Il fascino di Aspasia
Le etère rappresentavano un gruppo sociale estremamente diverso da quello formato dalle altre donne greche, mogli e madri.La maggior parte di esse, oltre a essere dotata di una notevole bellezza fisica, possedeva un'ottima formazione intellettuale e artistica, insieme a modi raffinati di cui erano spesso prive le altre donne greche dell'epoca. Tra queste non si possono ignorare la colta Leonzia, compagna del filosofo Epicuro; Nicarete di Megara (circa 300 a.C.), che, come ha ricordato il semiologia Umberto Eco, "per poter filosofare in libertà, aveva scelta la professione di etèra. Secondo Diogene Laerzio, Nicarete avrebbe avuto una relazione adulterina con il suo maestro Stilpone; "insomma", ha osservato Eco, fu "messa in cattedra dall'amante". Anche a questo serviva la professione di etèra, in un'epoca buia per i diritti delle donne.
Poche donne tuttavia si misero in rilievo per le proprie doti personali come Aspasia di Mileto (470-404 a.C. circa). La sua relazione con Pericle scandalizzò gli Ateniesi benpensanti dell'epoca, che la accusarono di essere soltanto un'etéra e di avere istigato alcune decisioni politiche fallimentari per la città, in particolare la guerra contro Sparta, iniziata nel 431 a.C.. Altre testimonianze legate al circolo di intellettuali patrocinato dal suo potente compagno la descrivono invece una donna colta ed elegante, protagonista di uno dei momenti più brillanti della storia della cultura greca.
Paradossalmente, di Aspasia sappiamo ben poco, al di là delle voci e della ricca aneddotica raccolta sa alcuni autori greci che diedero spazio ai retroscena della politica ateniese.
Dalle poche informazioni di cui disponiamo, sappiamo che era originaria della città ionica di Mileto, in Asia Minore, che il nome di suo padre era probabilmente Assioco e che quando arrivò ad Atene (intorno al 450 a.C.) venne considerata una straniera, anche se la sua era forse una famiglia ateniese in esilio.
Secondo la tradizione, Aspasia ebbe grande successo ad Atene grazie alla sua avvenenza e diventò celebre in quanto tenutaria di una nota casa di piacere frequentata dagli intellettuali e dai politici più influenti.
Fu dunque una prostituta? In realtà, nell'antica Atene la professione delle etère era piuttosto distante dal concetto moderno di prostituzione. Si trattava, infatti, di donne colte e sofisticate che offrivano agli uomini di un certo livello sociale un divertimento intellettuale, oltre che un piacere dei sensi. In contrasto con la situazione generale di sottomissione femminile (le donne greche, tra l'altro, non ricevevano alcuna educazione), le etère godevano di una notevole libertà e di un accesso privilegiato al mondo della cultura. E Aspasia, in quanto straniera, godeva, il diritto ateniese, di uno status speciale ulteriore.
La relazione di Pericle, l'uomo più potente di Atene, con un'etèra straniera, che divenne prima la sua concubina e poi sua moglie, dovette suscitare grande scalpore tra gli Ateniesi più reazionari. Forse fu proprio per questo che sorsero tante voci malevole nei confronti di Aspasia. Le fonti antiche che con disprezzo la ritraggono solo come una cortigiana avrebbero l'intento, secondo molti storici, di screditare con bugie diffamatorie la memoria dell'illustre statista ateniese.
Plutarco racconta nella Vita di Pericle come lo stratega ateniese si fosse innamorato di Aspasia più per le sue doti intellettuali che per un'attrazione fisica. Nella residenza della donna si riunivano filosofi celebri, tra cui lo stesso Socrate, insieme ad artisti, poeti e medici, solo per il piacere di conversare con lei. Alcuno degli invitati portavano con sé le consorti, per dar loro modo di ascoltare Aspasia; tale circostanza sarebbe sorprendente se davvero si fosse trattato di un postribolo ma rimangono ugualmente dubbi su quale tipo di istituzioni governasse la padrona di casa: un'accademia, un circolo sociale o una casa di piacere?
Socrate fu uno degli ospiti più assidui del circolo di Aspasia, e molti dei suoi discepoli, come Platone o Senofonte, ne tessero gli elogi nei loro scritti. Anche l'oratore Eschine e il filosofo Antistene, altri due amici e allievi di Socrate, citarono Aspasia nelle loro opere. Entrambi composero dialoghi intitolati a suo nome (oggi andati perduti) che mettevano in evidenza l0influsso da lei esercitato sul circolo socratico. Da testimonianze successive, si è potuto ricostruito che mentre il primo, Eschine presentava Aspasia come una grande pensatrice (diceva di lei che fosse un "Socrate al femminile"), Antistene diffamava la sua memoria e quella di Pericle.
Figura chiave del mondo intellettuale, Aspasia è ricorsa dai posteri anche per aver influito sulla politica del suo tempo. Erano gli anni turbolenti prima della guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), che avrebbe visto affrontarsi Atene e Sparta, e inaspettatamente una donna, che esercitava un forte ascendente sul più grande stratega ateniese, sembrava influire sulla sfera politica internazionale.
Lo scoppio della guerra del Peloponneso fu sicuramente il momento più difficile per Aspasia, che arrivò a essere accusata di averla provocata. La miccia che accese il conflitto fu il decreto ateniese contro Megara, città dell'Attica che si era rifiutata di allearsi con Atene e che per ritorsione venne esclusa dal commercio in tutti i porti delle poleis filo-ateniesi.
Megara ricorse allora all'aiuto di Sparta e della Lega del Peloponneso. le dicerie popolari attribuivano ad Aspasia la responsabilità di avere convinto Pericle ad attaccare Megara, dopo che due etère della sua casa erano state rapite da megaresi per ritorsione contro il rapimento di una etèra megarese, tale Simeta, da parte degli Ateniesi.
Il commediografo Aristofane riporta tale versione dei fatti nella sua opera Gli Acarnesi, quando afferma che "tutta la Grecia era in fiamme per colpa di tre prostitute".
Proprio nel corso della disastrosa guerra, ad Atene si diffuse la terribile peste del 429 a. C., che uccise i due figli maggiori di Pericle ed egli stesso poco tempo dopo. Prima di morire, Pericle era però riuscito a ottenere che il suo terzo figlio, quello avuto sai Aspasia (conosciuto come Pericle Il Giovane), acquisisse la cittadinanza e fosse nominato suo erede, disattendendo la legge che egli stesso aveva emanato nel 451 a.C. e che concedeva la cittadinanza solo a chi aveva entrambi i genitori ateniesi.
Dopo la morte dello stratega, la stella di Aspasia cominciò ad affievolirsi. La donna si risposò ed ebbe un secondo figlio con un certo Lisicle, un personaggio che i detrattori di Aspasia descrivono come un oscuro mercante di pecore, ma che svolse un importante ruolo politico e militare durante la guerra (Plutarco attribuisce la sua ascesa politica proprio alla relazione con Aspasia).
Con la scomparsa di Lisicle in combattimento nel 428 a.C. si perde ogni traccia di Aspasia. Non si conosce la data della sua morte, che forse coincise con la sconfitta di Atene nello scontro con Sparta del 404 a.C. e che precedette l'esecuzione del suo amico Socrate nel 399 a.C.
La scomparsa di Aspasia dalla scena ateniese, così come la sconfitta della città e la morte di Socrate, segnò la fine del secolo più brillante nella storia di Atene. Con lei spariva una grande personalità femminile, un esempio unico nella Grecia classica.
Bibliografia:
Storica National Geographic speciale Grecia n.5