Universo e Creazione: scienza, teologia e filosofia a confronto.
Universo e Creazione: scienza, teologia e filosofia a confronto sulla domanda priva di fondamento che impegna l'uomo fin dagli albori della sua comparsa nel mondo; vissuto per millenni con l'illusione che la rappresentazione mentale dell'universo fosse realmente l'universo stesso.
Ovviamente il tema è supportato da una breve discussione estremamente semplice e proponibile anche agli alunni della scuola media, niente formule matematiche (la matematiche è frutto di un ragionamento, ancora riconducibile alla rappresentazione mentale della realtà) ne tantomeno necessita di conoscenze filosofiche di alcun ambito.
Ha senso quando si affronta la nascita o la creazione circa l'Universo?
La teologia pone un creatore fuori di esso, ma il vecchio testamento fa cenno, come prima opera di dio, alla separazione della luce dalle tenebre: quindi qualcosa già ci fu. Mentre la creazione dovrebbe prende il via dall'inesistente.
La scienza contrappone la teoria della nascita. Nascita che è possibile soltanto attraverso l'ente che mette alla luce, quindi non l'inizio ma "figlio di", "procreazione".
Che cosa si è risolto?
L'interrogativo resta.
Resta perché si parte dall'errata posizione di un universo rappresentato mentalmente e intriso di esperienza quotidiana.
L'universo è il tutto che contiene spazio, materia, energia e fenomeni.
Che senso ha, al difuori di esso, continuare a considerare l'insieme di tutto ciò?
Quindi il concetto stesso di universo non accetta altri possibili fenomeni al difuori di esso.
Non ha una nascita ne una creazione, altrimenti annullerei ciò che si definisce in universo stesso.
La sua età non è che l'età di un qualcosa che inizia, da qualche altra cosa che lo ha preceduto.
La fine non sarà altro che la morte di un qualcosa che darà vita ad altro e senza che nulla dev'essere aggiunto e nulla vada perduto.
Un ciclo senza tempo, perché il tempo è un altro fenomeno possibile solo all'interno dell'universo che a questo punto prende il significato di un esistere, al posto di un inesistere.
Si pone la domanda: ma se invece dell'esistere fosse accaduto l'inesistere?
Sicuramente non staremmo qui a discutere.
Scherzo, ovviamente, l'inesistente è un inganno della mente, non esiste l'inesistente, non è pensabile dare, nella realtà, un valore, un significato all'inesistente, in quanto il solo pensarlo, il solo cercare di comprenderlo, lo priva della sua caratteristica.
Allego quanto è in possesso della scienza, che non contesto, ma che non esaurisce la domanda iniziale: quando è nato l'universo?
https://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_dell%27universo
A cura di Luciano Guerra
Ovviamente il tema è supportato da una breve discussione estremamente semplice e proponibile anche agli alunni della scuola media, niente formule matematiche (la matematiche è frutto di un ragionamento, ancora riconducibile alla rappresentazione mentale della realtà) ne tantomeno necessita di conoscenze filosofiche di alcun ambito.
Ha senso quando si affronta la nascita o la creazione circa l'Universo?
La teologia pone un creatore fuori di esso, ma il vecchio testamento fa cenno, come prima opera di dio, alla separazione della luce dalle tenebre: quindi qualcosa già ci fu. Mentre la creazione dovrebbe prende il via dall'inesistente.
La scienza contrappone la teoria della nascita. Nascita che è possibile soltanto attraverso l'ente che mette alla luce, quindi non l'inizio ma "figlio di", "procreazione".
Che cosa si è risolto?
L'interrogativo resta.
Resta perché si parte dall'errata posizione di un universo rappresentato mentalmente e intriso di esperienza quotidiana.
L'universo è il tutto che contiene spazio, materia, energia e fenomeni.
Che senso ha, al difuori di esso, continuare a considerare l'insieme di tutto ciò?
Quindi il concetto stesso di universo non accetta altri possibili fenomeni al difuori di esso.
Non ha una nascita ne una creazione, altrimenti annullerei ciò che si definisce in universo stesso.
La sua età non è che l'età di un qualcosa che inizia, da qualche altra cosa che lo ha preceduto.
La fine non sarà altro che la morte di un qualcosa che darà vita ad altro e senza che nulla dev'essere aggiunto e nulla vada perduto.
Un ciclo senza tempo, perché il tempo è un altro fenomeno possibile solo all'interno dell'universo che a questo punto prende il significato di un esistere, al posto di un inesistere.
Si pone la domanda: ma se invece dell'esistere fosse accaduto l'inesistere?
Sicuramente non staremmo qui a discutere.
Scherzo, ovviamente, l'inesistente è un inganno della mente, non esiste l'inesistente, non è pensabile dare, nella realtà, un valore, un significato all'inesistente, in quanto il solo pensarlo, il solo cercare di comprenderlo, lo priva della sua caratteristica.
Allego quanto è in possesso della scienza, che non contesto, ma che non esaurisce la domanda iniziale: quando è nato l'universo?
https://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_dell%27universo
A cura di Luciano Guerra