In cammino con Nietzsche (parte 2)
“Da quando ho imparato a camminare mi piace correre”.
Logicamente questo virgolettato di Nietzsche è metaforico ma non per questo da sottovalutare perché presto scopriremo che anche per lui il camminare è stata un’attività importante della sua vita. Anticipiamo che era mosso più per cause salutari che naturali, ma questo poco conta.
Quel che conta è che lui ha trovato nel camminare un grande conforto. La camminata era una sua alleata. Nell'articolo precedente abbiamo fatto un'introduzione generale. Da oggi invece iniziamo ad addentrarci con sempre maggiore profondità. Anche per Nietzsche andremo a vedere una breve biografia. Molto breve. Non prima però di aver detto un qualcosa che spesso diamo per scontato ma che secondo me -in questo contesto- va rimarcato. È una frase semplice e banale che tuttavia voglio dire. Non dobbiamo mai sottovalutare che si cammina in natura. A mio avviso tutto è Natura ma a questo proposito vedremo brevemente il concetto di Natura che ha Nietzsche. Appunto perché il camminare ha molto a che fare con la natura e quest’ultima non possiamo lasciarla indietro. Logicamente poi andremo ad approfondire l’importanza che questo filosofo ha dato al camminare riportando anche alcune frasi celebri.
Nietzsche si sposterà continuamente di luogo in luogo e, per capire quanta importanza ha dato al movimento nel corso della sua vita, riporteremo alcune lettere che ha spedito a persone a lui care. Analizzeremo in particolare il periodo che va dal 1879 (quando dovette rinunciare alla cattedra dell’Università di Basilea per motivi di salute ottenendo la pensione anticipata) fino ai dieci anni successivi nel corso dei quali condurrà una vita errante tra Germania, Svizzera, Francia e Italia. Alloggerà in piccole camere di locande e pensioni e dedicherà le sue giornate a camminare. Scriverà camminando perché solo così potrà riuscire a sopportare quella malattia e quella solitudine che stavano diventando sempre più invadenti e che lo porteranno alla morte il 25 agosto del 1900 dopo un periodo che trascorse in stato quasi vegetativo. Friedrich Wilhelm Nietzsche nacque il 15 ottobre 1844 nella piccola città tedesca di Röcken.
L’accesa religiosità della sua famiglia sembrava preparargli un futuro sulle orme del padre e del nonno da pastore protestante. Perde il padre a soli 5 anni e a pochi mesi di distanza anche il fratello minore. La sua vita non fu semplice già dai primi anni di vita. Nietzsche scrisse “il viandante e la sua ombra” che è la seconda parte di “Umano, troppo umano”. Questo titolo “il viandante” è pane per i nostri denti. Ci fa capire quanto Nietzsche aveva a cuore questi argomenti. L’anno 1880 invece lo trascorse spostandosi da una località all’altra (da qui il titolo del paragrafo “il nomade”). Si spostava soprattutto perché stava ricercando la località migliore per la sua cagionevole salute. Nell’estate dell’anno successivo –il 1881- si trasferisce ancora ed arriva a Sils-Maria, villaggio dell’Engadina svizzera da cui rimase molto affascinato e dove si recò regolarmente fino al crollo mentale del 1888.
In questo villaggio era solito passeggiare tra boschi e laghi e, proprio in una di queste passeggiate, trovò l’ispirazione che da tempo cercava. Ma quello che poi “partorirà” dopo queste passeggiate svizzere lo vedremo nel prossimo articolo e a mio avviso sarà abbastanza interessante. Per il momento però fermiamoci qui.
Libri consigliati sullo stesso argomento:
Filosofia e sport: stili di vita che ci aiutano a cambiare in meglio
L’inattività fisica è in costante aumento, soprattutto tra i più giovani. La sedentarietà sta dilagando e l’uso e abuso di strumenti digitali, tablet, social, smartphone, tv, pc, e videogames, rende tutti meno dinamici. Quando si parla di benessere, di stile di vita sano non si può non prendere in considerazione l’elemento basilare: lo sport. Potremmo chiederci: che cosa c’entra lo sport con la filosofia? Benessere fisico e mentale vanno di pari passo nel cammino della salute? Già nell’antica Grecia filosofia e sport erano strettamente uniti per esprimere il vigore della mente e del corpo, per il “perfezionamento di se stessi”. Lo sport, infatti, si praticava nel Ginnasio (palestra-scuola), in cui si sviluppavano di pari passo il corpo e la mente. Pertanto già gli antichi filosofi greci come ad esempio Socrate praticavano sport, per il corpo ma anche per la mente. Platone era un lottatore e cultore di uno sport democratico, accessibile a tutti, donne comprese. Il pensatore Aristotele, invece, escludeva le donne dallo sport. Filosofia e sport: due discipline spesso controverse, spesso incomprensibili, altre volte invece unite e inseparabili. Sport e filosofia. Corpo e pensiero. Fatica nel praticare e pesantezza nel pensare. Lo sport è un’opportunità che ci viene data per trasformare non solo il nostro corpo ma anche il nostro pensiero. Ricordiamoci sempre il motto: “Mens sana in corpore sano” utile a farci capire come l’esperienza e la pratica sportiva possano fare solo bene alla nostra mente. Solo avendo una mente sana possiamo rendere al meglio nell’attività sportiva, nel lavoro, nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali. |
Pensieri in cammino
Il taccuino "Pensieri in cammino" è un oggetto da portare sempre con sé per riprendere la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri. Ad impreziosire ogni pagina, tanti aforismi sulle camminate dei più importanti filosofi accompagnati da affascinanti illustrazioni che riprendono il tema del taccuino. Poco importa se fate una passeggiata in città o in un parco naturale, un'escursione lunga e impegnativa in montagna o un camino di più giorni, l'importante è non perdere mai la voglia di camminare e guardare il mondo non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore. Ricordatevi che come disse il filosofo Kierkegaard: "Io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata. Ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene". Speriamo che tu possa trovare del tempo da dedicare a te stesso, per camminare, riflettere e custodire per sempre un pensiero o un'emozione. |