Socrate e le "camminate filosofiche"
"L'unica vera saggezza è sapere di non sapere nulla. (Socrate)
Socrate discuteva camminando: basti pensare all’inizio del famoso e bellissimo dialogo di Platone intitolato "Fedro".
L’inizio del Fedro è contrassegnato dall’interazione tra Socrate e Fedro.
Socrate: “Da dove vieni?”
Fedro: “Sono stato da Lisia” (figlio del celebre oratore ateniese vissuto tra il V e il IV secolo a.C.)
Socrate: “E ora dove stai andando?”
Fedro: “A fare una passeggiata fuori le mura poiché la ritengo un’attività salutare”.
Da queste prime battute di Fedro possiamo già capire l’importanza che Platone -attraverso questa opera- dà al camminare. Un noto medico dell’epoca nonché amico in comune tra Socrate e Fedro, chiamato Acumeno aveva consigliato a quest’ultimo di passeggiare per le vie della campagna dato che queste erano più rinfrancanti rispetto a quelle sotto i portici.
Socrate: sono d’accordo con Acumeno. E dimmi: “Come hai trascorso il tuo tempo in compagnia di Lisia?”
Fedro: “Se vuoi che te lo racconti, allora dovrai camminare con me!”.
Socrate: “Certamente, mi fa piacere. Per saperlo sarei addirittura disposto ad arrivare fino a Megara!”.
Fedro: “Bene. Allora andiamo”. Fu così che i due si incamminarono. “Dunque caro amico Socrate, io e Lisia abbiamo parlato d’amore. Lui è il più abile degli scrittori e io non sono all’altezza di parlare sei suoi scritti”.
Qualche riga dopo assistiamo a Fedro che dice a Scorate di essere un tipo stranissimo perché, pur essendo del luogo, assomiglia a un forestiero condotto da una guida. Aggiunge poi che non gli risulta che si fosse mai allontanato dalle mura delle città e Socrate conferma e risponde che a lui piace imparare dagli uomini e non dalla campagna e dagli alberi che non hanno nulla da insegnargli. Poi però dice a Fedro che sembrerebbe proprio che lui abbia trovato l’antidoto per farlo uscire e questo antidoto sono gli scritti di Lisia e fa il paragone con coloro che conducono innanzi il bestiame affamato, agitando un ramoscello o qualche frutto. Infatti poi, quando alla fine Fedro leggerà a Socrate il discorso tenuto da Lisia, quest’ultimo ne rimarrà totalmente affascinato e quindi non si pentirà minimamente di aver camminato così a lungo.
Platone nel Fedro ha quindi elogiato le passeggiate nella campagna piuttosto che quelle cittadine e questo perché passeggiando, era rimasto estasiato dalla bellezza della natura della quale inizia ad ammirarne, con uno sguardo quasi incantato, tutti gli elementi: la limpida acqua del fiume, i fiori, il suono delle cicale, gli alberi rigogliosi e i gli immensi prati verdi.
Socrate in questa opera contempla la natura avvertendo così una sensazione di libertà e di allontanamento dell’anima nei confronti della vita terrena. Non di rado in quest’opera si trovano descrizioni poetiche dell’ambiente naturale.
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Pensieri in cammino Il taccuino "Pensieri in cammino" è un oggetto da portare sempre con sé per riprendere la buona abitudine di scrivere a mano semplici appunti o i propri pensieri. Ad impreziosire ogni pagina, tanti aforismi sulle camminate dei più importanti filosofi accompagnati da affascinanti illustrazioni che riprendono il tema del taccuino. Poco importa se fate una passeggiata in città o in un parco naturale, un'escursione lunga e impegnativa in montagna o un camino di più giorni, l'importante è non perdere mai la voglia di camminare e guardare il mondo non solo con gli occhi ma anche con la mente e il cuore. Ricordatevi che come disse il filosofo Kierkegaard: "Io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata. Ma stando fermi si arriva sempre più vicini a sentirsi malati. Perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene". Speriamo che tu possa trovare del tempo da dedicare a te stesso, per camminare, riflettere e custodire per sempre un pensiero o un'emozione. |