La magia in Ficino e Pico della Mirandola
E' nel Rinascimento, forse ancora più che nel medioevo, che prolifica l'arte magica e trova sostenitori entusiasti in pensatori quali Marsilio Ficino o Pico della Mirandola, il vivace ingegno dell' Accademia fiorentina. L'attenzione generale di cui gode la magia in questo periodo é da ricercare essenzialmente nello spirito degli umanisti, desiderosi di esaltare la libertà e la potenza dell'uomo in tutte le sue sfumature e, indubbiamente, l'idea di poter operare sulla natura non può che piacere. Ma se in Ficino la magia e l'astrologia vengono considerate non già manifestazioni di superstizione, ma tecniche pienamente legittime, rivolte o allo studio dell'ordine naturale (l'astrologia ) o alla realizzazione del dominio dell'uomo sulla natura (la magia), per Pico le cose stanno diversamente: egli apprezza con estremo entusiasmo le arti magiche, che consentono all'uomo di dominare la natura imponendosi su di essa, proprio perché vi scorge una esaltazione del libero arbitrio umano, ma non può assolutamente accettare l'astrologia: l'idea che tutto sia prevedibile tramite la consultazione degli astri é un'evidente limitazione del libero arbitrio umano, che trova invece la sua massima esaltazione nella magia.