Parole d'amore filosofico verso due profonde coscienze: Giordano Bruno e Platone
In questa piccola introduzione cercherò di spiegare come e perché, dalle mie profondità, sono venute in superficie queste parole d'amore (filosofico) verso due delle più profonde coscienze di tutti i nostri tempi:
parlo di coscienze e non di menti, innegabile che fossero delle menti geniali, ma credo che gli spazi e gli universi che ci ha descritto il Bruno, cosi come le idee e le origini della nostra conoscenza come ce le ha descritte Platone, non sono soltanto frutto del pensiero di menti superiori alla norma, ma sono estratti di un mondo intellegibile afferrato soltanto con la profondità dell’intuizione e con una capacità innata di esaminare i propri abissi interiori e di carpire i rapporti con il mondo esterno osservando tutto ciò che gira intorno a noi con un occhio che non è un occhio che agisce tramite la vista e poi rielabora con i sensi, ma un occhio che si integra con la realtà tutta, un occhio interiore che è egli stesso parte di tutto quanto il resto.
Nella filosofia orientale, nella fattispecie nel sistema filosofico dello yoga sutra e della Samkhyakarika si parla di Drastr lo spettatore e Drsya lo spettacolo,lo spettatore è proprio quell’anima del mondo, che Bruno e i neoplatonici ci dicono pervadere ogni cosa con onniscenza e che fa parte di noi come del tutto, e che se cercate con ardore ci da la possibilità di penetrare la realtà delle cose oltre la nostra natura in questo universo in divenire. Non a caso Platone viaggia in Egitto, a Babilonia e prede parte ai misteri orfici subendo una grande influenza dalla filosofia orientale, è lui che semina il campo della metafisica assoluta, è Bruno che la fa germogliare nella grandezza dei suoi lavori e delle sue intuizioni che lo rendono impareggiabile e imparagonabile. Entrambe purtroppo sono stati vittime della storia, Platone e il neoplatonismo sono stati in primis saccheggiati dai cristiani e strumentalizzati volgarmente dai cattolici per poi essere uccisi dalla totale crisi della spiritualità, oggi lo si studia alla stregua di poeta e la statura elevata del suo pensiero è totalmente incompresa dalla disidratazione della spiritualità del nostro tempo. Per Bruno ancora peggio, io credo che muoia ogni giorno, e questo perché anche chi ancora lo onora e lo ricorda, lo fa soltanto come simbolo di libertà e di eretismo, trattato come un rivoluzionario da quattro soldi, mentre stiamo parlando della persona che più in assoluto senza alcun mezzo ha scalato le porte del cielo, a cui dobbiamo la conoscenza del cielo stesso, che ha scelto la morte e la tortura donando a chi stesso lo ha lasciato morire nell’indifferenza e a chi l ha ucciso, la descrizione piu amorevole e veritiera di cosa è dio e la natura che sia mai stata fatta; quotidianamente viene maltrattata la sua figura nei manuali di filosofia dove gli si dedicano si e no tre pagine, la potenza della sua figura è infinita come è l’infinito che lui ci ha descritto, finita e piccola è la miseria di chi lo ha ucciso, infinite sono le parole che si potrebbero dire sulla sua storia e i suoi insegnamenti, ma ecco meglio finire qui.
Il mio scrivere su di loro è un umile atto di riconoscenza e un impeto di giustizia...Platone stesso disse : "Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo."
Analizzando le mie poesie, nello specifico, le definirei cosi :
Per quanto riguarda il testo su Bruno credo che una lacrima di rabbia e un occhio verso il cielo sia il migliore modo per descriverlo.
Per quanto riguarda Platone è un testo meno sofferto e piu romantico, dove tende a sottolineare il caos e la tendenza all eroismo e alla guerra che si viveva in Grecia, e dove anche se era molto attiva la filosofia in ogni suo genere, Platone è riuscito a creare una struttura totalmente indipendente e diversa da tutte le altre metodologie, è chiaro che vede un qualcosa che sfugge ad altri e riesce a creare una stretta connessione con la realtà razionale, lega il mondo intellegibile al mondo reale con un fiume di parole strettamente interconnesse e mai fuorvianti.
NOLANO.1600.
Lo spazio e il grande fuoco,
perduti in dissolvenza,
Compiono il moto eterno,
d'amore in abbondanza.
Uniti in sospensione,
legati dalle stelle,
Demiurghi di quell'uomo,
dal fascino ribelle.
Malevoli ignoranti,
non videro la luce,
violenti malfattori,
scordarono ogni voce.
Ma tu ridendo scelsi,
patendo di ogni cosa,
pianeti ed universi,
sapienza ,madre e sposa.
Quando il dolore chiama,
lo segue il mio pensiero,
mistificando il vivere,
di un cielo tutto nero.
E l'anima del mondo,
gridava nel digiuno,
in cielo fosti dio,
in terra fosti bruno.
parlo di coscienze e non di menti, innegabile che fossero delle menti geniali, ma credo che gli spazi e gli universi che ci ha descritto il Bruno, cosi come le idee e le origini della nostra conoscenza come ce le ha descritte Platone, non sono soltanto frutto del pensiero di menti superiori alla norma, ma sono estratti di un mondo intellegibile afferrato soltanto con la profondità dell’intuizione e con una capacità innata di esaminare i propri abissi interiori e di carpire i rapporti con il mondo esterno osservando tutto ciò che gira intorno a noi con un occhio che non è un occhio che agisce tramite la vista e poi rielabora con i sensi, ma un occhio che si integra con la realtà tutta, un occhio interiore che è egli stesso parte di tutto quanto il resto.
