Introduzione alla storia della filosofia moderna
Che cosa è la filosofia moderna?
Il primo modo di affrontare la questione è quello di porsi il problema di quando inizia e quando finisce la filosofia moderna.
Le date di inizio e di fine sono sempre in gran parte delle conseguenze di posizioni interpretative su cosa è la filosofia moderna (è una questione circolare, per decidere il periodo si deve già sapere che cosa è la filosofia moderna), e sono giustificate dal fatto che i protagonisti della filosofia moderna stessa si sentivano in qualche modo moderni, di appartenere a una corrente di pensiero, a un movimento di rinnovamento culturale di cui loro erano coscienti di far parte (mentre San Tommaso non sapeva di essere medievale; i filosofi moderni si qualificavano loro stessi come moderni in quanto si opponevano a tutta una tradizione di pensiero che ritenevano superata che consisteva sostanzialmente nella visione del mondo scolastica/aristotelica che dominava tutta la cultura europea del Medioevo cioé dalla caduta dell'impero romano fino al 1600).
Cartesio e Hobbes ad esempio sono agli antipodi su quasi tutti gli argomenti. Tutti concordano nell 'avversione per la filosofia scolastica in campo aristotelico.
La modernità nasce come reazione contro la cultura scolastica a sua volta legata alla teologia cristiana come si era organizzata canonicamente attraverso i grandi teologi del Medioevo specialmente con S. Tommaso.
Non è vero che la filosofia moderna è necessariamente anti cristiana (c'è anche una parte anti cristiana: Spinoza, l'illuminismo francese ecc..). La teologia che la filosofia sarà portata a sostenere sarà moderna.
Quando si parla di filosofia moderna si intende sostenere che vi è una rottura epistemologica tra due paradigmi culturali opposti: aristotelico-scolastico e quello che inizia a farsi avanti nel 1600.
La divisione canonica fa iniziare l'epoca moderna nel 1492 con la scoperta dell'America fino alla Rivoluzione francese del 1789. Per ragioni logistiche cioè per il fatto che l'epoca contemporanea inizia a farsi un po in anno dopo anno aumenta; adesso si tende a considerare moderno fino a Hegel (cioè l'epoca moderna prolungata fino al congresso di Vienna).
Molto omogeneo è un percorso di pensiero che da Galileo a Cartesio va fino a Kant. Si può asserire che la filosofia moderna è quella che inizia con la rivoluzione scientifica e finisce con Kant.
Rivoluzione scientifica e umanistica ( si pensa che siano la stessa cosa):
La rivoluzione umanistica dà il nome all'Umanesimo, al Rinascimento, quel movimento di pensiero che ha origine in Italia nel 400 circa e si prolunga per tutto il 500 di riscoperta classica contro la barbaria medievale contro il latino barbaro del Medioevo, le censure che nella cultura cristiana medievale venivano fatte (riscoperta dei testi che erano stati eliminati volontariamente). Il De Rerum Naturae di Lucrezio era scomparso per molti secoli, di Platone ad esempio si conosceva il Timeo e poco altro.
Verso la metà del 400 rientrano in circolo molti testi; la caduta dell'Impero Romano d'Occidente porta a contatto dotti uomini di lettere dell' Europa Occidentale. L'Umanesimo è in primo luogo la riscoperta dei testi, una rivoluzione filologica.
Il De Rerum Naturae venne riscoperto da Poggio Bracciolini un erudito umanista. Marsilio Ficino recupera tutti i testi di Platone e ne fa un'edizione critica in versione greca e latina. Il latino era la lingua della cultura europea e lo sarà per tutto il 400/500/600. La rivoluzione umanistica ha luogo nel 400.
Il cosiddetto "Rinascimento" nella sua parte filosofica è qualcosa di diverso rispetto alla rivoluzione umanistica (filologica) e la filosofia del Rinascimento ha una sua autonomia concettuale rispetto alla filosofia medievale rispetto a quella che sarà la filosofia del 600 legata alla rivoluzione scientifica.
Questo è un punto critico del discorso: dove si colloca la filosofia del Rinascimento?
Ci sono due interpretazioni possibili: nella filosofia moderna oppure la possiamo considerare come una propagine della filosofia antica o medievale.
L'Italia come luogo geografico ha una funzione dominante.
C'è una sorta di approccio umanistico, attenzione ai problemi dell'essere umano, l'uomo viene visto come centro della riflessione filosofica contro invece a un pensiero medievale incentrato fortemente su Dio.
La stessa espressione umanesimo viene da un modo di organizzare gli studi che caratterizzò le università italiane nel 400 (si studiavano le humanae litterae= lettere).
