L'arché é l'essere
Nel precedente articolo vi ho proposto la prima lezione di quel corso che più avanti vi proporrò interamente. Prima di passare alla seconda lezione, vi riassumo e mi soffermo ancora sui concetti espressi precedentemente.
Tengo ancora a precisare che la mia filosofia è per tutti. Spiegando l’archè abbiamo visto un Talete "impegnato a vedere giocare la sua squadra del cuore e che ha vinto un viaggio alle Maldive." Questi esempi sono utili per farvi intuire che è una Filosofia spiegata nella maniera quanto più “leggera” possibile ma allo stesso tempo profonda.
Come vi ho spiegato precedentemente l’archè è quel qualcosa che non cambia mai mentre tutto ciò che vediamo con i nostri occhi sì. Vi faccio un esempio: immaginate che io vi chieda di indovinare il numero indicato dalle mie dita. Attenzione però: proprio mentre mi state rispondendo, immaginate che io cambi continuamente numero.
Di contro, immaginate un manichino (proprio come quelli che vediamo esposti nelle vetrine dei negozi) che indica il numero due. Ecco, se a un passante chiedi che numero sta indicando il manichino, quello ti dice “due” e non c’è possibilità che sbagli proprio perché il manichino -essendo fermo- non cambierà mai numero. Io sì.
Cosa si evince da questo?
Che si può conoscere solo qualcosa che è fermo e quello che si muove (che muta) no. Ed ecco l’intuizione di Talete. Capisce che per conoscere qualcosa, non può basarsi su tutto il mondo che lo circonda proprio perché quest’ultimo cambia. E allora ha la necessità di trovare un punto fermo. Un qualcosa di stabile. Un qualcosa da dove poter cominciare con la conoscenza (nella metafora quel manichino con il numero due nelle dita). E cos’è questo qualcosa di fermo e immobile che potremo chiamare anche il punto zero della conoscenza? È l’archè. Ecco perché diciamo che è il principio primo di tutto (che fa da fondamento a tutto il resto) da dove tutto nasce e tutto muore. Ma abbiamo visto che, oltre a questo, è anche altro. L’archè è anche il principio unificatore del tutto. E qui eravamo arrivati la scorsa volta.
Ora lo spieghiamo un attimo. È semplice: secondo Talete tutti gli elementi del mondo hanno in comune l’acqua. Ed ecco che quindi l’archè è ambivalente: da una parte è visto come principio (da dove tutto nasce e tutto torna); dall’altro è visto come elemento che unifica e quindi accomuna ogni ente presente nel mondo (esseri viventi compresi). Quindi dovete memorizzare queste due parole: principio ed elemento. È molto importante capire questo, proprio perché Talete “usa” l’acqua in queste due diverse modalità. Ed è molto importante capirlo perché successivamente il filosofo Parmenide farà la sua “sconvolgente” scoperta proprio a partire da qui. Ci torneremo per bene ma ora, per chiudere diciamo una cosa che non amo dare per scontata: l’archè è l’essere. Occhio a questa parola: ci tormenterà.
Archè ed essere sono praticamente sinonimi. In poche parole: l’acqua di Talete (ossia l’archè) è quella sostanza dalla quale le altre cose vengono all’esistenza, mentre essa permane. Sempre e per sempre. Infatti l’acqua -si dice- fa da fondamento a tutto il resto.
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