Estate sotto il sole della filosofia
In ogni persona c’è un sole. Basta lasciarlo splendere. (Socrate)
Oggi, sabato 20 giugno 2020 è il giorno in cui cade il solstizio d’estate. Astronomicamente parlando è l’inizio del periodo estivo nel nostro emisfero.
Alle 24.43 il sole raggiungerà la massima altezza sull’orizzonte. Da questo momento in poi la durata del giorno diminuisce progressivamente fino al solstizio d’inverno.
In passato il solstizio d’estate era associato a significati profondi, con riti legati al ciclo dell’agricoltura e della natura.
Mi piace pensare questo giorno come il momento in cui il sole vince sulle tenebre e che metaforicamente si ha la vittoria del bene sul male.
I solstizi sono appuntamenti molto importanti fin dai tempi ancestrali, perché il Sole è da sempre considerato fonte di luce e di calore, dunque di vita. Per questo motivo è stato spesso associato al divino.
I filosofi come hanno concepito il sole?
Il filosofo Eraclito disse: “Il sole è nuovo ogni giorno”
Il sole rappresenta la forza generatrice e rigenerante. Ogni giorno ci offre spettacoli nuovi e diversi ad ogni alba e tramonto.
Aristotele nel “De generatione et corruptione” descrive la generazione e corruzione dovuta all’azione motrice del sole. Questo, girando intorno alla Terra su di un piano inclinato rispetto all’equatore, il cosiddetto “cerchio obliquo” o cerchio dell’eclittica, determina l’alternativa delle stagioni e quindi la successione del caldo e freddo nelle varie zone della Terra. L’alternarsi delle stagioni a sua volta determina la generazione e corruzione delle piante e degli animali.
Per il filosofo Platone il sole è la rappresentazione dell’idea del bene che rende possibile la conoscenza di tutte le altre idee come si legge nel celebre mito della caverna. Mentre nel Timeo, il Sole è concepito come luce che il Demiurgo ha posto in cielo per permettere agli uomini di vedere i movimenti degli astri e dunque di calcolare il tempo cogliendo l’armonia del mondo alla quale bisogna adeguare la propria anima per ottenere la salvezza eterna.
Nel Rinascimento, anche grazie alla riscoperta dei testi platonici ed ermetici, si sviluppa un vero e proprio culto solare in cui il nostro astro è venerato come dio e signore del cosmo. Questa esaltazione del Sole costituisce la base filosofica del sistema eliocentrico elaborato da Copernico.
“In mezzo a tutti sta il sole. Chi infatti, in tale bellissimo tempio, metterebbe codesta lampada in un luogo diverso o migliore di quello, donde possa tutto insieme illuminare? Perciò non a torto alcuni lo chiamano lucerna del mondo, altri mente, altri reggitore. Trismegisto lo chiama Dio visibile, Elettra nella tragedia di Sofocle, colui che tutto vede. Così, per certo, come assiso su un trono regale, il sole governa la famiglia degli astri che gli fa da corona. (Niccolò Copernico, De revolutionibus orbium coelestium)
Giordano Bruno vede nel Sole quella fonte di vita che giustifica il movimento della Terra, anzi delle molteplici Terre che abitano l’universo infinito, intorno alla stella che dà luce e calore. E questo basta, per il filosofo di Nola, a validare il copernicanesimo.
In epoca moderna Galileo, studiando la natura delle macchie solari ritiene di aver trovato la prova scientifica del sistema copernicano.
Egli, affermò che le macchie solari sono simili a nuvole, materia fluida non estranea al Sole ma sita sulla sua superficie. La loro presenza dimostra che la superficie del Sole è irregolare e non perfetta, come voleva Aristotele, e il loro cambiare di posizione dimostra il moto di rotazione dell’astro su se stesso che per Galileo rappresenta una valida prova del sistema copernicano.
Il sole rischiara il nostro cammino, illumina la nostra mente, fa venire alla luce, ossia permette la vita, ma è anche la condizione di possibilità dell’ombra. L’importante è saper distinguere ciò che è solo ombra, da ciò che dà origine a quell’ombra, per non restare nella condizione degli uomini prigionieri nella caverna, descritti da Platone, che scambiano la parvenza per realtà.
Fermatevi un attimo ad ammirare la bellezza della natura come la meravigliosa semplicità di un’alba o di un tramonto.
Ancor più dell’alba il tramonto del sole ci sorprende e stupisce con i suoi colori, le sue luci e la sua bellezza unica. Questo spettacolo sembra quasi una tavolozza di un pittore donataci dalla natura.
Personalmente non smetterò mai di meravigliarmi davanti a una simile bellezza. Guarderò sempre il tramonto con quello stupore tipico dei bambini incantati di fronte alle scoperte della vita.
Quella palla rosso fuoco che scende e si tuffa all’orizzonte è la bellezza perfetta della natura.
Ricordiamoci che il sole a suo modo ci parla, ci tocca con i suoi raggi, “ci avvolge in un caldo abbraccio” ed è proprio per questo che dovremmo imparare a venerare e esprimere gratitudine alla natura.
Il sole fa bene al cuore e all’anima portandoci serenità. Ogni giorno cerchiamo di far splendere il sole che è dentro di noi e la vita prenderà subito colore.
Come il sole non aspetta che preghiere e incantesimi lo inducano a sorgere, ma subito brilla e viene salutato da tutti, così anche tu non aspettare applausi e grida di elogi per fare del bene, ma sii un agente del bene volontariamente e sarai amato tanto quanto il sole. (Epitteto)
Elisa Dipré