In cammino con Nietzsche (parte 3)
“Tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si cammina”. Nell'articolo precedente eravamo rimasti al punto in cui Nietzsche si trasferisce in un piccolo villaggio della Svizzera (Sils-Marie) dove era solito passeggiare. Avevamo detto che in una di queste passeggiate troverà l’illuminazione che da tempo cercava. E poi vi avevo lasciato con la curiosità di scoprire quale essa sia. Ho quindi un debito con voi che ora cerco di soddisfare.
Abbiamo dunque capito che il passeggiare per Nietzsche era –anche- fonte di ispirazione. La luminosità del cielo e l’aria pura di montagna gli offrirono la situazione perfetta per raggiungere ‘la grande salute’ ovvero uno stato di pienezza fisica, intellettuale e spirituale che da lì in poi avrebbe seguito ossessivamente. Fu proprio in questa condizione di perfetta salute che ebbe un’illuminazione (di cui prima) e concepì uno dei suoi concetti chiave: quello dell’eterno ritorno di tutte le cose. E già! È proprio questa la scoperta sensazionale che ebbe durante queste passeggiate. Ora, per quanto mi riguarda, sarebbe troppo interessante spiegare questo concetto ritenuto da lui stesso “il più assurdo di tutti”. E io sono d’accordo. Sono d’accordo perché gli ho dedicato settimane intere per poi arrivare finalmente al senso profondo, complici anche i molti esperti di Nietzsche con il quale mi sono confrontato. Magari in futuro lo faremo ma ora non è il contesto adatto. Dobbiamo concentrarci sul camminare (ed è giusto che sia così) ma vi do un’indicazione: approfondite questo concetto di eterno ritorno. Ne rimarrete affascinati.
Torniamo a noi. Questa nuova scoperta lo fece sentire totalmente entusiasta e grato alla natura e alle passeggiate. Poco dopo scoprì la figura di Baruch Spinoza e trovò consolazione in lui perché seppe che era un solitario che sviluppò la sua riflessione fuori dall’università. Dichiarò che dopo aver scoperto Spinoza, la sua divenne “una solitudine a due”. Nel 1882 i problemi agli occhi si intensificarono e decise di comporre i suoi testi con la prima macchina per scrivere prodotta in serie, si chiamava “writing ball” a causa dei suoi tasti a forma di palla. Nietzsche era convinto che, avendo dimestichezza con il pianoforte, le sue dita potessero muoversi automaticamente e fare molta meno fatica. Quella macchina si ruppe presto e tornò alla penna e iniziò a scrivere l’opera che fu concepita come il seguito di Aurora ovvero “La gaia scienza”. Ho nominato questi suoi problemi agli occhi perché poi proprio per questo era “costretto” a non poter stare troppo tempo a studiare e quindi spesso andava a passeggiare. Nella sua vita ebbe giorni di forte sofferenza fisica e anche problemi di insonnia; tentò di cambatterle con delle sostanze che si procurava falsificando alcune ricette mediche. Sprofondò nella depressione e addirittura gli si presentarono pensieri suicidi.
Nietzsche però di lì a poco ebbe la forza di trasformare tutto quel dolore in energia positiva e scrisse proprio in quei giorni la sua opera più celebre “Così parlò Zarathustra”. Ancora una volta dichiarò che la natura e il passeggiare fu per lui di fondamentale importanza. Infatti chiudo questo post citando testualmente le sue parole: “Cielo da pioggia, aria da pioggia, ma nel bosco i sentieri sono buoni [...] Sicuramente qui, dal tempo di Goethe, nessuno ha più pensato così tanto, e neppure Goethe si sarà fatto passare per la testa cose così fondamentali – ho superato di gran lunga me stesso. Una volta, nel bosco, un signore, passandomi accanto, prese a fissarmi molto intensamente: in quell’istante mi resi conto di avere il volto raggiante di felicità e che già da due ore me ne andavo dattorno così”.
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Filosofia e sport: stili di vita che ci aiutano a cambiare in meglio
L’inattività fisica è in costante aumento, soprattutto tra i più giovani. La sedentarietà sta dilagando e l’uso e abuso di strumenti digitali, tablet, social, smartphone, tv, pc, e videogames, rende tutti meno dinamici. Quando si parla di benessere, di stile di vita sano non si può non prendere in considerazione l’elemento basilare: lo sport.Potremmo chiederci: che cosa c’entra lo sport con la filosofia? Benessere fisico e mentale vanno di pari passo nel cammino della salute? Già nell’antica Grecia filosofia e sport erano strettamente uniti per esprimere il vigore della mente e del corpo, per il “perfezionamento di se stessi”. Lo sport, infatti, si praticava nel Ginnasio (palestra-scuola), in cui si sviluppavano di pari passo il corpo e la mente. Pertanto già gli antichi filosofi greci come ad esempio Socrate praticavano sport, per il corpo ma anche per la mente. Platone era un lottatore e cultore di uno sport democratico, accessibile a tutti, donne comprese. Il pensatore Aristotele, invece, escludeva le donne dallo sport. Filosofia e sport: due discipline spesso controverse, spesso incomprensibili, altre volte invece unite e inseparabili.Sport e filosofia. Corpo e pensiero. Fatica nel praticare e pesantezza nel pensare. Lo sport è un’opportunità che ci viene data per trasformare non solo il nostro corpo ma anche il nostro pensiero. Ricordiamoci sempre il motto: “Mens sana in corpore sano” utile a farci capire come l’esperienza e la pratica sportiva possano fare solo bene alla nostra mente. Solo avendo una mente sana possiamo rendere al meglio nell’attività sportiva, nel lavoro, nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali. |
Pensieri in cammino
Il taccuino "Pensieri in cammino" è un oggetto da portare sempre con sé per riprendere la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri. Ad impreziosire ogni pagina, tanti aforismi sulle camminate dei più importanti filosofi accompagnati da affascinanti illustrazioni che riprendono il tema del taccuino. Poco importa se fate una passeggiata in città o in un parco naturale, un'escursione lunga e impegnativa in montagna o un camino di più giorni, l'importante è non perdere mai la voglia di camminare e guardare il mondo non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore. Ricordatevi che come disse il filosofo Kierkegaard: "Io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata. Ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene". Speriamo che tu possa trovare del tempo da dedicare a te stesso, per camminare, riflettere e custodire per sempre un pensiero o un'emozione. |