Scienza e pseudo-scienza
Karl Popper filosofo della scienza del XX secolo pensava che il carattere fondamentale di una teoria scientifica è che deve essere falsificabile. Dire che è falsificabile non significa dire che è sbagliata ma piuttosto che avanza delle predizioni definite, che possono essere confrontate con l'esperienza. Se queste si rivelano sbagliata allora la teoria è falsificata o confutata.
Egli riteneva che alcune presunte teorie non soddisfacessero questa condizione, e quindi non meritassero affatto il titolo di scienza, essere erano invece esempi di pseudo-scienza.
Uno degli esempi preferiti da Popper di pseudo-scienza è la psicoanalisi di Freud.
La teoria di Freud poteva essere conciliata con qualsiasi scoperta empirica. Dato un qualsiasi comportamento di un paziente, i seguaci di Freud erano in grado di fornire una spiegazione nei termini della loro teoria. Immaginiamo un uomo che spinge un bambino dentro un fiume con l'intenzione di ucciderlo e un altro che sacrifica la vita per salvarlo. Il primo era represso, il secondo aveva raggiunto la sublimazione. Popper argomentò che per mezzo di concetti come sublimazione e repressione la teoria di Freud poteva essere resa compatibile con qualsiasi dato clinico ed era quindi falsificabile.
Lo stesso era vero per la teoria della storia di Marx il quale sostenne che nelle varie società industriali il capitalismo avrebbe ceduto il passo al socialismo prima, e al comunismo poi. Ma quando ciò non avvenne; i marxisti invece di ammettere che la teoria di Marx era sbagliata, inventarono spiegazioni ad hoc volte a mostrare che quanto accadeva era in realtà perfettamente consistente con la loro teoria.
La teoria di Marx poteva essere resa compatibile con ogni possibile corso di eventi; proprio come quella di Freud.
Per Popper nessuna delle due si qualifica come genuinamente scientifica.
Popper contrapponeva le teorie di Freud e di Marx alla teoria della gravitazione di Einstein nota anche come teoria della relatività generale. Al contrario delle altre due, questa faceva una previsione definita: i raggi luminosi provenienti dalle stelle lontane sarebbero stati deviati dal campo gravitazionale del sole. Questo effetto sarebbe osservabile solamente durante un'eclissi di sole. Nel 1919 Sir Arthur Eddington organizzò due spedizioni ( in Brasile e nell'isola di Principe al largo della costa atlantica dell'Africa) per osservare l'eclissi e mettere alla prova le previsioni di Einstein. Le spedizioni mostrarono quello che Einstein aveva predetto. La teoria di Einstein aveva fatto una predizione definita e precisa ed era stata confermata dalle osservazioni.
Il tentativo di Popper di demarcare la scienza dalla pseudo-scienza è molto plausibile: c'è certamente qualcosa che non va in una teoria che si può rendere compatibile con qualsiasi dato empirico.
Alcuni filosofi considerano il criterio di Popper troppo semplicistico. Egli criticò Marx e Freud in quanto offrivano una spiegazione di ogni dato in apparente conflitto con le proprie teorie, invece di ammetterne la confutazione.
Un altro esempio fu la teoria della gravitazione di Newton (per la maggior parte queste predizioni furono confermate dall'osservazione; nel 1846 due scienziati Adams e Leverrier suggerirono che esisteva un altro pianeta non ancora scoperto che esercitava una forza gravitazionale aggiuntiva su Urano. Dopo il pianeta Nettuno fu scoperto quasi esattamente nella posizione prevista dai due scienziati. Ma essi fecero ciò che Popper accusava i marxisti di fare. Il tentativo di Popper di demarcare la scienza dalla pseudo-scienza non può essere completamente nel giusto.
Ogni teoria della scienza è in conflitto con qualche osservazione. E' difficile trovare una teoria che concordi con tutti i dati.
Il fallimento del criterio di demarcazione di Popper sollevò una questione: è possibile trovare qualche caratteristica comune condivisa da tutto ciò che chiamiamo "scienza" e non condivisa da nient'altro? La risposta di Popper era positiva.
Wittgenstein argomentò che non esiste un insieme prefissato di caratteristiche che definisce che cosa è un gioco; al contrario c'è un vago agglomerato di caratteri la maggioranza dei quali è posseduto dalla maggioranza dei giochi. Ma ogni gioco particolare può essere privo di qualche caratteristica compresa nell'agglomerato ed essere nonostante ciò un gioco. Lo stesso potrebbe essere vero della scienza e se è cosi è improbabile che si possa trovare un criterio semplice per demarcare la scienza dalla pseudo-scienza.
