorno alle quali far ruotare molte teorie gnoseologiche, anche se non tutte.
La prima riguarda la specificità della conoscenza, rispetto ad altre modalità dell'esperienza o dell'attività mentale degli uomini ( come l'opinione, la credenza, l'immaginazione, la fede): è il problema della definizione della conoscenza.
La seconda riguarda la giustificazione di quello che la coscienza comune di ciascuna epoca culturale identifica come il proprio patrimonio di conoscenza. Spesso le risposte alle domande si condizionano a vicenda: in particolare, la scelta di un determinato criterio di giustificazione per la conoscenza conduce a relegare nell'opinione o a consegnare alla fede ciò che non e' conforme a quel criterio. Cosi la tesi aristotelica secondo cui delle sostanze sensibili non c'è conoscenza, ma solo opinione, deriva dalla convinzione che ogni conoscenza debba essere giustificata con procedimenti dimostrativi che non si applicano a oggetti contingenti; e Kant ritiene che Dio sia oggetto di fede, ma non di conoscenza, perché la conoscenza è giustificata soltanto dall'applicazione, conforme a principi, delle strutture formali dell'intelletto a un materiale che ha origine nella sensazione. La risposta alla seconda domanda, a sua volta, è condizionata dall'assunzione di questo o quel fenomeno intellettuale o culturale come modello di conoscenza, cioè dalla risposta alla domanda: "che cos'è (per es.) una conoscenza?".
Due sono i modelli storicamente prevalsi:
1) il modello iconico, per cui una conoscenza è un'immagine adeguata (di natura mentale) dell'oggetto di conoscenza. Questo modello, per cui sono prototipi di conoscenza la percezione e la memoria, ha origine nello Stoicismo e prevale nella filosofia europea del sec. XVII, giungendo fino a Kant e all'idealismo tedesco del sec. XIX. E' tipico di questo punto di vita il problema, con cui la gnoseologia si è a lungo identificata, della delimitazione dei confini tra ciò che, in una conoscenza, dev'essere attribuito al suo oggetto e ciò che "proviene" dal soggetto conoscente.
Si tratta di un problema classico, analizzato da Democrito e Protagora in riferimento alla percezione e lungamente discusso da Platone; esso è riproposto con forza dalla nascita della scienza moderna, che sposta i confini tra "apparenza" e "realtà" contrapponendo agli oggetti della percezione sensoriale quelli di una percezione mediata da strumenti. All'interno di questo punto di vista, la giustificazione della conoscenza può essere di tipo strutturale (la "chiarezza e distinzione" delle idee di Cartesio) o di tipo genetico (l'origine sensibile delle idee, nell'empirismo classico; la costruzione conformemente a principi ineludibili dell'intelletto, in Kant).
2) il modello proposizionale, per cui una conoscenza è una proposizione vera. Questo modello ha origine in Aristotele e percorre la filosofia medievale, è presente, anche se in posizione subalterna, nella filosofia del sec. XVII (per es. in Leibniz) e ridiventa prevalente col positivismo, e in buona parte della filosofia del Novecento.
Per questo punto di vista, il prototipo della conoscenza è l'enunciato scientifico; oggetto della conoscenza non sono le cose, ma le loro relazioni, ossia i fatti; e, se anche il fine della conoscenza è fatto consistere nella sua conformità ai fatti, la sua giustificazione è identificata con la derivabilità da principi. Se le filosofie che fanno proprio il modello iconico hanno dinanzi a sé il problema di spiegare il carattere non iconico di molte presunte conoscenza (per es. le "verità" logiche e matematiche), le filosofie che assumono il modello proposizionale devono presentare in modo persuasivo l'inevitabile circolo in cui consiste, nella loro prospettiva, la giustificazione della conoscenza.
