Giordano Bruno: vita e pensiero
I filosofi della natura non sono scienziati e il loro interesse è per la natura, per come funziona e per come è fatta.
Giordano Bruno nacque nel 1548 a Nola e morì per rogo nella piazza di Campo dei Fiori a Roma. Entrò ben presto nell'ordine domenicano. La sua formazione era stata aristotelica e tomistica. Sostenne da subito dottrine eretiche su Cristo e la Trinità (pensare che Dio sia uno ma diviso anche in tre persone). Era tentato dal mondo protestante e si convertì al calvinismo a Ginevra nel 1579.
E' stato a Ginevra, in Francia, in Germania e infine a Venezia. E' stato sempre sospettato di fare il duplice gioco fra gli stati protestanti e l'Italia cattolica. Cercava di guadagnare i soldi vendendo anche i suoi libri di filosofia e commedie; finchè a Venezia commette l'errore di riconvertirsi al cattolicesimo cadendo in una specie di tranello, viene estradato a Roma nello stasto della Chiesa dove viene processato e poi messo al rogo. Sono tantissime le accuse che vennero fatte a Bruno, ma non è ben chiaro il motivo per cui fu condannato al rogo (forse per motivi politici).
Le opere di Giordano Bruno sono numerosissime e tra gli scritti latini sono da segnalare il "De Umbris Idearum", "De Monade", "De Immenso" ecc..; fra gli scritti italiani quello più noto è il "Candelaio".
Giordano inquadra il suo pensiero e la sua missione in una cornice che ricorda quella ermetico-ficiniana di un'antica sapienza che in forme diverse è stasta presente dalla lontana antichità egiziana in poi fino al cristianesimo. Nello "Spaccio de la Bestia trionfante" e nella " Cabala del cavallo pegaseo" sono presenti le idee di superamento della tradizione ebraico-cristiana.
"De la causa, principio et uno e "De l'infinito, universo mondi" propongono la visione cosmologica di Bruno il quale è lontanissimo dalle "ordinate" teorie aristoteliche e tomiste nella sua concezione dell'universo, anzi è vicino alle recenti teorie proposte da Telesio inserite però in un quadro in cui svolge un ruolo essenziale il concetto di infinità. L'infinità non viene attribuita a un Dio ma all'infinito. Non c'è Dio nell'universo di Bruno. L'universo non è un tutto ordinato ma un'infinità innumerevole di mondi. E' materia e forma, è causa ed effetti, è uno e molteplice, è intelligenza e materia, è divinità e animalità, è tutto in tutto.
Nella teoria bruniana l'universo non ha ne un fine, nè una fine, è stato sempre così come è ora nella sua essenza; quello che cambia è l'aspetto superficiale di quell'essenza, immutabile nella sua infinità ed eternità. Se l'universo viene definito come infinito, non è pensabile un luogo individuabile come centro. L'universo di Bruno è anche senza gerarchie. E' un universo-sostanza di cui i corpi sono soltanto gli accidenti, cioè le variazioni esteriori. Fra questi corpi Bruno considera le stelle e la terra come una di esse. Per gli antichi greci il finito era simbolo di perfezione, mentre l'infinito dava l'idea di mancanza di perfezione. Nella cultura greca l'universo era finito.
Bruno asserendo che l'universo è infinito rovescia il topos della cultura classica occidentale. Bruno sostiene non solo l'infinitudine del mondo in generale ma anche (riprendendo l'idea di Epicuro e di Lucrezio) l'infinitudine nel senso dell'esistenza di mondi infiniti simili al nostro con altri pianeti e altre stelle.
Infinita è la vita perchè infiniti individui vivono in noi così come in tutte le cose composte. Il morire è solo il mutare accidentale. L'universo è costituito da tanti mondi. Il mondo umano è privo di gerarchie.
Dio
Se è infinita la Causa o il Principio Primo, infinito dev'essere anche il suo effetto cioè il mondo. Il mondo non sarebbe di Dio se fosse finito, soltanto in questo modo la creatura sarà degna del suo creatore.
