Il rapporto tra filosofia e magia
La magia è la scienza che pretende di dominare le forze naturali con gli stessi procedimenti con cui si assoggettano gli esseri animati. Il presupposto fondamentale della magia è pertanto l'animismo e la migliore definizione di essa è quella che è stata data da Reinach come "la strategia dell'animismo".
Strumenti di questa strategia sono gli incantesimi, gli esorcismi, i filtri, i talismani, mediante i quali il mago comunica con le forze naturali o celestiali o infernali e le persuade a obbedirgli.
Il carattere violento o subdolo delle operazioni con cui si persuadono le forze naturali a obbedire, è un altro contrassegno della magia: che è una strategia d'assalto, che vuol conquistare d'un colpo solo: a differenza di quella che sarà la strategia della scienza moderna, la quale tende a una graduale conquista della natura, e prescinde dai mezzi violenti o subdoli.
La magia è di origine orientale e si diffuse in occidente nel periodo greco - romano.
Essa circolò più o meno nascostamente nel Medioevo per ritornare alla piena luce nel Rinascimento, durante il quale fu spesso considerata come il compimento della filosofia naturale cioè come quella parte di essa che consente all'uomo di agire sulla natura e di dominarla.
Ma sparita dal mondo della filosofia e della scienza, la magia rimane come una delle categorie interpretative della sociologia e della psicologia. Sulla funzione della magia nell'uomo primitivo, così si esprime Malinowski: "La magia fornisce all'uomo primitivo un numero di atti e di credenze rituali già fatti, una tecnica mentale e pratica definita la quale serve a superare gli ostacoli pericolosi in ogni importante impresa e in ogni situazione critica (...). La sua funzione è quella di riutilizzare l'ottimismo dell'uomo, di rafforzare la sua fede nella vittoria della speranza sulla paura" (Magic Science and Religion, ediz. Anchor Book, pag.90).
Ma l'atteggiamento primitivo non è solo dell'uomo primitivo: l'uomo civilizzato ricade in esso in determinate circostanze che vanno dalla mancanza dii tecniche adatte per affrontare situazioni difficili alle incapacità di provare a utilizzare queste tecniche. Credenze magiche sono perciò frequenti nella vita di ogni giorno, anche se spesso non confessate. Comportamento magico è stato chiamato, non senza ragione, da Sartre la reazione emotiva patologica che talora è alla base dei disturbi mentali.
D'altronde Jung ha visto l'origine della magia nell'idea di una Energia universale che egli ritiene latente nell'inconscio di tutto il genere umano e che si identifica con l'idea di Dio.
E Lévi- Strauss ha stabilito un'analogia tra la cura magica e la psicanalisi perché entrambe rendono possibile, attraverso la presa di coscienza dei conflitti interni del malato, un'esperienza specifica nella quale i conflitti possono svilupparsi e manifestarsi liberamente.
Fonte: Dizionario di filosofia, Storia della filosofia di Nicola Abbagnano
Strumenti di questa strategia sono gli incantesimi, gli esorcismi, i filtri, i talismani, mediante i quali il mago comunica con le forze naturali o celestiali o infernali e le persuade a obbedirgli.
Il carattere violento o subdolo delle operazioni con cui si persuadono le forze naturali a obbedire, è un altro contrassegno della magia: che è una strategia d'assalto, che vuol conquistare d'un colpo solo: a differenza di quella che sarà la strategia della scienza moderna, la quale tende a una graduale conquista della natura, e prescinde dai mezzi violenti o subdoli.
La magia è di origine orientale e si diffuse in occidente nel periodo greco - romano.
Essa circolò più o meno nascostamente nel Medioevo per ritornare alla piena luce nel Rinascimento, durante il quale fu spesso considerata come il compimento della filosofia naturale cioè come quella parte di essa che consente all'uomo di agire sulla natura e di dominarla.
Ma sparita dal mondo della filosofia e della scienza, la magia rimane come una delle categorie interpretative della sociologia e della psicologia. Sulla funzione della magia nell'uomo primitivo, così si esprime Malinowski: "La magia fornisce all'uomo primitivo un numero di atti e di credenze rituali già fatti, una tecnica mentale e pratica definita la quale serve a superare gli ostacoli pericolosi in ogni importante impresa e in ogni situazione critica (...). La sua funzione è quella di riutilizzare l'ottimismo dell'uomo, di rafforzare la sua fede nella vittoria della speranza sulla paura" (Magic Science and Religion, ediz. Anchor Book, pag.90).
Ma l'atteggiamento primitivo non è solo dell'uomo primitivo: l'uomo civilizzato ricade in esso in determinate circostanze che vanno dalla mancanza dii tecniche adatte per affrontare situazioni difficili alle incapacità di provare a utilizzare queste tecniche. Credenze magiche sono perciò frequenti nella vita di ogni giorno, anche se spesso non confessate. Comportamento magico è stato chiamato, non senza ragione, da Sartre la reazione emotiva patologica che talora è alla base dei disturbi mentali.
D'altronde Jung ha visto l'origine della magia nell'idea di una Energia universale che egli ritiene latente nell'inconscio di tutto il genere umano e che si identifica con l'idea di Dio.
E Lévi- Strauss ha stabilito un'analogia tra la cura magica e la psicanalisi perché entrambe rendono possibile, attraverso la presa di coscienza dei conflitti interni del malato, un'esperienza specifica nella quale i conflitti possono svilupparsi e manifestarsi liberamente.
Fonte: Dizionario di filosofia, Storia della filosofia di Nicola Abbagnano