D. Ma.
Bibliografia:
L'universale filosofia
Le garzantine
L'insieme di problemi che si fanno solitamente rientrare nell'ambito della gnoseologia è assai eterogeneo. Inoltre, questi problemi sono variamente intrecciati tra loro ( e con altre questioni filosofiche) nell'opera di ciascun filosofo. Solo per comodità di esposizione si possono individuare due domande intorno alle quali far ruotare molte teorie gnoseologiche, anche se non tutte.
La prima riguarda la specificità della conoscenza, rispetto ad altre modalità dell'esperienza o dell'attività mentale degli uomini ( come l'opinione, la credenza, l'immaginazione, la fede): è il problema della definizione della conoscenza.
La seconda riguarda la giustificazione di quello che la coscienza comune di ciascuna epoca culturale identifica come il proprio patrimonio di conoscenza. Spesso le risposte alle domande si condizionano a vicenda: in particolare, la scelta di un determinato criterio di giustificazione per la conoscenza conduce a relegare nell'opinione o a consegnare alla fede ciò che non e' conforme a quel criterio. Cosi la tesi aristotelica secondo cui delle sostanze sensibili non c'è conoscenza, ma solo opinione, deriva dalla convinzione che ogni conoscenza debba essere giustificata con procedimenti dimostrativi che non si applicano a oggetti contingenti; e Kant ritiene che Dio sia oggetto di fede, ma non di conoscenza, perché la conoscenza è giustificata soltanto dall'applicazione, conforme a principi, delle strutture formali dell'intelletto a un materiale che ha origine nella sensazione. La risposta alla seconda domanda, a sua volta, è condizionata dall'assunzione di questo o quel fenomeno intellettuale o culturale come modello di conoscenza, cioè dalla risposta alla domanda: "che cos'è (per es.) una conoscenza?".
Due sono i modelli storicamente prevalsi:
1) il modello iconico, per cui una conoscenza è un'immagine adeguata (di natura mentale) dell'oggetto di conoscenza. Questo modello, per cui sono prototipi di conoscenza la percezione e la memoria, ha origine nello Stoicismo e prevale nella filosofia europea del sec. XVII, giungendo fino a Kant e all'idealismo tedesco del sec. XIX. E' tipico di questo punto di vita il problema, con cui la gnoseologia si è a lungo identificata, della delimitazione dei confini tra ciò che, in una conoscenza, dev'essere attribuito al suo oggetto e ciò che "proviene" dal soggetto conoscente.
Si tratta di un problema classico, analizzato da Democrito e Protagora in riferimento alla percezione e lungamente discusso da Platone; esso è riproposto con forza dalla nascita della scienza moderna, che sposta i confini tra "apparenza" e "realtà" contrapponendo agli oggetti della percezione sensoriale quelli di una percezione mediata da strumenti. All'interno di questo punto di vista, la giustificazione della conoscenza può essere di tipo strutturale (la "chiarezza e distinzione" delle idee di Cartesio) o di tipo genetico (l'origine sensibile delle idee, nell'empirismo classico; la costruzione conformemente a principi ineludibili dell'intelletto, in Kant).
2) il modello proposizionale, per cui una conoscenza è una proposizione vera. Questo modello ha origine in Aristotele e percorre la filosofia medievale, è presente, anche se in posizione subalterna, nella filosofia del sec. XVII (per es. in Leibniz) e ridiventa prevalente col positivismo, e in buona parte della filosofia del Novecento.
Per questo punto di vista, il prototipo della conoscenza è l'enunciato scientifico; oggetto della conoscenza non sono le cose, ma le loro relazioni, ossia i fatti; e, se anche il fine della conoscenza è fatto consistere nella sua conformità ai fatti, la sua giustificazione è identificata con la derivabilità da principi. Se le filosofie che fanno proprio il modello iconico hanno dinanzi a sé il problema di spiegare il carattere non iconico di molte presunte conoscenza (per es. le "verità" logiche e matematiche), le filosofie che assumono il modello proposizionale devono presentare in modo persuasivo l'inevitabile circolo in cui consiste, nella loro prospettiva, la giustificazione della conoscenza.
D. Ma.
Bibliografia:
L'universale filosofia
Le garzantine