Insegnare la gratitudine ai “piccoli filosofi” giocando a scoprire ogni giorno frammenti di bellezza.
“Alziamoci e ringraziamo, perché se non abbiamo imparato molto oggi, almeno abbiamo imparato poco, e se non abbiamo imparato poco, almeno non ci siamo ammalati, e se ci siamo ammalati, almeno non siamo morti; dunque, siamo tutti grati.” (Buddha)
Nella vita quotidiana e nella nostra società si sente purtroppo sempre meno qualcuno che ringrazia. La gratitudine non esiste più. Non ringraziano i bambini, non ringraziano gli adulti, non ringraziano nemmeno gli anziani, anzi, alcune volte si dimostrano anche sgarbati e viziati come e più dei giovani.
Cosa significa essere grati?
Il filosofo Cicerone ha definito la gratitudine come la madre di tutte le virtù. La gratitudine è aprirsi all’altro, offrire la possibilità di fare e ricevere del bene. Essa permette di realizzare le amicizie durature, è la base per vivere in armonia ed è capace di rendere più umana la nostra esistenza.
Per molti, invece, la gratitudine è quel sentimento che provano quando ricevono un favore o un regalo.
Da amante della natura, mi piace pensare alla gratitudine come una specie di campo da coltivare giorno per giorno, seminando gentilezza ed educazione. I frutti che raccoglieremo saranno sicuramente preziosi e carichi di valori.
Come possiamo insegnare la gratitudine ai “piccoli filosofi”?
È necessario far notare loro che molte delle cose belle che ci capitano sono “doni” che abbiamo avuto la fortuna di ricevere. Devono, semplicemente, imparare ad apprezzare le piccole e le grandi cose delle vita.
Insegnare l’importanza della gratitudine ai bambini è fondamentale, soprattutto durante la crescita, quando per loro è tutto nuovo e il mondo è una scoperta continua: capire quando dire grazie, quando essere educati e come comportarsi in mezzo alla gente è fondamentale per il loro futuro e per una crescita equilibrata.
Dicendo un semplice “GRAZIE” (per un gesto d’affetto ricevuto dalla mamma, da un amico, per un dono, eccetera) si rafforza nei bambini la consapevolezza di quanto sia importante e positivo il senso di gratitudine e lo si condivide con gli adulti (genitori, insegnanti, educatori), in quanto primo esempio e punto di riferimento per i più piccoli.
Tutti noi, bambini compresi, dobbiamo valorizzare e apprezzare l’essenzialità e l’unicità di quello che ci circonda; “GRAZIE” è dedicare tempo ed emozioni agli altri, è una parola universale che crea legami indissolubili.
Dovremmo ringraziare la vita per il fatto di averla, essere grati alla natura e rispettarla per tutto quello che quotidianamente ci dona, dire “GRAZIE” per aver superato una prova o un momento difficile, ringraziare chi ci è accanto e che magari diamo per scontato.
I genitori, per poter insegnare la gratitudine ai propri bambini, devono essere loro per primi d’esempio, esprimendo nella quotidianità atteggiamenti di gratitudine verso il prossimo attraverso parole (dette a voce o scritte su un biglietto), piccoli doni o dimostrazioni di riconoscenza.
Impareranno così a essere grati per la magia di un improvviso arcobaleno (vista), il sapore del piatto preferito (gusto), il suono di una bella parola (udito), il profumo dei biscotti appena sfornati (olfatto), il tocco piacevole di una carezza, di un abbraccio, di un bacio.
I bambini attraverso il gioco apprendono, e allora un’idea carina potrebbe essere quella di creare insieme a loro un barattolo della gratitudine (in alternativa si può creare un diario).
Tutti noi, bambini compresi, dobbiamo valorizzare e apprezzare l’essenzialità e l’unicità di quello che ci circonda; “GRAZIE” è dedicare tempo ed emozioni agli altri, è una parola universale che crea legami indissolubili.
Dovremmo ringraziare la vita per il fatto di averla, essere grati alla natura e rispettarla per tutto quello che quotidianamente ci dona, dire “GRAZIE” per aver superato una prova o un momento difficile, ringraziare chi ci è accanto e che magari diamo per scontato.
I genitori, per poter insegnare la gratitudine ai propri bambini, devono essere loro per primi d’esempio, esprimendo nella quotidianità atteggiamenti di gratitudine verso il prossimo attraverso parole (dette a voce o scritte su un biglietto), piccoli doni o dimostrazioni di riconoscenza.
Impareranno così a essere grati per la magia di un improvviso arcobaleno (vista), il sapore del piatto preferito (gusto), il suono di una bella parola (udito), il profumo dei biscotti appena sfornati (olfatto), il tocco piacevole di una carezza, di un abbraccio, di un bacio.
I bambini attraverso il gioco apprendono, e allora un’idea carina potrebbe essere quella di creare insieme a loro un barattolo della gratitudine (in alternativa si può creare un diario).
- Per crearlo servono :
- 1 barattolo di vetro o una scatola
- 1 coperchio
- 1 nastro per decorare o una bella etichetta da personalizzare con disegni o scritte
- Foglietti e bigliettini su cui scrivere
- Penne e matite colorate
- Gratitudine (ovviamente)
- Ogni giorno, trovate 5 minuti per staccare dalla frenesia della vita quotidiana. Fermatevi a riflettere su ciò che di bello è accaduto durante la giornata.
- Prendete un foglietto e scrivete per cosa dovete ringraziare oggi. Ad esempio: una bella giornata di sole, una passeggiata al parco, per aver giocato a palla con l’amico, per il canto degli uccellini, per la vista della luna, per aver avuto accanto i nonni, per un regalo che avete ricevuto, per i giochi che avete, per essere andati a scuola…
Ci sono tante cose per cui essere grati, e molte sono le piccole gioie della vita che riempiono il cuore.
Giocare al “gioco della gratitudine” è semplice, tutti noi possiamo farlo e ci aiuterà a scoprire i frammenti di bellezza in ogni giornata.
“È così grande il piacere che si prova nell’incontrare un uomo grato, che vale la pena rischiare di non essere un ingrato.” (Seneca)
Elisa Dipré