Nel 400 in Italia c'e una realtà economica molto piu' variegata (straterelli, repubbliche) rispetto a quella degli altri stati europei e anche una vita civile e cittadina molto piu' florida (è nelle città che c'è bisogno delle lettere in senso ampio).
C'è un forte sviluppo in Italia degli "studia humanitatis" cioè l'università, i luoghi in cui si studiavano le lettere il cui compito era preparare personale che non doveva svolgere funzioni di tipo ecclesiastico ma di tipo pubblico (notai, avvocati, impiegati ecc...). Come si può ben capire vi sono anche motivi culturali, sociali, economici che portano al maturare questo pensiero umanistico. Ad esempio le Meditaziioni Metafisiche di Cartesio hanno come scopo principale dichiarato quello di dimostrare l'esistenza di Dio. Spinoza ad esempio scrive solo su Dio (un Dio diverso rispetto a quello del Medioevo). Se si guarda quale sarà poi la filosofia del 700 o piu' in generale i problemi filosofici affrontati, si può notare che questi ultimi nascono da qualcosa che è indipendente dai temi della filosofia rinascimentale.
Le cause della rottura che si colloca tra 500 e 600 e che portano alla crisi del paradigma di pensiero aristotelico-scolastico sono elementi extra filosofici:
1) scoperte geografiche
2) riforma protestante
3) rivoluzione copernicana (nuova cosmologia che rovescia l'impostazione tradizionale tolemaica-aristotelica dell'universo).
Ci si rende conto di questa rottura leggendo vari testi ad esempio di Montaigne e il "Discorso sul Metodo" di Cartesio (denuncia del fallimento della cultura aristotelica-scolastica). Una cultura finisce-fallisce quando non è più in grado di misurarsi con la realtà, con i mutamenti della società quando questa va avanti più velocemente della cultura stessa.
Inizia l'etnologia/antropologia cioè la ricerca sulle differenti organizzazioni sociali degli uomini, culture, morali, diversi punti di vista sul mondo. Queste idee erano del tutto sconosciute prima del 1500. Nel 500 si ha l'idea che la cultura sia unica ed è quella presentata con Aristotele. In Montaigne è presente lo sgomento dell'intellettuale disorientato dall'emergere di queste culture diverse. Forse ancora più importante è la rottura interna al cristianesimo che si ha con la riforma protestante, che si caratterizza con il rifiuto dell'autorità ecclesiastica quindi di una mediazione tra Dio e l'uomo (il libero esame delle scritture).
L'individualismo è un tratto tipico della modernità (scoperta dell'uomo come individuo, il soggetto è uno dei grandi temi della filosofia moderna). Cartesio con il cogito ergo sum è visto come il fulcro della filosofia moderna. L'epoca contemporanea è caratterizzata dall'importanza della persona. Nella rivoluzione protestante è stata messa in luce per la prima volta l'importanza dell'autonomia del singolo individuo rispetto a Dio. Copernico viene visto come la goccia che fa traboccare il vaso.
L'universo medievale è chiuso (è quello di Dante c'è una grandissima sfera con nulla intorno la quale contiene vari cieli cioè delle sfere concentriche che ruotano intorno al centro della sfera stessa che è la terra. I vari cieli sono fatti di materia eterea diversa rispetto a quella terrestre ma sono pieni di questa materia. Gli astri sono dei corpi incastonati in queste sfere concentriche che girano in modo del tutto irregolare intorno alla terra). Il mondo della cosmologia tolemaica è chiuso. Tutta la creazione aveva come suo fine sostanzialmente la redenzione degli uomini. Questo è il quadro dell'universo che si ha verso il 500 finchè non esce postumo il "De Revolutionis orbium celestium" (1543) di Copernico sui movimenti dei corpi celesti, in cui si sostiene che il sole sta al centro dell'universo e tutti i pianeti girano attorno, tra i quali vi è anche la terra. Copernico pone questa dottrina come ipotesi matematica, o meglio, il suo amico e editore Osiander propone, però per ovvi motivi prudenziali che dottrina come una semplice ipotesi. Proviamo a mettere il sole al centro dell'universo, come dovremmo considerare il movimento? In questa ipotesi, secondo Copernico, tutti i pianeti si muovono con moto circolare intorno al sole. Copernico dice supponiamo che il punto di riferimento sia il sole; questo è il più semplice e teologicamente si può supporre che Dio abbia scelto delle vie semplici per creare l'universo. Questo avrà delle conseguenze devastanti su tutta la cultura europea la quale dovrzà ricostruirsi una nuova scienza ma anche una nuova metafisica, una nuova concezione di Dio collegata con questa scienza. La nuova scienza cercherà poi una sua fondazione e questa missione occuperà tutta la filosofia moderna da Galileo Galilei a Cartesio fino a Kant.