Bibliografia: Il primo libro di filosofia della scienza di Okasha (Einaudi)
Egli riteneva che alcune presunte teorie non soddisfacessero questa condizione, e quindi non meritassero affatto il titolo di scienza, essere erano invece esempi di pseudo-scienza.
Uno degli esempi preferiti da Popper di pseudo-scienza è la psicoanalisi di Freud.
La teoria di Freud poteva essere conciliata con qualsiasi scoperta empirica. Dato un qualsiasi comportamento di un paziente, i seguaci di Freud erano in grado di fornire una spiegazione nei termini della loro teoria. Immaginiamo un uomo che spinge un bambino dentro un fiume con l'intenzione di ucciderlo e un altro che sacrifica la vita per salvarlo. Il primo era represso, il secondo aveva raggiunto la sublimazione. Popper argomentò che per mezzo di concetti come sublimazione e repressione la teoria di Freud poteva essere resa compatibile con qualsiasi dato clinico ed era quindi falsificabile.
Lo stesso era vero per la teoria della storia di Marx il quale sostenne che nelle varie società industriali il capitalismo avrebbe ceduto il passo al socialismo prima, e al comunismo poi. Ma quando ciò non avvenne; i marxisti invece di ammettere che la teoria di Marx era sbagliata, inventarono spiegazioni ad hoc volte a mostrare che quanto accadeva era in realtà perfettamente consistente con la loro teoria.
La teoria di Marx poteva essere resa compatibile con ogni possibile corso di eventi; proprio come quella di Freud.
Per Popper nessuna delle due si qualifica come genuinamente scientifica.
Popper contrapponeva le teorie di Freud e di Marx alla teoria della gravitazione di Einstein nota anche come teoria della relatività generale. Al contrario delle altre due, questa faceva una previsione definita: i raggi luminosi provenienti dalle stelle lontane sarebbero stati deviati dal campo gravitazionale del sole. Questo effetto sarebbe osservabile solamente durante un'eclissi di sole. Nel 1919 Sir Arthur Eddington organizzò due spedizioni ( in Brasile e nell'isola di Principe al largo della costa atlantica dell'Africa) per osservare l'eclissi e mettere alla prova le previsioni di Einstein. Le spedizioni mostrarono quello che Einstein aveva predetto. La teoria di Einstein aveva fatto una predizione definita e precisa ed era stata confermata dalle osservazioni.
Il tentativo di Popper di demarcare la scienza dalla pseudo-scienza è molto plausibile: c'è certamente qualcosa che non va in una teoria che si può rendere compatibile con qualsiasi dato empirico.
Alcuni filosofi considerano il criterio di Popper troppo semplicistico. Egli criticò Marx e Freud in quanto offrivano una spiegazione di ogni dato in apparente conflitto con le proprie teorie, invece di ammetterne la confutazione.
Un altro esempio fu la teoria della gravitazione di Newton (per la maggior parte queste predizioni furono confermate dall'osservazione; nel 1846 due scienziati Adams e Leverrier suggerirono che esisteva un altro pianeta non ancora scoperto che esercitava una forza gravitazionale aggiuntiva su Urano. Dopo il pianeta Nettuno fu scoperto quasi esattamente nella posizione prevista dai due scienziati. Ma essi fecero ciò che Popper accusava i marxisti di fare. Il tentativo di Popper di demarcare la scienza dalla pseudo-scienza non può essere completamente nel giusto.
Ogni teoria della scienza è in conflitto con qualche osservazione. E' difficile trovare una teoria che concordi con tutti i dati.
Il fallimento del criterio di demarcazione di Popper sollevò una questione: è possibile trovare qualche caratteristica comune condivisa da tutto ciò che chiamiamo "scienza" e non condivisa da nient'altro? La risposta di Popper era positiva.
Wittgenstein argomentò che non esiste un insieme prefissato di caratteristiche che definisce che cosa è un gioco; al contrario c'è un vago agglomerato di caratteri la maggioranza dei quali è posseduto dalla maggioranza dei giochi. Ma ogni gioco particolare può essere privo di qualche caratteristica compresa nell'agglomerato ed essere nonostante ciò un gioco. Lo stesso potrebbe essere vero della scienza e se è cosi è improbabile che si possa trovare un criterio semplice per demarcare la scienza dalla pseudo-scienza.
Bibliografia: Il primo libro di filosofia della scienza di Okasha (Einaudi)