Anassimandro : vita e pensiero
Nacque come Talete a Mileto, forse nel 610 a.C. e morì verso la metà del VI secolo. Scrisse un'opera intitolata "Sulla natura". La poesia in questo periodo cessa di essere l'unico veicolo per trasmettere conoscenze sull'universo e sugli uomini. La prosa consente di articolare meglio il proprio pensiero senza rimanere impacciati dai vincoli del metro.Fu il primo a disegnare in Grecia una carta geografica del mondo allora conosciuto e a introdurre un orologio solare (in questo modo lo spazio e il tempo diventano misurabili e descrivibili).
Diversamente da Talete, Anassimandro, non ravvisa più in un elemento immediatamente osservabile il principio costitutivo dell'universo (arché). Compie un salto tra ciò che è visibile e ciò che non lo è. Riconosce che il principio non può essere una delle entità visibili ma deve essere un'entità dalla quale tutte quelle visibili, compresa l'acqua scaturiscono.Egli ritiene che il principio primo è l'apeiron (che deriva da a primitivo) che significa privo di limite e lo colloca alla periferia dell'universo sferico. Al centro della terra c'è invece la terra di forma cilindrica, equidistante in perfetto equilibrio dalla periferia.Dall'apeiron si generano tutte le cose e in primo luogo i contrari caldo/freddo, secco/umido. Ogni cosa che si è formata dall'apeiron ed è presente nell'universo è caratterizzata dal limite, ciascuna di esse è infatti limite rispetto alle altre.
Forse è questa limitazione reciproca che Anassimandro interpreta come un'ingiustizia che deve essere espiata con la propria distruzione: di qui il nascere e il perire delle cose. Anassimandro ravvisa nell'uomo un essere formatosi nel ventre dei pesci o esseri simili a pesci. Nel riconoscimento dell'importanza centrale dell'acqua per la genesi della vita, Anassimandro, probabilmente riprende l'insegnamento di Talete.