Kant e il camminare (parte2)
“Nell'universale silenzio della natura e nella pace dei sensi il segreto potere conoscitivo dello spirito immortale parla una lingua ineffabile e trasmette concetti inarticolati che si sentono ma che non si possono descrivere”.
Qui Kant è abbastanza eloquente: il nostro spirito riceve delle emozioni che a volte non riusciamo a descrivere perché le percepiamo in maniera talmente intima e privata che trasmetterle è impossibile. E questo è capitato anche a me più volte. Nel libro dove racconto l’esperienza della Nuova Zelanda a piedi, ho scritto addirittura una “Ode alla natura”. Anche perché io partii con una sensibilità a livello di natura e di ambiente pari a zero. Ma poi lasciandomi alle spalle chilometro dopo chilometro, ad un certo punto mi trovai davanti ad un panorama che mai avrei immaginato nella vita e addirittura mi commossi.
Tuttavia, nell'articolo precedente avevamo argomentato la dichiarazione di Kant secondo la quale si possono conoscere gli uomini e il mondo anche senza viaggiare e, questa affermazione viene rafforzata dal già citato libro di Kuehn (sempre nel post di martedì scorso) il quale dice che Kant non aveva bisogno di andare lontano per conoscere altre culture. Kant, infatti, era sempre interessato a buone descrizioni di viaggi. Questo lo dichiarerà lui stesso più volte. Possiamo quindi affermare che -pur non avendo mai viaggiato- era un appassionato di viaggi. Infatti Kant scrisse che “l’esperienza del viaggio, anche attraverso il racconto, suscitando sorpresa, meraviglia, spaesamento, rompe vecchie abitudini e pigrizie mentali, e può promuovere la ricerca e disporre l’animo all’attività filosofica”.
C’è anche da aggiungere, che Kant “aveva una corporatura fragile ed era alto un metro e cinquantasette. Aveva il petto un po’ incassato, che ostacolava la respirazione, e non era in grado di sostenere sforzi fisici. Talvolta lamentava che gli mancava l’aria. Era delicato e sensibile, nonché soggetto a reazioni allergiche. Insomma, non proprio il massimo per potersi permettere lunghi viaggi o anche lunghe passeggiate a piedi. Ciononostante per Kant la sua irrinunciabile passeggiata pomeridiana sarà fondamentale per alcuni motivi che approfondiremo in futuro e quindi resta il fatto che diede molta importanza all’attività del camminare.
Kant è stato –secondo alcuni studiosi- un uomo molto metodico e ce lo conferma Andrea Tagliapietra quando scrive: “Si pensi soltanto alle celebri passeggiate del filosofo, su cui i concittadini erano soliti regolare i loro orologi”. Tuttavia, per chiarezza d’informazione, altri studiosi ritengono che Kant non fu così ordinario e che Königsberg non fu una cittadina così tranquilla ed isolata. Va notato che Kant si distingueva non soltanto nell’arte di conversare, ma nel signorile comportamento in società. Era uomo di grande contegno, mai fuori luogo e le sue parole (nonché i suoi gesti) rivelavano decenza e sensibilità.
In genere si presentava in società da uomo di mondo la cui alta dignità interiore era messa maggiormente in rilievo dalle forme esteriori. Anche questo “uomo di mondo” ci può sembrare strano ma abbiamo già detto che non aveva niente da invidiare (a livello di cultura e preparazione) nei confronti di chi invece viaggiava moltissimo. Quindi non è inopportuno utilizzare “uomo di mondo” nei confronti di Kant.
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Filosofia e sport: stili di vita che ci aiutano a cambiare in meglio L’inattività fisica è in costante aumento, soprattutto tra i più giovani. La sedentarietà sta dilagando e l’uso e abuso di strumenti digitali, tablet, social, smartphone, tv, pc, e videogames, rende tutti meno dinamici. Quando si parla di benessere, di stile di vita sano non si può non prendere in considerazione l’elemento basilare: lo sport.Potremmo chiederci: che cosa c’entra lo sport con la filosofia? Benessere fisico e mentale vanno di pari passo nel cammino della salute? Già nell’antica Grecia filosofia e sport erano strettamente uniti per esprimere il vigore della mente e del corpo, per il “perfezionamento di se stessi”. Lo sport, infatti, si praticava nel Ginnasio (palestra-scuola), in cui si sviluppavano di pari passo il corpo e la mente. Pertanto già gli antichi filosofi greci come ad esempio Socrate praticavano sport, per il corpo ma anche per la mente. Platone era un lottatore e cultore di uno sport democratico, accessibile a tutti, donne comprese. Il pensatore Aristotele, invece, escludeva le donne dallo sport. Filosofia e sport: due discipline spesso controverse, spesso incomprensibili, altre volte invece unite e inseparabili.Sport e filosofia. Corpo e pensiero. Fatica nel praticare e pesantezza nel pensare. Lo sport è un’opportunità che ci viene data per trasformare non solo il nostro corpo ma anche il nostro pensiero. Ricordiamoci sempre il motto: “Mens sana in corpore sano” utile a farci capire come l’esperienza e la pratica sportiva possano fare solo bene alla nostra mente. Solo avendo una mente sana possiamo rendere al meglio nell’attività sportiva, nel lavoro, nella vita quotidiana e nelle relazioni sociali. |
Pensieri in cammino
Il taccuino "Pensieri in cammino" è un oggetto da portare sempre con sé per riprendere la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri. Ad impreziosire ogni pagina, tanti aforismi sulle camminate dei più importanti filosofi accompagnati da affascinanti illustrazioni che riprendono il tema del taccuino. Poco importa se fate una passeggiata in città o in un parco naturale, un'escursione lunga e impegnativa in montagna o un camino di più giorni, l'importante è non perdere mai la voglia di camminare e guardare il mondo non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore. Ricordatevi che come disse il filosofo Kierkegaard: "Io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata. Ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene". Speriamo che tu possa trovare del tempo da dedicare a te stesso, per camminare, riflettere e custodire per sempre un pensiero o un'emozione. |