Il dato comune a tutti i protagonisti della rivoluzione scientifica oltre a un'avversione per la cultura aristotelica scolastica che è solo un tratto in comune in negativo (non dice come sono i nuovi scienziati-filosofi) è un'idea rivoluzionaria rispetto alla scienza aristotelica: è l'idea che la matematica possa essere applicata alla realtà fisica, è uno strumento per interpretare la natura. Ricordiamo che la fisica aristotelica è qualitativa, descrittiva (descrive le qualità delle cose), non quantifica le proprietà poichè le proprietà che erano attribuite non erano per la maggioranza quantificabili. Il concetto di legge scientifica era estraneo alla fisica medievale aristotelica. Questa grande svolta avviene tra il 500 e il 600 e Cartesio è implicato in questa insieme a Galileo Galilei. Per Galileo la natura è un libro scritto in caratteri matematici (famosa frase del "Saggiatore" conn cui Galileo afferma ciò che un aristotelico non avrebbe mai potuto ammettere: la natura è intrinsecamente matematica, che è un libro in cui i caratteri sono cerchi, figure matematiche e quindi matematicamente dominabili, comprensibili). La posizione di Galileo si avvicina di più alla concezione della matematica di Platone (Platone e Aristotele rappresentano sempre le due posizioni alternative sul rapporto fra matematica e realtà); nonchè Aristotele pensava che la matematica fosse inutile, anzi pensava che era una scienza esatta ma astratta dalla realtà.
I due maggiori rappresentanti della filosofia rinascimentale sono l'aristotelismo e il platonismo. Tutta la filosofia occidentale è un commento a Platone e Aristotele. Si tratta di un aristotelismo rinascimentale con fonti, strumenti e intenti molto diversi rispetto all'aristotelismo medievale. C'è una spaccatura molto lenta che ha le radici storiche ben precise le quali stanno nel ricorso a commenti aristotelici precedenti rispetto alla grande sistemazione medievale in San Tommaso oppure appartenenti a tradizioni eccentriche rispetto a quella canonica dell'aristotelismo medievale e cioè la corrente araba. Il tratto peculiare dell'aristotelismo rinascimentale è il fatto di rifiutare la grande sintesi scolastica di San Tommaso per andare a cercare un Aristotele diverso (secondo questi autori, più autentico dell'Aristotele medievale). Il punto critico che rendeva inautentico l'Aristotele medievale secondo questi pensatori è il tentativo di cristianizzazione di omologazione al pensiero cristiano per far una filosofia compatibile con la religione. C'è un ostacolo molto forte per tradurre la religione cristiana in termini aristotelici. La scelta culturale del Medioevo cristiano è stata quella di avere una filosofia cioè di cercare una spiegazione razionale non di tutto il cristianesimo ma di quelli che San Tommaso chiamava i "preambula fidei"(cioè che bisogna sapere razionalmente prima di poter credere, prima di aver fede bisogna sapere che esiste Dio e un'anima immortale). Il tentativo della teologia cristiana è stato quello di dominare l'aristotelismo e di reintegrarlo all'interno di una dottrina filosofica di Dio. Due ostacoli si frapponevano a questo progetto; i quali riguardavano i preambula fidei cioè i punti necessari di San Tommaso (Dio e anima. Il Dio aristotelico non è un Dio creatore ma è coeterno al mondo, è il motore immobile; mentre nella teologia cristiana si ritiene che Dio crea dal nulla.
Il pensiero antico greco riteneva che il mondo non ha un inizio ma è eterno. Con Avicenna questa parte di platonismo viene incorporata nell'aristotelismo e con San Tommaso viene elevata a verità teologica. L'anima per Aristotele è la forma di un corpo umano (una sostanza cioè un essere esistente è fatto di una materia e di una forma, senza forma si avrebbe un sostrato bruto privo di determinazioni e di vita; una forma senza materia è nulla nella filosofia di Aristotele). Da qui tutte le discussioni di cosa sia l'intelletto. La parte individuale dell'intelletto/della mente di ogni uomo perisce con il corpo. L'uomo in quanto pensa le verità eterne partecipa dell'intelletto universale ma muore con il corpo. E' a questa visione che si rifà Pomponazzi.
Il Rinascimento in generale esprime una filosofia anti cristiana. Il 500 è un secolo anti cristiano in cui i maggiori rappresentanti della filosofia esprimono posizioni anti-cristiane a modo loro; il 600 è cristianissimo (i filosofi cercano di rendere compatibile la filosofia con il cristianesimo e le correnti anti-cristiane sono minoritarie, l'unico filosofo anti-cristiano è Spinoza; il 700 è un secolo anti-cristiano, l'800 vede un ritorno della religione.