Kant e il camminare (parte 6)
“Solo pochi sono riusciti, con l'educazione del proprio spirito, a districarsi dalla minorità e tuttavia a camminare con passo sicuro”.
Questa di Kant del camminare a passo sicuro è sicuramente una metafora riconducibile alla condotta di vita ma comunque abbiamo visto che Kant ha molto a che fare con questa attività vera e propria. Per inciso: la minorità cui parla Kant è appunto la condizione di quell’uomo che non pensa con il suo cervello ma si fa guidare da strade che gli altri hanno aperto per lui (sempre per rimanere nella metafora naturale).
Quindi, eccoci giunti al termine di questo lungo cammino di Kant in cammino. Scusate il gioco di parole ma ci stava. La passeggiata di Kant viene definita da Gros come priva di piacere, senza grande unione mistica con la Natura ma che per lui era un obbligo di igiene nel senso che la utilizzava anche per “pulire” le sue idee oltre che per questioni salutari dopo le sue abbondanti scorpacciate a tavola.
Oggi il modo di camminare di questi filosofi non è molto attuale perché i giovani sono spinti dalle nuove tecnologie alla sedentarietà, mentre invece questo fatto di legare la camminata alla salute è molto attuale. Infatti oggi molte persone camminano al fine di migliorare o preservare la loro salute. La maggior parte degli studiosi è assolutamente convinta che una vita non sedentaria possa giovare alla salute e quindi molti di essi raccomandano il camminare. Oggi infatti si tende a una “demonizzazione” nei confronti della carne animale e si nota un incremento delle persone vegetariane o vegane evitando proteine di origine animale. Si stanno portando avanti numerose ricerche per cercare di capire che tipo di alimentazione sia più adatta all’essere umano e, anche se Kant e Nietzsche sono vissuti in epoche diverse, hanno tentato a modo loro di preservare la loro –non eccelsa- salute anche attraverso questa sensibilità verso la nutrizione.
Tornando a noi e concludendo: per Kant la passeggiata è disciplina. Per Rousseau è ispirazione, creazione, purificazione, contatto con l’uomo primitivo distante dalle “tossine” sociali. È ritrovare sé stesso al di là delle pulsioni dovute alle dinamiche sociali del bel mondo. Per Kant e per Nietzsche la passeggiata è sinonimo di salute, per Rousseau e Thoreau (che poi vedremo bene anche lui) seppur non disprezzavano questo aspetto, era più ciò che loro riconoscevano come caratteristica naturale. Kant quindi, data l’importanza fondamentale che dava a questa pratica quotidiana, lo si può definire un camminatore a tutti gli effetti. C’è chi lo ha definito sedentario ma a nostro avviso è chiaro e pacifico che fosse tutt’altro che sedentario
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Filosofia e sport: stili di vita che ci aiutano a cambiare in meglio L’inattività fisica è in costante aumento, soprattutto tra i più giovani. La sedentarietà sta dilagando e l’uso e abuso di strumenti digitali, tablet, social, smartphone, tv, pc, e videogames, rende tutti meno dinamici. Quando si parla di benessere, di stile di vita sano non si può non prendere in considerazione l’elemento basilare: lo sport. Potremmo chiederci: che cosa c’entra lo sport con la filosofia? Benessere fisico e mentale vanno di pari passo nel cammino della salute? Già nell’antica Grecia filosofia e sport erano strettamente uniti per esprimere il vigore della mente e del corpo, per il “perfezionamento di se stessi”. Lo sport, infatti, si praticava nel Ginnasio (palestra-scuola), in cui si sviluppavano di pari passo il corpo e la mente. Pertanto già gli antichi filosofi greci come ad esempio Socrate praticavano sport, per il corpo ma anche per la mente. Platone era un lottatore e cultore di uno sport democratico, accessibile a tutti, donne comprese. Il pensatore Aristotele, invece, escludeva le donne dallo sport. Filosofia e sport: due discipline spesso controverse, spesso incomprensibili, altre volte invece unite e inseparabili.Sport e filosofia. Corpo e pensiero. Fatica nel praticare e pesantezza nel pensare. Lo sport è un’opportunità che ci viene data per trasformare non solo il nostro corpo ma anche il nostro pensiero. Ricordiamoci sempre il motto: “Mens sana in corpore sano” utile a farci capire come l’esperienza e la pratica sportiva possano fare solo bene alla nostra mente. Solo avendo una mente sana possiamo rendere al meglio nell’attività sportiva, nel lavoro, nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali. |
Pensieri in cammino
Il taccuino "Pensieri in cammino" è un oggetto da portare sempre con sé per riprendere la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri. Ad impreziosire ogni pagina, tanti aforismi sulle camminate dei più importanti filosofi accompagnati da affascinanti illustrazioni che riprendono il tema del taccuino. Poco importa se fate una passeggiata in città o in un parco naturale, un'escursione lunga e impegnativa in montagna o un camino di più giorni, l'importante è non perdere mai la voglia di camminare e guardare il mondo non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore. Ricordatevi che come disse il filosofo Kierkegaard: "Io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata. Ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene". Speriamo che tu possa trovare del tempo da dedicare a te stesso, per camminare, riflettere e custodire per sempre un pensiero o un'emozione. |