Per Bruno il creatore e la creatura in realtà non si distinguono. Il Dio di Bruno si identifica nell'universo (panteismo), è una specie di anima del mondo, il substrato, l'energia infinita del mondo. Noi e tutte le cose di questo mondo siamo espressioni contingenti e temporanee dell'unica sostanza, dell'unico ente che è Dio il quale si manifesta in tutti questi modi sempre mutevoli. Dio è tutto infinito e totalmente infinito perché è tutto in tutto e anche in ogni parte del tutto.
Bruno è il primo grande filosofo copernicano e sostiene che il sistema solare è solo uno dei tanti sistemi planetari che formano l'universo. Il suo atteggiamento nei confronti del copernicanesimo è stato sempre di tipo speculativo come semplice teoria. L'infinitismo di Bruno non è una teoria sulla materia bensì metafisica che parte dall'idea che il principio primo della realtà non può avere un fine e non può ammettere altro al di fuori di sè.
I fondamenti del sistema di Bruno sono desunti dal neoplatonismo. Plotino aveva sviluppato il senso monista della dottrina platonica. Il monismo è l'idea che l'universo sia un unico ente la cui realtà si coglie soltanto con l'intelletto andando al di là delle apparenze sensibili che sono immaginarie.
Religione
Le religioni sono creazioni umane. Detesta ogni dualismo, opposizione che ha un al di quà e un al di là. C'è un'unica forma dell'essere che è la forma dell'unica sostanza, dell'universo. Alla morte le creature acquisiscono nuove determinazioni, nuove qualità.
Per Bruno non c'è neanche nessuna forma di peccato originale. Il peccato, l'incarnazione di Cristo e una redenzione finale sono solo delle assurdità e questo lo asserisce in maniera abbastanza esplicita in alcune sue opere in italiano volgare. L'egizianismo di Bruno è una religione, "la buona religione" distrutta dal cristianesimo a cui bisogna ritornare e di cui egli si sente profeta.
"Gli eroici furori"
In quest'opera Bruno affronta la tematica del sapere e dell'attività più alta dell'essere umano. Egli distingue qui fra il sapiente (colui che è in grado di orientarsi bene nelle cose del mondo ed è felice e il furioso ossia colui che come Bruno cerca di trovare strade sempre più nuove, di uscire dalla conoscenza normale, di andare oltre la superficie delle cose per scoprirne l'essenza ultima.
Il furioso è infelice, tende a un divino che costituisce l'essenza dell'universo. Non trova pace e cerca sempre di superare il livello di conoscenza al quale è perveuto.
Il furore è eroico e quindi umano (gli eroi sono esseri umani) e rappresenta la sete di sapere, di conoscere.
"De umbris idearum"(sulle ombre delle idee)
Le idee sono quelle determinazioni sensibili che non ci fanno conoscere l'essenza della realtà. Sono temi platonici (vedi il mito della caverna: idea che l'uomo si debba innalzare alla verità attraverso l'intelletto contemplando le idee matematiche, morali e poi quelle che si chiameranno verità eterne; mentre il sensibile è tenuto nell'ignoranza e povertà della caverna; questo mito platonico molto forte viene poi mediato a sua volta da Ficino il quale aveva reintrodotto il platonismo nella cultura rinascimentale).
Differenze fra Giordano Bruno e Ficino
Ficino essendo un pensatore ufficiale è molto più cauto nelle sue affermazioni e cerca una conciliazione tra platonismo e cristianesimo e cultura magica/ermetismo.
L'idea di Ficino che sarà presente anche in Bruno è che esiste una sorta di sapienza nascosta, antichissima che contiene dentro di sé tutta la verità e di cui il cristianesimo è un'espressione secondaria. C'è qualcosa che viene prima della Bibbia stessa. Questo sapere segreto trova la sua espressione nel corpus ermetico che è un po la fonte sia della religione, sia della filosofia e di cui il platonismo sarebbe un ulteriore espressione.