Analitici primi (Analytikà pròtera, sec. IV a.C.)
Il canone dell'opera di Aristotele, pervenutaci sotto il titolo di Organon, presenta dopo gli scritti intitolati Categorie e Sull'interpretazione e prima di Topici e Confutazioni sofistiche, i due trattati degli Analitici; sebbene la distinzione dei trattati in Analitici primi e Analitici secondi o posteriori non possa essere fatta risalire ad Aristotele, non vi sono dubbi sul fatto che l'ordine complessivo dei libri è quello voluto dallo Stagirita.
Argomento dell'opera è la teoria del sillogismo, un tipo di ragionamento che lega fra di loro tre proposizioni. In un sillogismo si distinguono tre termini, accoppiati fra loro in tre proposizioni elementari, due delle quali fungono da antecedenti (premesse o protasi), mentre la terza è il conseguente (conclusione).
Due dei tre termini sono detti estremi e, qualificati in base alla loro estensione come maggiore e minore, identificano nello stesso modo anche le due premesse; il terzo (termine medio) funge da cerniera fra gli altri due ed è il vero fulcro del ragionamento, legando fra loro le premesse e rendendo di fatto possibile la conclusione.
La mortalità di Socrate può essere dimostrata solo grazie al fatto che il termine medio ("animale") risulta da un lato incluso nel termine maggiore ("mortale") e dall'altro include il minore ("Socrate").
Il classico esempio di sillogismo cui si è fatto ora implicito riferimento non è tuttavia aristotelico; lo Stagirita infatti non utilizza mai proposizioni singolari e la sua sillogistica risulta interamente costruita con proposizioni universali e particolari, che possono essere identificate dall'impiego degli operatori "ogni" e "alcuni".
Inoltre, Aristotele riduce sistematicamente i sillogismi costruiti con termini concreti al corrispondente schema astratto, sostituendo le proposizioni di cui sono composti con lettere dell'alfabeto.
Negli Analitici primi i sillogismi vengono esaminati esclusivamente dal punto di vista della coerenza formale, ossia del tutto indipendentemente dal valore di verità delle premesse, argomento che invece è affrontato negli Analitici secondi.
In base alla posizione occupata dal termine medio Aristotele distingue varie "figure" di sillogismo (schemata): nella prima figura il medio è soggetto della premessa maggiore e predicato della minore ("Se A si predica di ogni B e B si predica di ogni C, è necessario che A si predichi di ogni C"); nella seconda è predicato di entrambe le premesse ("M non si predichi di alcun N e si predichi di ogni X). Allora N non inerirà ad alcun X"); nella terza è soggetto in entrambe le premesse ("Quando sia P che R ineriscono ad ogni S, si avrà come conclusione necessaria che P inerisce a qualche R").
Una quarta figura (quella in cui il medio è predicato nella maggiore e soggetto della minore) è certo riconosciuta, sebbene non formalizzata da Aristotele, in quanto interessato al rapporto di estensione fra i termini piuttosto che a una classificazione esaustiva in base alla loro posizione. Il carattere affermativo o negativo, universale o particolare delle premesse individua ulteriori combinazioni dette "modi"; non tutto i modi possibili (256 in base a un puro calcolo matematico) sono anche validi, ossia concatenazioni tali che la conclusione segua necessariamente delle premesse; Aristotele ne riconosce 14, che i logici posteriori aumenteranno sino a 19, considerando anche la quarta figura.
I sillogismi sono poi distinti in imperfetti e perfetti (quelli di prima figura): in base a determinati procedimenti è possibile ridurre tutti i sillogismi a quelli della prima figura.
I capp. 8-22 del libro 1 sono dedicati ai sillogismi modali: oltre alla semplice asserzione, i sillogismi possono infatti esprimere anche necessità o possibilità. Anche in questo caso, Aristotele esamina diverse combinazioni possibili e fornisce regole di trasformazione e procedimenti di validazione.
Il capitolo 23 del libro 2 tratta dell'induzione: tema che, pur attenendo alla metodologia della scienza piuttosto che alla logica, indica la via maestra per raggiungere quella verità delle premesse necessaria per produrre la scienza.
La teoria aristotelica del sillogismo ha costituito la base fondamentale della logica fino all'affermarsi nell'Ottocento del calcolo proposizionale, che riprende invece l'impostazione della logica stoica.