In cammino con Nietzsche (parte 5)
In un aforisma de “La gaia scienza” Nietzsche afferma: “Noi non siamo di quelli che riescono a pensare solo in mezzo ai libri, sotto la scossa di libri; è nostra consuetudine pensare all'aria aperta, camminando, saltando, salendo, danzando, preferibilmente su monti solitari o sulla riva del mare, laddove sono le vie stesse a farsi meditabonde”.
Nell'articolo precedente avevo concluso dicendo che a Nietzsche camminare era estremamente necessario per conservare la forza e la fluidità delle idee e per prendere le distanze da tutti quei filosofi che scrivevano in “vestaglia da casa”. Tuttavia avevo un debito con voi sin dal posto introduttivo di questo filosofo che ha fatto del cammino e del viaggio una parte molto importante della sua vita. Il debito era proprio in riferimento alla natura. E quindi adesso lo andiamo a saldare. Assolutamente fuori dubbio è il fatto che Nietzsche abbia “sfruttato” la Natura per raggiungere la sua massima forma psico-fisica nonché spirituale attraverso le sue lunghe e intense passeggiate.
Pierre Hadot ci dice che in Nietzsche l’esuberanza prodiga della Natura diventa un tema capitale: “Nella natura non è l’estrema angustia a dominare, ma la sovrabbondanza, la prodigalità, spinta all’assurdo. Volete voi vivere ‘secondo natura? O nobili Stoici, quale impostura di parole! Immaginatevi un essere come la natura, dissipatrice senza misura, indifferente senza misura, senza propositi e riguardi, senza pietà e giustizia, feconda e squallida e al tempo stesso insicura. La natura si mostra quale essa è, in tutta la sua prodiga e incurante grandiosità, nobile grandiosità, anche se muove a sdegno”. Questa rappresentazione della natura a detta di Nietzsche evoca un’ambiguità nei sentimenti: suscita al tempo stesso sia felicità che terrore. Terrore perché l’uomo si sente in balia della forza a volte distruttiva della natura e quindi della sua cieca potenza. Felicità poiché con il gioco dell’arte, l’uomo può rituffarsi nel grande gioco del mondo, accettandone anche la crudeltà e l’arbitrarietà. Anche secondo Bergson la natura è molto prodiga infatti dichiara che mentre per l’uomo il motto è “solo lo stretto necessario”, per la natura il motto è “Più del necessario: troppo di questo, troppo di quello, troppo di tutto”. Quindi la natura per come la concepisce Bergson è sia prodiga che artista. Ho proposto questa visione di Bergson perché differisce da quella di Nietzsche.
Come già avevano sottolineato Plinio e Seneca, essa sembra creare con amore -e solo per puro piacere- l’intera varietà delle specie animali e vegetali e i suoi prodotti sembrano delle vere e proprie opere d’arte. La natura appare quindi come un’immensa esplosione di novità imprevedibili. Sono dei veri e propri capolavori artistici questi esseri viventi della natura. Eppure, per quanto belle, queste opere d’arte, agli occhi di Bergson, arrestano il movimento dello slancio vitale perché questo vuole continuare la sua corsa verso la moralità e viene distratto invece da questi capolavori. Nietzsche invece, abbiamo visto che la pensa diversamente in quanto lui ha trovato le sue più grandi illuminazioni proprio passeggiando nella natura e quindi possiamo dedurre che il filosofo tedesco non era distratto –bensì affascinato e ispirato- da tale spettacolo della natura.
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Pensieri in cammino Il taccuino "Pensieri in cammino" è un oggetto da portare sempre con sé per riprendere la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri. Ad impreziosire ogni pagina, tanti aforismi sulle camminate dei più importanti filosofi accompagnati da affascinanti illustrazioni che riprendono il tema del taccuino. Poco importa se fate una passeggiata in città o in un parco naturale, un'escursione lunga e impegnativa in montagna o un camino di più giorni, l'importante è non perdere mai la voglia di camminare e guardare il mondo non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore. Ricordatevi che come disse il filosofo Kierkegaard: "Io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata. Ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene". Speriamo che tu possa trovare del tempo da dedicare a te stesso, per camminare, riflettere e custodire per sempre un pensiero o un'emozione. |