Nella filosofia orientale, nella fattispecie nel sistema filosofico dello yoga sutra e della Samkhyakarika si parla di Drastr lo spettatore e Drsya lo spettacolo,lo spettatore è proprio quell’anima del mondo, che Bruno e i neoplatonici ci dicono pervadere ogni cosa con onniscenza e che fa parte di noi come del tutto, e che se cercate con ardore ci da la possibilità di penetrare la realtà delle cose oltre la nostra natura in questo universo in divenire. Non a caso Platone viaggia in Egitto, a Babilonia e prede parte ai misteri orfici subendo una grande influenza dalla filosofia orientale, è lui che semina il campo della metafisica assoluta, è Bruno che la fa germogliare nella grandezza dei suoi lavori e delle sue intuizioni che lo rendono impareggiabile e imparagonabile. Entrambe purtroppo sono stati vittime della storia, Platone e il neoplatonismo sono stati in primis saccheggiati dai cristiani e strumentalizzati volgarmente dai cattolici per poi essere uccisi dalla totale crisi della spiritualità, oggi lo si studia alla stregua di poeta e la statura elevata del suo pensiero è totalmente incompresa dalla disidratazione della spiritualità del nostro tempo. Per Bruno ancora peggio, io credo che muoia ogni giorno, e questo perché anche chi ancora lo onora e lo ricorda, lo fa soltanto come simbolo di libertà e di eretismo, trattato come un rivoluzionario da quattro soldi, mentre stiamo parlando della persona che più in assoluto senza alcun mezzo ha scalato le porte del cielo, a cui dobbiamo la conoscenza del cielo stesso, che ha scelto la morte e la tortura donando a chi stesso lo ha lasciato morire nell’indifferenza e a chi l ha ucciso, la descrizione piu amorevole e veritiera di cosa è dio e la natura che sia mai stata fatta; quotidianamente viene maltrattata la sua figura nei manuali di filosofia dove gli si dedicano si e no tre pagine, la potenza della sua figura è infinita come è l’infinito che lui ci ha descritto, finita e piccola è la miseria di chi lo ha ucciso, infinite sono le parole che si potrebbero dire sulla sua storia e i suoi insegnamenti, ma ecco meglio finire qui.
Il mio scrivere su di loro è un umile atto di riconoscenza e un impeto di giustizia...Platone stesso disse : "Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo."
Analizzando le mie poesie, nello specifico, le definirei cosi :
Per quanto riguarda il testo su Bruno credo che una lacrima di rabbia e un occhio verso il cielo sia il migliore modo per descriverlo.
Per quanto riguarda Platone è un testo meno sofferto e piu romantico, dove tende a sottolineare il caos e la tendenza all eroismo e alla guerra che si viveva in Grecia, e dove anche se era molto attiva la filosofia in ogni suo genere, Platone è riuscito a creare una struttura totalmente indipendente e diversa da tutte le altre metodologie, è chiaro che vede un qualcosa che sfugge ad altri e riesce a creare una stretta connessione con la realtà razionale, lega il mondo intellegibile al mondo reale con un fiume di parole strettamente interconnesse e mai fuorvianti.
NOLANO.1600.
Lo spazio e il grande fuoco,
perduti in dissolvenza,
Compiono il moto eterno,
d'amore in abbondanza.
Uniti in sospensione,
legati dalle stelle,
Demiurghi di quell'uomo,
dal fascino ribelle.
Malevoli ignoranti,
non videro la luce,
violenti malfattori,
scordarono ogni voce.
Ma tu ridendo scelsi,
patendo di ogni cosa,
pianeti ed universi,
sapienza ,madre e sposa.
Quando il dolore chiama,
lo segue il mio pensiero,
mistificando il vivere,
di un cielo tutto nero.
E l'anima del mondo,
gridava nel digiuno,
in cielo fosti dio,
in terra fosti bruno.
MISTICO SAPIENTE.
Tra la guerra e lo scontento,
Tra chi pensa e chi poi muore,
invidiato dagli eroi,
nacque un teorico d'amore.
Eremo interiore di una città furente,
E ciò che sta in catene ti gridava,
eccoti! Custode della mente,
opera del fuoco che sgorgava.
E l'anima dicesti,è un gran finale,
Tu fuggila ,e denigra quanto vuoi,
Il resto è solo carne andata a male,
La nostra morte è un infinito poi.
Cavalli alati bianchi e neri,
galoppavano nei tuoi pensieri,
Un auriga diretta all'infinito,
divina,la puntavi con il dito.
Amico che mi mostri il cielo,
adesso se ci fossi ti direi,
signore occidentale del pensiero,
Io sono quel che sono,Tu chi sei?
Galoni Danilo
Tra la guerra e lo scontento,
Tra chi pensa e chi poi muore,
invidiato dagli eroi,
nacque un teorico d'amore.
Eremo interiore di una città furente,
E ciò che sta in catene ti gridava,
eccoti! Custode della mente,
opera del fuoco che sgorgava.
E l'anima dicesti,è un gran finale,
Tu fuggila ,e denigra quanto vuoi,
Il resto è solo carne andata a male,
La nostra morte è un infinito poi.
Cavalli alati bianchi e neri,
galoppavano nei tuoi pensieri,
Un auriga diretta all'infinito,
divina,la puntavi con il dito.
Amico che mi mostri il cielo,
adesso se ci fossi ti direi,
signore occidentale del pensiero,
Io sono quel che sono,Tu chi sei?
Galoni Danilo