La vita di Confucio
Dal cinese K' ung fu tzu o Kongfuzi, cioè maestro K'ung ( secondo la tradizione cinese Chueh 551 ca- Chu-fu 479 a.C) pensatore cinese.
La sua biografia, deformata dalla leggenda, e' esposta nelle Memorie storiche di Ssu- ma Ch'ien, la prima delle storie dinastiche della Cina (risalente all'86 a.C.).
Vi si legge che, nato povero, egli entro' come funzionario al servizio del sovrano dello stato di Lu nell' attuale Shantung, raggiungendo una posizione elevata. Costretto al l'esilio in seguito a intrighi politici, peregrino' da uno stato all'altro per una decina di anni, sperando di convincere i vari sovrani a mettere in pratica la sua teoria sulle giuste armoniose relazioni sociali. Deluso, si volse all'insegnamento privato raccogliendo intorno a se' numerosi discepoli e dedicandosi alla raccolta degli antichi testi.
A Confucio la tradizione attribuisce infatti la sistemazione e il commento dello Shiching (Libro delle odi), dello I-Ching (Libro dei mutamenti) e del Li chi (Memorie dei riti), oltre allo Ch'un-ch'iu (Annali primavera- autunno), una cronaca degli avvenimenti dello stato di Lu dal 722 al 472 a.C.
L'insegnamento di Confucio ci è pervenuto grazie alla diligente compilazione dei suoi discepoli, che lo esposero nei Lun Yu ( Dialoghi o Analetti).
In questa raccolta di detti o massime si legge appunto una dichiarazione fondamentale di Confucio:" io tramando, non creo". È tuttavia evidente che egli non si limitò a trasmettere i valori del passato ma, interpretandoli e spiegandoli secondo i propri principi etici, svolse opera innovatrice.
Richiamandosi alla tradizione e al rispetto degli avi, egli pose comunque un'ipoteca tradizionalista su tutta l'evoluzione successiva del pensiero cinese che, per nobilitare e far accettare ogni innovazione, sarà sempre costretto, sulla scorta di Confucio, a presentarla come ripristino e ritorno all'aurea antichita'. Storicamente la contraddittorietà di Confucio si spiegherebbe con il suo desiderio di salvare una morale aristocratica in rapido declino, dati i profondi rivolgimenti sociali che andavano manifestandosi: egli avrebbe cioè intuito che la nobiltà sarebbe riuscita a mantenersi in posizione predominante se non avesse fondato il proprio potere su pretese ereditarie, ma su un'autorita' morale da acquisire tramite l'educazione e la cultura. Ciò spiega perché del suo pensiero siano state date interpretazioni opposte: per alcuni Confucio fu un coraggioso innovatore, per altri un conservatore desideroso di perpetuare il predominio di un'aristocrazia in decadenza.
In realtà la preminenza assoluta che egli accorda alle qualità morali può essere intesa come fattore democratico: ma può anche fornire (come appunto e' avvenuto) la giustificazione ideologica di un conformismo morale dispoticamente imposto dallo stato.